PISTOIA. Ora di queste “sviolinate-Asl 3” siamo veramente pieni. Vorremmo analizzare riga per riga il comunicato riprodotto (vedi) ma non vogliamo fare violenza all’intelligenza del lettore.
In breve sintesi si evince che al San Jacopo ci sono meno ricoveri perché c’è un infermiere (io preferirei un medico…) al pronto soccorso che , come Caronte, decide e vaglia: “Il pronto soccorso ha, infatti, rappresentato un punto privilegiato di osservazione e di presa in carico dei pazienti che si recano ripetutamente presso i servizi ospedalieri, senza poi trovare la risoluzione a loro problemi, sanitari o socio-sanitari”.
È elementarmente deduttivo che i problemi sanitari e socio-sanitari, soprattutto i primi, trovano normalmente risoluzione presso il ciabattino o il pescivendolo di quartiere. Quando “non se ne può più” si va al “gommone-San Jacopo”. Poiché siamo ultra etc., insomma vecchi, ci andiamo “ripetutamente…”. E loro non ci voglio fra i piedi.
Ancora, ma poi smettiamo: “all’interno del pronto soccorso, del presidio ospedaliero San Jacopo di Pistoia sono stati valutati, in soli 45 giorni, 348 pazienti, con un’età superiore a 65 anni, e per 141 di loro è stato attivato un percorso assistenziale diverso rispetto al ricovero ospedaliero”. Sette pazienti al giorno, con quanti infermieri (io preferisco un medico…) a disposizione? Uno solo o uno per turno?
Una semplice domanda: nella maggioranza dei casi, chi ha inviato questi utenti – che un tempo si chiamavano pazienti – ultrasessantacinquenni al pronto soccorso? Si presume i medici di famiglia: onde, sempre si presume, per sintomi o patologie non semplicemente affrontabili senza metodi e mezzi diagnostici che solo il “gommone-San Jacopo” possiede: un gommone che fa acqua da tutte le parti e che ci costa diciannove milioni di euro l’anno solo per la parte ordinaria e non sanitaria.
Comunque la si metta, dopo il celere consulto sanitario, si può restare in contatto tramite “fallout telefonici” (il bingo?) oppure, comunque “L’infermiere esperto in pronto soccorso è stato anche abilitato ad utilizzare una serie di data base (il portale Dedalus, il programma Caribel e il programma As-400)”: evidentemente anche l’enteroclisma si è modernizzato nel linguaggio.
A proposito, come usava nella Cina comunista o nei paesi comunisti, i vecchi erano un peso per la società del benessere rosso e venivano tranquillamente eliminati. Su questo argomento potrebbe chiarirci le idee la Direzione Sanitaria.
Proposta indecente: al “gommone-San Jacopo” si viene trattati per “intensità di cura” e se non sapete cosa significa fatecelo sapere e ve lo spiegheremo.
Se si applicasse il concetto di “intensità di intelligenza, di qualità e di competenza”, quanti soloni amministrativi, schiavetti del rosso Rossi, ancora oggi lavorerebbero?
Proposta indecente due-la vendetta, ma a fin di bene: un ufficio stampa così solerte e ligio, dove mai potreste trovarlo? Volete darglielo un aumento di stipendio?
Tanto paghiamo noi…