sinagra&cuffaro 92. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. SCHIZOFRENIA PISTOJCA: “BIMBOMINKIA” È UN TRADITORE, TI ACCOLTELLA A TUTTE L’ORE


«Sindaco Benesperi, quei soldini che vuoi dal Romiti, perché non te li fai dare dalla tua adorata Paola Aveta? Magari potresti segnalarla per danno erariale alla Corte dei Conti, anche se lei avrà, là, un sacco di “aderenze” perché, come Coletta, è figlia d’arte…»


Eduardo De Filippo diceva: «Non ci credo…, ma è meglio tenerlo in mano»

DAL BENESPERI E DAL CIOTTOLONE

SOL PUGNALATE, PÒPOL COGLIONE!


La procura è stata formalmente avvisata di questa dichiarata professione abusiva del sindaco che ama mollare pugnalate alle spalle della gente. Evidentemente Benesperi può contare su «prossimità sociali» come la dottoressa Lucia Turco…

 

Fate quello che vi pare. Rivolgetevi pure ai Pm e ai sostituti, nonché ad altri magistrati di Pistoja e di fuori – parlo, per chiarezza, di Tommaso Coletta, Claudio Curreli, Giuseppe Grieco, Chiara Contesini, Patrizia Martucci, Luca Gaspari etc. etc. etc.; e perfino di Giuseppe De Marzo in Cassazione –, ma un bimbominkia come il Benesperi, sindaco dei nostri stivali, che stasera parlerà del trattamento-Auschwitz, riservato da sei mesi a questa parte, al consigliere (peraltro un po’ addormentato) Fabrizio Alfredo Nerozzi; un sindaco che interviene in piena seduta consiliare e dichiara «io sono avvocato» (ovviamente dei nostri stivali) non può che essere un emerito imbecille.

Non se la prenda: lo è. E la verità non può offendere che gli idioti conclamati, o smuovere la difforme procura di Pistoja che è ontologicamente portata – grazie al suo capo Coletta – a stare dalla parte degli amici o di chi le fa più comodo. Ho cercato, anche stamattina, sul sito del Consiglio Nazionale Forense, ma non risulta, in ItaGlia, nessun avvocato nomato Luca Benesperi. E tanto basti!

E lo è, imbecille, anche perché i Pm e sostituti pistojesi sopracitati, accecati dalla volontà di colpire la libertà di pensiero e, in successione, quella di espressione e di stampa, gli hanno fatto credere, a Luca, che quel suo nomignolo (cacaiola, appunto) opportunamente affibbiatogli dal popolo di Agliana, sia stato solo un’operazione di stalking da parte di Linea Libera. Per questo Grieco si scandalizzava in aula, facendo finta di cadere dal pero…

«Ricordati, Luca, che non sei un avvocato!»

In Linea Libera, cari magistrati tuttofare di Pistoja/Terzo Piano, lo stalking si subisce soltanto. E ne siamo vittime noi, perché voi, con il vostro delirio di onnipotenza, la vostra falsa modestia, il fariseismo sfrontato con cui vi muovete, la sostanziale inettitudine alle vere indagini fatte a regola d’arte, pretendete (nonostante gli scheletri che conservate gelosamente nei vostri cassetti sgangherati, anche grazie all’inerzia protezionistica posta in essere a vostro pro da CSM, ANM e procura di Genova); pretendete di proteggere – a nostro parere di veri giornalisti – gente come il non-dottor ragionier Romolo Perrozzi, Ctu del vostro improbabile tribunale; il mai-comandante ex-vostro Vpo, Andrea Alessandro Nesti, e gentile signora; e perfino (perché ciò è funzionale alla vostra pars destruens contro gli scoperchiamenti dei vasi da-notte/di-Pandora) un bimbominkia falso testimone, falso accusatore e perfino calunniatore istigato dai propri sciocchi legali: per chiarezza le avvocate Elena Augustin e, ora, Erica Rossi. Senza dubbio, però, un bimbetto menato per il naso dalla sua segretaria generale Paola Aveta, sempre a nostro parere causa prima del Covid-19 che ha investito, rovinosissimamente, il Comune di Agliana-Agrùmia fino da quando è arrivata, scendendo datte stelle come fosse una Gesù Bambina.

Gli ultimi trojai del centrodestra di sinistra di Agliana – che non interessano per nulla al buon Del Fante (il quale, quanto a opposizione, sembra la mosca cocchiera della novella in cui sei cavalli trascinavano una carrozza in salita…) eccoli qua. Ecco un saggio delle spalmazioni di merda stile Shpalman di Elio e le Storie Tese. Seguitemi e fàtene tesoro per il dibattito di stasera in aula consiliare.

In uno dei soliti processi bislacchi, voluti dallo scout-karaoker-terraperta-catto-redentore, Claudio Curreli, salta fuori che il mai-comandante Nesti, ex-Vpo della procura di Pistoja (2002-2005), ma comunque sempre sotto il facente funzione Giuseppe Grieco (qui dal 1998), della cui segretaria, Alessandra Casseri, la moglie del Nesti era amica personale –; salta fuori, dicevo, che per confezionare una delle mille querele nestiane contro di noi, il favorito mai-comandante della sinistra aglianese aveva prodotto agli inquirenti miei documenti personali e riservati da me inviati alla segretaria Aveta e all’amministrazione (Beneminkia e/o Ciottoli-Agnellone).

Per anni, almeno dal 2015, quando fu caducato dal Consiglio di Stato, il il mai-comandante Nesti ha visto e letto, senza problemi, tutto il protocollo del Comune di Agrùmia, dato che Donna Aveta se lo era affigliolato e messo a fianco, destinandolo, poi, all’ufficio della Giuseppina Chiaroni: per chiarezza, la stanza da dove transitano tutte le notizie riservate della mellétta pianigiana. E tutte significa tutte.

Peccato che il Nesti si fosse avvalso di questi documenti senza che l’autore delle lettere di cui sopra (per capirci: io) fosse stato avvertito del prelievo di tali carte, dal momento che ero il controinteressato, il dominus delle stesse. La legge è questa, anche se a Pistoja la legge la fanno in procura, a seconda di come gira il vento di Mary Poppins.

Quando me ne accorgo in aula, intervengo sùbito. E lamento questa palese e grave violazione dei miei diritti. Il giudice Paolo Fontana chiede lumi in proposito: e, dalla ricerca, si scopre che – almeno così dice la segretaria Paola Aveta, a mio parere bugiarda come l’oro di Bologna, che a guardarlo si vergogna; una segretaria di cui, peraltro, io mi fido come del sederino d’oro di bimbominkia quando ha le sue calunniose ruminazioni… –; e si scopre che è stata lei stessa a dare “brevi manu” al Nesti i miei documenti personali e riservati senza avvisarmi. La lettera dell’Aveta è già stata pubblicata: una congerie di stronzate micidiali. Né più né meno.

Claudio Curreli cattolico e democratico. Ed ecco la dimostrazione del fatto narrato, tratta dalle riprese di Tvl

Se sarebbe vero, ci credessi, direbbero i colleghi di Fantozzi. Pina, porca puttana!, esclamerebbe il famoso ragionier Ugo: a queste cose crede solo la procura della repubblica di Pistoja, perché deve abbattere Linea Libera. Ma noi non siamo nati ieri e, come veri giornalisti d’inchiesta, sappiamo leggere, scrivere, trovare, capire e commentare, molto meglio di gente come il sostituto karaoker. Il quale, peraltro, quando c’è da indagare, si scopre che è a fare il democratico altrove. E magari sta cantando alla Caritas del Tempio, con un bel grembiulino da cameriere di osteria. Se la prende? No. Perché quello che sto scrivendo è vero ictu oculi… Per tutti, tranne che per la procura di Coletta, la quale – intuitu personarum – è come Omero: cieca secca.

Stasera voglio lanciarmi nel vuoto, anche perché sotto il trapezio da cui mi dondolo, c’ho la robusta rete della verità e dell’evidenza.

Il Nesti, che era, di diritto, licenziato in tronco per disposizione contrattuale (se lo rammenti il Vpo Bastianelli, focato kapo del Curreli), è stato protetto da tutto e da tutti: centrodestra di sinistra compreso.

Il superprotetto non-comandante non vinse mai il concorso taroccato del 1999 (sindaco Giunti, se non erro: o no, avvocata Elena del Perrozzi, che non sa il latino?); la procura, infatti, magnanima, archiviò la denuncia anonima che la avvertiva che ne sarebbe uscito vincitore lui e solo lui. E, da Magnanensi in poi (per finire anche al trio Beneminkia-Aveta-Ciottoli), è stato sempre protetto e tenuto in palmo di mano. Alla faccia del Tar, del Consiglio di Stato e del popolo bue che basta che paghi e tutto va giùe! Cara procura, la legge non deve funzionare così e solo per la Lucia Turco e chi, com’Ella, gode dell’immunità del potere garantita da un sostituto che s’è già distinto fin troppo facendo condannare a più di 9 anni padre Fedele Bisceglia. È chiaro o no?

Inutile, dunque, che l’avvocato Bastianelli, Vpo kapo del Curreli, ce la meni di qua e di là: il Nesti è e resta – documentalmente – un favorito delle amministrazioni del prima e del dopo. E senza soluzione di continuità. Tanto che, a mio parere, la vicenda Turelli-Vilucchi è stata solo una palla al balzo da cogliere al volo per liberarsi da qualsiasi impedimento beneminkiano, e nuotare spediti verso l’inciucio degli inciùci: pìccia sinistra e destra, con tarallucci e vino e culo alla finestra. Torresi docet e lo docet anche il trattamento-Auschwitz riservato al dormiente-in-piedi Nerozzi.

E se i prefetti pistojesi non dormissero in piedi come il Nerozzi, sai da quanto quasi tre quarti dei Comuni della provincia sarebbero stati commissariati e riportati all’uso della ragione?

Dopo gli eventi di cui sopra (il Nesti che adopera carte segrete e riservate per fare i suoi soliti pasticci) Alessandro Romiti presenta una richiesta di accesso al Comune; ma l’Aveta – una vera e propria Merkel da Stasi da ex Repubblica Democratica Tedesca – fa come beata minkia vuole.

Questa Madonna di pietra dai capelli fucsia è abituata, quale figlia d’arte come Coletta, a fare come crede: tanto non le manca il carisma per poter intortare due incolti deficienti (= cioè mancanti di capacità logico-deduttive, in termini etimologici) come un sindaco, che in consiglio dichiara «io sono un avvocato» e non lo è; e un Ciottoli testa-grossa di ferrucciano, i cui ragionamenti si esplicano e si realizzano in aggressioni, tentativi di strangolamento, tubate addosso alla gente per strada, e cianchette in Comune contro il Romiti. Il tutto con le fette di salame sugli occhi dei signori del Terzo Piano, sostituti e altri magistrati del tribunale di Pistoja e di fuori-Pistoja.

Alessandro Romiti a questo punto ricorre al Tar. E il Tar mette arrosto – ex lege – la signora segretaria Paola Aveta, a mo’ di “cuniglio ’n porchetta”, come dicono ad Arezzo-Valdichiana, con tanto di aromi vari, rosmarino e finocchietto. Anche se lei se la ride. Perché a pagare saranno gli aglianesi coglioni: debito fuori bilancio e prima prova, da beata minchia, di un’Ambra traditrice Torresi. Il con[s]iglio comunale approva, a maggioranza, il debito fuori bilancio, e la delibera è immediatamente eseguibile. Ma…

Ecco che ricompare un bimbominkia inaffidabile con il suo deficit cognitivo che risulta di solare evidenza, ictu oculi e intuitu bimbominkiae. I cittadini di Agliana sono lasciati nelle mani di un cacaiola di questo tenore, e con la santa approvazione della procura. Più meglio di così si può? Non saprebbe farlo neppure il Lo Voi!

Beneminkia non solo non provvede a pagare le spese legali di giudizio definite dal Tar per la sentenza già passata in giudicato, ma – da avvocato della minkia quale pubblicamente si vanta d’essere in sede di consiglio – si risvolge a una sua non-collega, la verace avvocata Erica Rossi di Prato; e vanta un credito da parte di Romiti, che gli discenderebbe da una decisione idiotica (in senso etimologico: = normale) del giudice Luca Gaspari, sparata in una condanna nel famoso processo persecutorio-politico imbastito ad mentulam canis dal karaoker Curreli, presumibile amico o «prossimo sociale» sia di Romolo Perozzi, Ctu del tribunale; che di Andrea Alessandro Nesti, Vpo del tribunale. Questa è l’italica superiore giustrizia.

Se le incompatibilità fossero corna, S.E. il vescovo Fausto Tardelli, uscendo dalla cattedrale di San Zeno, si troverebbe dinanzi agli occhi tre piani, con tetto, di gloriose lumache, cibo prelibato per i ghiotti fiorentini di Nardella, violinista non di Chagall, ma più semplicemente di… cagall.

Altro che Lo Voi! Io, noi, tutti: nessun lo vòle un modus operandi così, di questa procura della repubblica pistojese, che mostra di essere la sentina in cui finiscono i peggiori e più compromessi magistrati d’ItaGlia.

Come coprirsi di ridicolo per un non-avvocato…

Riuscirà il falso epigastràlgico – protetto da Curreli –, il famoso cacaiola di Agliana, il non-avvocato che si dichiara tale senz’esserlo come il non-dottor Perrozzi e il non-comandante Nesti, a cavarsela, uscendo pulito da un’analisi spietata, ma realistica e dovuta, di stupidaggine politica, comportamenti ambigui, falsi, corrotti e calunniosi; tutti tenuti strumentalmente in piedi grazie alla superficialità della “pistojese Gestapo” del Terzo Piano, dove più della legge contano le «prossimità sociali» di Ser Coletta e “derivati tossici” come i bond argentini che il presidentissimo misericordioso Corrado Artioli vendeva, a larga mano, quando era al timone della sua banchina?

Erica… Erica… Convèrtiti, Erica! Vuoi fare la ganza e prendere per il culo la gente? Ma che ti aspetti? Che la gente, in fronte, ci abbia scritto giocondo?

O Erica, la risposta del legale del Romiti ti sta attillata a pennello, perché chi cerca la rogna, è giusto che poi passi la vita a grattarsi, tesoro!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


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