MANZONI-ATP, L’ELOGIO (FUORI LUOGO) DELLA GIUNTA

Un momento della presentazione, ovvero Il processo canonico di beatificazione della Giunta
Un momento della presentazione, ovvero Il processo canonico di beatificazione della Giunta

PISTOIA. Certo, i numeri sono importanti e Rodolfo Sacchettini, Presidente dell’Associazione teatrale pistoiese, ieri, nel tardo pomeriggio, alla presentazione, in pompa magna, della stagione che è già iniziata, sul palco del teatro Manzoni, ci ha tenuto eccome a snocciolarle, le cifre: il record di 1.199 abbonati della passata stagione, che aveva comunque fissato l’asticella del gradimento culturale pistoiese a un livello considerevole, sta per essere eguagliato e abbattuto e sono così contenti, all’Atp, che l’abbonamento numero 1.200, invece di venderlo, lo regaleranno.

Ma non solo. Rodolfo Sacchettini, che fino ad oggi, nelle uscite ufficiali, aveva sempre esternato una loquacità prossima al collasso, ieri si è invece catapultato nell’orbita dei complimenti, tessendo la serenata al suo gruppo, bravo non solo ad implementare gli spettatori, ma anche e soprattutto ad indurre, Provincia e Regione, ad aumentare il cachet dei contributi, perché in Toscana, bravi come al Manzoni, non ce ne sono altri, di addetti ai ritrovi intellettuali.

I ringraziamenti, invece, Rodolfo Sacchettini li ha riservati all’amministrazione comunale che lì lo ha messo, ma non per la nomina ricevuta, ci mancherebbe altro, quanto per la lungimirante politica della Giunta Bertinelli che in questi tempi bui e magri di tagli e di dove andremo a finire ha trovato il modo per come non penalizzare l’offerta del Manzoni.

E non è finita qui, perché il presidente Sacchettini, ieri ha addirittura indossato gli abiti del presentatore, intervistando Diego Marano, il giovane pianista figlio e nipote d’arte di musicisti della scuola Mabellini che ha aperto il pomeriggio con un’esibizione classica al piano sullo sfondo della Villa di Scornio, informando la città che la Mabellini è finalmente stata aggregata all’Atp, un connubio dai contorni epocali.

Quando ha lasciato il microfono, la platea ha tirato un sospiro di sollievo; Umberto Orsini, Roberto Valerio e gli altri invitati hanno iniziato a fregarsi le mani pensando che da quel momento in poi si sarebbe finalmente parlato di spettacolo.

Roberto Valerio e Umberto Orsini, ovvero La solitudine dei numeri primi
Roberto Valerio e Umberto Orsini, ovvero La solitudine dei numeri primi

Nient’affatto, perché la parola è passata a Elena Becheri, nella doppia veste di Assessore alla cultura e all’istruzione, un en-plein che ha tramortito gli uditori, costretti a sciropparsi di nuovo l’elogio dell’amministrazione e dei suoi sponsor, grazie ai quali, in tempi così bui e magri di tagli e di chissà dove andremo a finire hanno saputo conservare e rimpinguare le casse, permettendo al teatro di riproporsi con un’offerta degna delle migliori tradizioni e stagioni.

A quel punto, la parola sarebbe dovuta finalmente passare – il condizionale è d’obbligo, perché noi non ci eravamo più – a un addetto ai lavori, Saverio Barsanti, il Direttore artistico dell’Atp, fino ad allora un leone in gabbia che non aveva comunque perso l’aplomb della leggerezza di un’attesa spropositata. E non sappiamo cosa abbia detto Saverio, ma lo possiamo immaginare, visto e considerato che al suo fianco, sul palco, c’erano alcuni dei protagonisti che andranno ad impreziosire la stagione in corso.

E dopo di lui, che avrebbe snocciolato date, frequentazioni, date di nascita e apparizioni, contatti e frequenze, con la simpatica maestria che ne condiziona la passione, smisurata, verso il proprio lavoro, il microfono sarà stato forse offerto a Umberto Orsini, ad esempio, uno dei maestri del teatro nazionale, che dal 9 all’11 gennaio 2015 interpreterà Il gioco delle parti, di Luigi Pirandello, per la regia di Roberto Valerio, che gli era seduto accanto. Non c’eravamo più, allora, perché eravamo già stati storditi dalla retorica della magnificenza di regime e allora, del cartellone, ve ne offriamo titoli e date in sequenza temporale.

Gli spettacoli in cartellone saranno undici, uno più dell’abituale decina offerta in questi anni, oltre quattro rappresentazioni sottotitolate Altri linguaggi, che non faranno parte del pacchetto degli abbonamenti. Si è già iniziato, anzi, è tuttora in corso, Maledetto nei secoli dei secoli l’amore al Bolognini, che fa da apripista a Servo per due (21 – 23 novembre), 7 minuti (5 – 7 dicembre), Il giuoco delle parti (9 – 11 gennaio 2015), Prima del silenzio (23 – 25 gennaio), Lo zoo di vetro (30 gennaio – 1 febbraio), Sinfonia d’autunno (13 – 15 febbraio), La dodicesima notte (27 febbraio – 1 marzo), Morte di un commesso viaggiatore (6 – 8 marzo), Dipartita finale (27 – 29 marzo) e Le sorelle Macaluso (10 – 12 aprile).

Per parlare con Saverio Barsanti della stagione non mancherà certo l’occasione: è sempre a teatro, ad ogni spettacolo e quando il Manzoni non è all’opera, è facile trovarlo in qualche scantinato metropolitano dove si secerne cultura e spettacolo anche fuori dalla dinamiche delle offerte irrinunciabili…

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