MULTIUTILITY E PUBLIACQUA BENEFIT? VALENZA SOCIALE IN RIBASSO, UTILI IN RIALZO

“Dopo il posticipo per la messa in gara di Publiacqua con delibera di 11 sindaci contrari (ma ci risulta che il dubbio sia di molti altri sindaci) il coordinamento NO Multiutility si augura che questo tempo sia davvero impiegato per approfondire altre forme di gestione per l’acqua visto che mettere in mano alla finanza e al mercato questo bene primario vuol dire privatizzare anche la vita delle persone” (Rossana Crocini)

PISTOIA — PRATO. La recente e positiva decisione di posticipare il bando di gara per la gestione di Publiacqua Spa, grazie alla delibera presentata in Conferenza Territoriale 3 da 11 sindaci, è stata seguita dalla proposta del Presidente Perini di trasformare la società in società benefit, suggerendo di estendere tale modello anche ad Alia Multiutility.
Per fare chiarezza una società benefit è una società di diritto privato che ha come obiettivo quello di perseguire gli utili in favore dei soci, che per motivi di immagine decide di integrare nel proprio statuto tra i propri obiettivi anche quello di ridistribuire con il resto della società parte delle ricchezze generate.
Il fatto però è che trattandosi di società che erogano servizi in monopolio e che hanno una prioritaria valenza sociale per loro natura, sarebbe, di fatto, rinunciare alla possibilità di realizzare esclusivamente lo scopo sociale introducendo una forma che giustifichi il perseguimento dello scopo lucrativo e di dividere utili, nascondendo tale comportamento dietro obiettivi che ne migliorano l’immagine e sminuiscano gli effetti limitativi di fronte all’opinione pubblica dei cittadini.
Questa è la logica di chi continua ad opporsi alla gestione in house, l’unica forma totalmente pubblica di esercizio che permette di perseguire in modo prioritario ed esclusivo lo scopo sociale del servizio, con un controllo diretto dei sindaci e quindi dei cittadini, proponendo modelli diversi con la motivazione che questi sono i meno peggio tra le scelte possibili. Scelte che sono continue mediazioni al ribasso.
Un possibile e probabilmente atteso effetto da chi propone questa posizione è che, investendo parte dei loro profitti in benefit per i propri dipendenti (dirigenti inclusi), potrebbe indurre i sindacati dei lavoratori ad ammorbidire le loro posizioni, ripagandoli con dei contentini chiaramente pagati da tutti gli utenti del servizio.
Ci auguriamo che sindacati e lavoratori comprendano che le società benefit sono solo fumo negli occhi, senza alcun effetto migliorativo sulla gestione del lavoro e tanto meno verso gli interessi dell’intera collettività.
Lo sforzo quindi deve essere quello di perseguire l’interesse collettivo, non certo rappresentato dagli utili, che faranno aumentare le bollette a scapito degli investimenti necessari e facendo perdere la possibilità di gestione e controllo da parte dei sindaci.
La partita è tra i due diversi schieramenti di sindaci, da una parte quelli che hanno chiaro che la gestione in house è l’unica forma di gestione che consente loro di portare a pieno compimento e senza limiti il mandato che hanno ricevuto dagli elettori, dall’altra quelli che rifuggono dai loro mandati consegnando tutte le decisioni ai C.d.A, organismi tecnici e non eletti dai cittadini.
Non possiamo accettare che i sindaci, su scelte fondamentali come quelle sulla gestione dei nostri beni comuni, rinuncino al loro pieno ruolo di pianificazione e controllo che solo una politica fatta nei luoghi democratici e istituzionali preposti può garantire con trasparenza e a completa tutela degli interessi e diritti di tutti.

Coordinamento delle Associazioni No Multiutility

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