VALDINIEVOLE. «I sindaci, i burocrati e i partiti della Valdinievole devono ascoltare le istanze dei territori. Non si può negare un processo informativo e partecipativo sulla fusione dei Comuni valdinievolini solo perché c’è da difendere il proprio orticello e la propria poltroncina».
A dichiararlo è il capogruppo di Più Toscana in Regione, ed ex consigliere comunale di Larciano, Antonio Gambetta Vianna, già promotore di vari referendum per le fusioni dei Comuni tra i quali quello per la fusione dei Comuni della Montagna Pistoiese, che si schiera «apertamente dalla parte del sindaco di Monsummano Terme, Rinaldo Vanni».
Per il consigliere regionale, «in Valdinievole le associazioni di categoria, i sindacati, alcuni schieramenti politici e soprattutto i comitati di cittadini hanno capito l’importanza di un’eventuale fusione dei Comuni, che non è soltanto economica con i famosi 50 milioni di euro che arriverebbero dalla Regione e dallo Stato centrale, ma lo è anche dai punti di vista politico, amministrativo e rappresentativo. Meglio tanti piccoli Comuni, a parte alcuni, oppure un grande Comune che possa fare della Valdinievole uno degli enti più grandi e, di conseguenza, più forti amministrativamente parlando della Toscana? La fusione dei Comuni, tra l’altro, oltre a migliorare i servizi, dà la possibilità di mantenere la vicinanza delle Istituzioni ai vari territori attraverso i Municipi. Mi auguro – conclude Gambetta Vianna – che si arrivi a una soluzione coinvolgendo la cittadinanza. E c’è un solo modo per farlo: un referendum».
Antonio Gambetta Vianna