
PISTOIA. Non si sono persi d’animo, Elena Ferretti e Luca Privitera, anche quando sbirciando dal telone che divideva il palco dalla sala del Bolognini, stamattina, hanno visto il piccolo teatro pieno in tutti i suoi posti. No, non è l’emozione che avrebbe potuto giocare un brutto scherzo all’affiatatissima coppia scenografica, quanto il contenuto della loro performance teatrale, Il maiale e l’aiuto chef, sottotitolato esperimenti surreali di cucina catastrofica, rivolta, più che altro, ai cittadini che verranno, ai bambini.
E infatti, i pochi marmocchi che c’erano, tra le orde delle scolaresche degli Istituti medi secondari, si sono divertiti moltissimo a sbeffeggiare rumorosamente Luca Privitera, con la maschera del maiale, prima, per poi indossare, durante lo spettacolo, quella di altri animali, nessuno dei quali lo avrebbe mai potuto avvicinare al genere umano. E anche la sua compagna Elena Ferretti, vestita e con un accento da pianura padana, ha saputo tenere alto il ritmo di una dimostrazione teatrale che calzava benissimo i presupposti ambientalisti della macchina organizzatrice, la Consulta e il Cesvot, che presidieranno, pacificamente, tutta la giornata.
Il volontariato, in Toscana, gode da sempre di picchi da primato, con Pistoia, tra l’altro, che vanta un ulteriore prima piazza quasi incontrastata. E oggi, per la festa in corso, Legambiente, Comune, Provincia e Caript non hanno voluto sottrarsi dall’onore di partecipare e contribuire all’evento, seguendo la macchina dimostrativa per l’intera giornata, fino a stasera, con l’altra dimostrazione teatrale, Asbesto, scritta da Claudia Cappellini e interpretata da Monica Menchi.
È l’ambiente la parola all’ordine del giorno e di ambiente si è voluto parlare, approfittando dell’impegno civico e culturale di Luca Privitera e Elena Ferretti, da anni sul fronte teatrale dell’impegno civile che propinano a grandi e piccini, con storie come quella odierna, di un’attenzione dimenticata alla cultura delle colture e altre, di maggior respiro e ampiezza, sulla mafia e sulla violenza imperialista.