Sono almeno tre i “pasticci” serviti ai cittadini dalla amministrazione aglianese, grazie alle incompetenze dell’Assessore Maurizio Ciottoli, afflitto da forte sindrome rettiliana. Vediamo i tre casi; il primo è quello del “rischio idraulico” a capocchia
AGLIANA. (Caso 1) Un lettore ci riporta che si è recato a chiedere informazioni per l’acquisto di una villetta in costruzione nella lottizzazione posta sotto l’argine del torrente Bure in via Provinciale pratese, angolo via Serragliolo.
Chiedendo come mai le costruzioni sono poste in una zona di “alto rischio” come definito dalla Regione Toscana per gli eventi alluvionali (vedi immagine evidenziata), gli è stato risposto che, di fatto, il rischio è annullato dalla circostanza del principio del Capocchia (vigente in tutta la provincia pistoiese).
Ovvero il rischio è calcolato a “capocchia” se avessimo un’eventuale esondazione della Bure, essa arriverebbe a monte, in zona Spedalino: quindi la classificazione delle mappe di rischio è errata. In Procura, i sostituti procuratori – che ci leggono ogni giorno – non hanno visto l’articolo precedente e dunque, non esercitano alcuna “azione penale”: a loro piaccioni i “copia-incolla”, con il principio, appunto del Capocchia.
L’originale risposta, data dall’impresa di costruzioni capofila della lottizzazione, apre dunque nuovi scenari sulla lettura delle mappe del rischio idrogeologico del Comune di Agliana che sono, sempre richiamate dal “Difi” (così, bimbominkia chiama l’Arch. Di Filippo) per ogni richiesta di apertura di qualche porta o variazione di destinazione d’uso e con applicazione severe richieste degli alti livelli di “battente di acqua”.
Una sorta di “vessazione amministrativa” per ogni postulante che si trovi collocato in qualche zona ad alto o medio rischio, con dei conseguenti rigetti dei progetti o delle richieste di variante, come sanno bene i cittadini (quelli semplici, meno uguali di cert’altri), sui quali è imposto il rigore delle mappe di rischio, studiate da eminenti ingegneri idraulici.
Vero che la concessione edilizia di via Serragliolo è datata da lungo periodo, ma in realtà, è da chiedersi se la spiegazione portata al lettore è opportuna e credibile: dobbiamo rifondare la scienza dell’ingegneria idraulica? Ci sarà da riscrivere le mappe di rischio idrogeologico dall’ufficio di Giovanni Massini che, in Regione Toscana, è molto attento a fare le distinzioni sulle sue esatte competenze operative?
È sempre valida la raccomandazione di Giani, esordita alle Tv all’indomani dell’alluvione del 2 novembre, che avvisò che era l’ora di finirla con le formalità e procedere alle più severe azioni di controllo? Ad Agliana, la responsabile ambiente Ornella Pellegrineschi e il Dirigente LL.PP. Giampaolo Pacini, hanno sempre spiegato che un’esondazione della Bure, avrebbe portato l’acqua fino all’altare della Chiesa di San Piero: ma non, anche – si osserva noi – in via Serragliolo o nei campi circostanti? Nulla potrà rispondere l’Assessore ai LL.PP. Agnellone che, il principio dei “vasi comunicanti” lo crede applicato solo ai liquidi di raffreddamento dei motori.
È vero che nelle prossimità degli argini dei torrenti il battente di acqua da considerare a fini progettuali è di 2 metri dal piano di campagna? Che facciamo, dunque? Aspettiamo la prossima esondazione per giudicare i rischi e così sperimentare gli effetti di una caduta di acqua piovana con possibile flash-flow nella piana?