Una ricorrenza da non dimenticare come il 25 Aprile. L’unico a non volerlo intendere è il sostituto Claudio Curreli. E nasce la domanda: che rapporti ha, lo scout terraperta, con Nesti, Perrozzi, Benesperi, Artioli etc.? È capace di svolgere le indagini o è solo interessato a decidere per grazia di Dio e volontà di Csm e Anm che lo proteggono, come ci ripeté Maurizio Barbarisi?
MA GIÀ PRIMA IL TAR TOSCANA
L’AVÉA DETTO A TUTTA AGLIANA
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Il 19 febbraio del 2015 Alessandro Romiti era a Milano per lavoro. Lassù venne raggiunto da una telefonata dell’allora suo amico Maurizio Ciottoli – oggi acerrimo nemico e suo aggressore e calunniatore.
Il Ciottoli – fascista e tubatore, attualmente culo-e-camicia con l’Ambra Anpigiana Torresi, ma con il beneplacito del senatore Patrizio La Pietra Plastilina della Vanga Viendalnulla Melònio – gli annunciava la pubblicazione della decisione definitiva del Consiglio di Stato, con cui il mai-comandante dei vigili, Andrea Alessandro Nesti, veniva dichiarato definitivamente nullo.
Il Consiglio di Stato, però, checché ne abbia detto in aula il Vpo Riccardo Bastianelli, imbeccato dal Curreli, è, di fatto, andato molto oltre. Ha chiarito che un comandante Nesti, ad Agliana, non era mai esistito. E si è chiesto anche perché la politica e gli amminEstratori sinistri di Agliana non abbiano mai applicato la sentenza Tar Toscana, auto-esecutiva; ma, tutti d’accordo, si siano trascinati il suddetto sempre dietro e non a costo zero. Anche questo non è forse un danno erariale?
Oggi, 2025, a dieci anni dalla tardiva e ancora non rispettata sentenza romana (all’epoca del Tar, per norma contrattuale, Nesti doveva essere licenziato in tronco e senza preavviso), grazie ai favoritismi e agli abusi democratici di vari sindaci rossi – non Giunti, perché il concorso non fu, credo, farina del suo sacco: Marco, il genitore 1 della disinvoltina avvocata Elena Giunti che non conosce il latino, era già uscito di carica –;
a dieci anni, dico, dalla decisione romana del 2015, grazie al Magnanensi, alla Ciampolini e, in ultimo, al Mangoni, il Nesti (supportato in maniera offensivamente indecorosa dalla moglie, sua Lancillotta dell’inquinato Cavo Briganti, più che del Lago); sorretto dalla procura, di cui era stato Vpo, è, come dice una famosa canzone di Battisti, Ancora tu, o meglio ancora qua. Intatto, inossidabile, intangibile, benvoluto e vezzeggiato dal lupettiano scout terraperta.
Ascoltate bene, gente. Non è credibile tutta questa storia fatta di tutto e di più. Qualcosa non funziona e non torna. E tantomeno al Terzo Piano del “convento colettico”, dove regna un Pm capo che non intercetta la cugina della presidentA degli avvocati pistojesi…
Quando (2000) stava per iniziare il concorso, poi rivelatosi taroccato – gentile karaoker Curreli, difensore a prescindere del Nesti e della moglie, il termine è lecito ex sentenza-Cerrone ormai passata in giudicato e da mo’… –, al tempo del Magnanensi, chitarrista alla Gualtieri, una lettera anonima avvisò la procura che il Nesti sarebbe stato vincitore.
Ciò fu acquisito agli atti, ma fu lasciato benevolmente cadere nel vuoto: senza indagini come al solito. Questa verità è stata accertata documentalmente in aula da giudici togati, non è mia invenzione.
Era il 2000. Curreli non era ancor giunto a ingrossare le file dei magistrati “deportati” a Pistoja. Ma il vizio pistojese della falsificazione del vero era consono al suo modus operandi. Quello di non indagare, o di sbagliare le indagini, o di mettere da parte i documenti per farli sparire se non nel Triangolo delle Bermude, almeno nei bermuda da scout. Così il Nesti vinse il concorso taroccato (per il termine il Divus Claudius veda sopra).
Eppure un’altra lettera, anch’essa anonima – Agliana-Agrùmia è il paese della Mala hora di Gabriel García Márquez… –, toccò di nuovo al Magnanensi. Il quale, senza indugio frapporre, la spedì alla procura di Pistoja, all’epoca – se non erro – in mano a Tindari Baglione o simili.
Risultato: nichts getan, niente di fatto, avvocata Giunti. Anzi, non solo non si fecero indagini, ma Nesti poco dopo diventò Vpo-Vice procuratore onorario in aula: cioè cugino di primo grado dei togati Pm e sostituti. In pratica sembrò essere sia apprezzato che promosso.
Il mai-comandante, ad Agliana e a Pistoia/Terzo Piano, pare essere pari (Wortspiel = gioco di parole, avvocata Giunti) a un ferro da lavoro realizzato in vanadio, un metallo resistente e di gran pregio; numero atomico 23 nella tavola degli elementi, simbolo V: Vpo, appunto, dal 2002 al 2005.
Ma la sorte si accanisce contro di lui. Questa la tesi sua e della moglie super-letterata, anglo-franco-tedesco-russofona, scrittrice di allegoriche Cronache di Agrùmia (= Agliana), rappresentata proprio com’è: una sentina di comunismo familistico/nepotistico e favoreggiatore del «Nesti for comandant».
Ce lo ha spiegato molto bene, in aula, la stessa segretaria generale Donatella D’Amico, chiarendo esplicitamente che “ad Agliana di ispettori della polizia municipale ce ne erano altri due: Sonia Caramelli e Lara Turelli. Ma il Pcus del Soviet locale voleva il terzo e solo ispettore del mondo; il Master i Margherit caro e noto alla Blimunda: l’impareggiabile, il super, l’eccelso Andrea Alessandro Nesti”.
Se Curreli, invece di andare in giro a piantare alberi e grane; o di scoutare con i lupetti/lupini; o di aprire terre (degli altri, non sue), stesse più con i piedi per terra al Terzo Piano e in aula, eviterebbe di fare le figure che fa rinviandoci a giudizio col concedere il privilegio della scriminazione a credito alle sue «prossimità sociali». Sue, dico, anche se suggerìtegli da altri suoi «prossimi sociali». Evidentemente il suo “archetipo Padre Fedele Bisceglia” non è mai stato superato: il che gli impedisce una matura e onesta amministrazione della giustizia come Costituzione comanda.
Milva Maria Cappellini – la moglie – si schiera da Lancillotta (anche lei sa poco latino, lo orecchia soltanto) al fianco del marito; gli spinge dietro le sue «prossimità sociali» (Alessandra Casseri, segretaria di Giuseppe Grieco, compresa; le amiche di partito e di letteratura etc.; scrive a Concita De Gregorio di Repubblica e, con profilo FB fake (in cui cade a pera cotta anche quel brachicèfalo di Segatura, soprannome del Ciottoli-Agnellone e non solo), agita le acque; subbuglia la Piana; scrive alla disciplinare dei giornalisti [che la manda a fare una gita in dòmo] e ci insulta pure.
Curreli non sa leggere o non legge tutto questo. Lui fa giustizia: e giustizia chi, come noi di Linea Libera, rompe le pelote al Terzo Piano. Eppure il Tar-Toscana aveva tagliato le gambine a Nesti e signora: lo stesso trattamento che, poi, una delle sue più strenue sostenitrici interne al Comune, la segretaria Paola Aveta, ha invece riservato alla comandante Turelli, vittima aurea del Nesti; alla quale (a mio parere e opinione) non è sbagliato ipotizzare che la “banda Nesti” riservò, nel 2020, la famosa lettera anonima di accusa che coinvolgeva anche mie corrispondenze.
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A chi poteva giovare quel testo anonimo infetto negàtomi da Donna Aveta, se non al Nesti ed esclusivamente a lui e alla tesi della povera vittima maltrattata dal mondo crudele?
È per questo, allora, che l’Aveta non ha mai voluto consegnarmi quella schifezza anonima com’era suo dovere di segretario generale? Temeva, forse, l’Aveta, che si vedesse che ad appropriarsi di screenshots che avevano violato il sistema informatico del Comune, era stato il mai-comandante, in quel momento destinato (dalla segretaria generale stessa) all’ufficio della Giuseppina Chiaroni, responsabile anche del protocollo e della posta dell’Ente in entrata e in uscita?
In questo caso in difesa dell’illegalità dell’Aveta e del verminaio amministrativo, si schierò la sostituta Linda Gambassi, la magistrata che ha fatto sbiadire l’inchiesta “inceneritore e tumori della Piana”.
Il popolo, da chi amministra la giustizia in suo nome, è amato e rispettato in questa precisa maniera!
Chi protegge, dunque, in procura, e con tanta pervicacia, il mai-comandante? Solo il Curreli o anche altri che non compaiono? Il filo di continuità e comando (ve l’ho detto mille volte e mai smentito) lo teneva, dal 1998, Giuseppe Grieco.
La cui segretaria, Alessandra Casseri, ripeto, era amica (ci sono le battute e i commentini feisbucchiani) della Blimunda, ossia Milva Maria Cappellini, moglie del Nesti, pronta a sostenere il marito da Lancillotta del Cavo Briganti. Colei interveniva, in pubblico, sul suo profilo di scrittrice-letterata; e, in incognito, sul profilo fake MM Cantini, su cui scivolava il Segatura. La Blimunda spargeva glifosate (e merda) su chi, come Linea Libera, unica fra i giornali dell’area, raccontava e illustrava per filo e per segno il malcostume e l’illegalità volontariamente ignorata dall’intoccabile procura di Pistoja.
Il sostituto Curreli, a mio parere poco perspicace, non vuole sentirsele dire, certe cose, e quindi le ignora; non indaga; non tiene conto dei documenti; non si ferma mai nel perseguitare (è un compulsivo? Un vero stalker?) e se lo fa, lo fa solo quando va al karaoke al Tempio. Il resto ciccia.
Può durare un tran-tran di questo genere? Noi siamo convinti (anzi certi) di no, anche se questo sostituto grillo canterino predica l’amore universale della terra aperta all’inclusione.
Il mai-comandante è stato tenuto 15 anni in piena libertà di sbagliare a tutto campo, impunito e incontrollato. Per altri 5, poi, è stato salvato e protetto dall’Aveta, dal Benesperi e da quello stesso Segatura che telefonò al Romiti, ma che ora, per amor dell’Aveta, sostiene Pereira.
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Nessuno della procura ha mai mosso un dito a favore della vera legalità. E Curreli, nonostante le quintalate di documenti depositati in aula e verificati da vari giudici, continua a imperversare perché, forse per conclamata mancanza di intelligentia rerum et iuris (= incapacità di capire i fatti e il diritto, avvocata Giunti), continua a tenere le ali a chioccia sul Nesti, sul Perrozzi, sul Benesperi, sull’Artioli e chissà su quanti altri che possano servirgli per strozzare in carcere (a mo’ di console Cicerone con i congiurati catilinari) chi mina il potere dell’arbitrio terzopianista pistojese.
Evidentemente non perché il male del mondo dipende solo e sempre da noi di Linea Libera, ma perché la curtis dominica di Coletta ha in testa l’idea di essere piena di emissari di Jaweh che, proprio come Quello della Bibbia, sa far bene solo una cosa: riempire il mondo di infelicità nonostante l’evidenza della verità effettuale.
Curreli Curreli, dice padre Fedele… Ma non ti basta aver già mostrato a tutti quali sono, in buona sostanza, i metodi che ti sono più congeniali?
Pensi forse che siamo ciechi e che tremiamo dinanzi a te come tutta Roma dinanzi a Scarpia nella Tosca di Puccini?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana
Ci sono due modi per combattere il potere: o prendere le armi come uno Zelensky sciocchino oppure usare l’ironia, la satira, il sarcasmo.
Anche se chi ha il potere, proprio perché lo esercita, il più delle volte è affetto dalla cosiddetta “sindrome dei quattro zoccoli”…