PISTOIA. Si dice: per migliorare lo sport ci vorrebbe gente di sport. Con quest’affermazione, giustissima, si fa intendere che coloro che al momento tengono le redini del movimento sportivo, sia a livello nazionale sia a livello locale, non siano sportivi, non siano persone che hanno praticato lo sport, qualsiasi tipo di disciplina sportiva, né persone che lo conoscano a fondo e che quindi sarebbero in grado di elaborare progetti, avere delle idee per il futuro dello sport stesso.
In Italia, purtroppo, va così: i politici, che hanno stravolto la politica, che sarebbe arte nobile, hanno fatto più danni della grandine, piazzando gli amici degli amici su poltrone che meriterebbero competenza, serietà, progettualità.
Se notate, a capo di qualcosa c’è sempre o quasi colui che non sa mettere né tre parole in fila né saprebbe avvitare una lampadina: si pone sul massimo gradino perché capisce il giusto e di conseguenza non pone domande, non cerca di sviscerare i problemi, non crea turbative. Sta silente, nulla facendo (e in questo modo trascorrono i giorni, passano le stagioni, si accumulano anni e guadagni).
Queste brevi considerazioni ci sono saltate alla mente andando, invitati, a una delle numerose manifestazioni di solidarietà di cui è ricca la nostra Pistoia: lì, gli amministratori fanno a gara a partecipare, a fare passerella, perché c’è visibilità anche per gli allocchi.
In questi incontri non mancano anche uomini di sport, seduti sempre in un angolo, solitari. Stridono queste due immagini: i primi, serviti e riveriti, i secondi, le cui conoscenze servirebbero e non poco al bene della collettività, in tutti i settori dello scibile, trascurati da tutto e tutti.
Quando arriveremo a comprendere che per progredire c’è bisogno di sapere, del sapere, della conoscenza? Troppo tardi, quando, come avrebbe chiosato l’ex assessore alla Regione Sicilia Franco Battiato (un’esperienza che ha fatto), tutto il patrimonio sarà depredato.
