PISTOIA. Alla fine ci sono andato, sotto la Galleria Nazionale, a sentire cosa mai sarebbe stato detto a quell’iniziativa tanto strombazzata dal Pd, sull’Europa delle città, le sfide per i comuni e altre frasi ad effetto dal sapore quasi erotico per i fedelissimi democratici accorsi per la serata.
Ho notato una discreta partecipazione, rigorosamente tutti addetti ai lavori e uomini d’apparato, ma anche inaspettata. Ho capito dopo che il motivo di tanto entusiasmo era dato dalla presenza della figura di questo Barca, ministro montiano del fiscal compact e della tanto apprezzata riforma Fornero, oggi beniamino incondizionato di quella sinistra duro-purista che lo ha inserito nel pantheon della buona politica e in sostanza lo vede come mentore o comunque come jolly da spendere alla bisogna.
Non mi è parso di notare i renzisti locali, quei canini fideisti prontissimi a schierarsi e mobilitarsi esclusivamente per la gloria del loro leader cazzaro, come ormai viene definito sui giornali, alla toscana, il premier più restauratore e conservatore che l’Italia ricordi.
Molti conoscenti e amici mi hanno salutato a stento e quasi con fastidio, ma come avevo immaginato e scritto, anche se ad alcuni scoccia sentirselo dire, la discussione è consistita nella solita occasione di chiacchiere a vuoto dove tutti se la suonano e se la cantano tra di loro con grande soddisfazione.
Il sindaco Bertinelli ha bollato ferocemente sia la vecchia politica che la nuova classe politica, riferendosi alle grandi occasioni perse sull’ambiente, come le spese folli per ricostruire i danni idrogeologici per non aver investito in prevenzione, anche da noi.
Evocando il linguaggio e alcuni punti delle forze ambientaliste: mi è sembrato insomma che si fosse accorto che noi Verdi avevamo ragione quando per anni e anni denunciavamo e proponevamo, senza essere ascoltati ma venendo irrisi e marginalizzati in tutti i contesti.
Del resto lo ha ribadito lo scorso martedì alla trasmissione di Floris su La7 l’eurodeputata Alessandra Moretti, ammettendo che per trent’anni la politica non si è interessata della messa in sicurezza del territorio perché la tutela idrogeologica non porta voti.
Lo ha detto proprio lei, che viene non dal Grande Fratello, dove avrebbe avuto sicuramente maggior successo, ma da un’esperienza amministrativa a Vicenza, città finita sott’acqua nel 2010. L’ha detto lei, una renziana (chi non lo è oggi?), riconoscendo quindi che l’Italia non ha mai avuto una classe dirigente ma solo degli inconcludenti politucoli, oltretutto saccenti e arroganti.
E purtroppo, aggiungerebbe una persona di buon senso, continua ad avere, nelle istituzioni e nei centri decisionali, degli incapaci vestiti da giovani, che con presunzione ineffabile ripercorrono tutti gli errori, mi riferisco al decreto SbloccaItalia, che ci hanno portato al fondo del barile.
A parte questo al dibattito del Pd sotto la galleria non c’è stata una parola sulle storiche difficoltà del nostro comune, così nemmeno sono stati pronunciati dei discorsi concreti e attuabili per dare una risposta politica alla situazione presente cittadina.
Non mi rimane che levarmi qualche sassolino dalle scarpe e ribadire che l’Italia non si merita questi rappresentanti, a tutti i livelli, che gestiscono in modo squallido tutto ciò che toccano, dalla sanità alle grandi opere inutili, salvo piangere miseria e incolpare le piogge e gli avversi numi.
Se non ci sono soluzioni per uscire dal cul de sac si prendano quelle elaborate dai Verdi, ancora attuali. E alla fin della fiera visto che sempre più spesso i candidati piddini sono rinviati a giudizio, come in Emilia Romagna, ci sta davvero che il Pd dovrà candidare proprio qualcuno di un altro partito: e forse sarà la volta buona se candideranno uno dei Verdi!
Oggi i democratici sono diventati garantisti, hanno fiducia nella magistratura ma quando beccano loro gridano che i giudici vogliono fare politica e lamentano la giustizia ad orologeria.
Per loro la politica è solo una scorciatoia per non dover andare a lavorare, perché non ne sarebbero capaci e dovrebbero quindi inventarsi qualcosa. Non hanno capito che la politica è semmai un lavoro serio e molto impegnativo, in cui chi ha una marcia in più la mette a disposizione.
Vedo invece che quasi in tutto il Pd, e su su fino agli inizi dell’albero genealogico, vanno avanti quelli con due marce in meno, buoni solo a innalzare montagne di debito pubblico col quale comprarsi il consenso e a fare discorsi e promesse. Come quelle del mitico Veltroni che doveva andare in Africa da volontario, rimasto però a fare la bella vita trai suoi appartamenti di Roma e New York, magari parlando di Berlinguer e della sobrietà.
Il problema è che io, insieme a molti, diversamente da quanti hanno portato la residenza fiscale in Svizzera come il compagno De Benedetti, o praticano i paradisi fiscali del finanziere renziano Serra, devo contribuire a sostenere e colmare i dissesti finanziari fatti dal Pd grazie principalmente alle banche che controllano e da cui ottengono finanziamenti senza bisogno di garanzie (a differenza di tutti i normali cittadini e imprenditori).
Lo hanno anche ammesso, vi ricordate Fassino: “Adesso abbiamo una banca”? Sì quello che ora dice che se chiude il Parlamento sei mesi nessuno se ne accorge ma non lo avrebbe certo detto quando con la moglie è rimasto lì parcheggiato, 19 anni lui e 21 lei, votati e rivotati da elettori sordi e ciechi che hanno creduto a tutto.
Proprio in Piemonte si sono tutti accorti che il mega grattacielo supermilionario della Regione, a breve ultimato, rimarrà inutilizzato per mancanza di soldi. Voglio proprio vedere se il Pd ci sistema tutti gli immigrati che arrivano, visto che si dichiara sempre pronto ad accogliere tutti (business dell’accoglienza?) salvo poi lasciarli strasciconi nelle città dove proliferano inevitabilmente tutti i fenomeni di degrado sociale, e insicurezza.
Completa il quadro l’immagine del modello economico targato Pd, basato su di un capitalismo senza capitali (dove gli stessi finti capitalisti sono prestafacce di interessi partitici o comunque di sistemi economici insani: vi ricordano qualcosa i casi Telecom, Autostrade, Alitalia e Parmalat?), e lo sviluppismo senza sviluppo e senza prospettive, ma di rapina e di inquinamento, drogato clamorosamente in tutti i modi su cui però troppi imprenditori antindustriali sono saliti per fare la fine che hanno fatto o stanno per fare.
A breve ritornerò con due battute sui temi locali.
[*] – Verde, ospite
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Per l’immagine utilizzata e l’evento a cui Geri si riferisce vedere qui.