L’AVO HA CHIUSO I BATTENTI

Avo, volontarie al Villone
Avo, volontarie al Villone

PISTOIA. [a.b.] È notizia fresca la chiusura dell’Avo (Associazione Volontari Ospedalieri), un gruppo – almeno da quanto si legge sul sito dell’associazione – “formato da circa 50 persone accumunate dal desiderio di offrire solidarietà ed amicizia a chi soffre”.

L’associazione è stata costituita a Pistoia nel 1981 dal professor Mario Cresti. Oltre che al “San Jacopo” operava anche presso la Casa di riposo “Villone Puccini”. Della chiusura dell’associazione presieduta dal 2012 ad oggi da Irene Morosi (del consiglio direttivo in carica fino al 2014 facevano parte anche Patrizia Dolfi, Gianna Gallori, Marlena Galigani, Gianluca Fondi, Carla Bagnoli e Mabel Guiducci) ne dà notizia sul suo profilo facebook Isa Vannucchi Gaggioli per anni attiva volontaria, nonché “memoria storica” dell’associazione.

“Come si può sciogliere un’Associazione con più di 35 anni di vita all’interno dell’Ospedale del Ceppo per poi spostarsi al San Jacopo? Cosa è successo ? Coloro che sono pervenuti a questa incresciosa situazione non hanno preso in considerazione altri provvedimenti in merito ? Queste e altre sono le domande che mi faccio e che pongo anche a questa vasta platea di amici. La storia: l’AVO a Pistoia ha avuto inizio fine anni 70 inizio anni 80 sulla base di un atto notarile costituito da un primo nucleo di volontari, appartenenti alla Caritas, e che riportava la sigla Avado (Associazione Volontari Assistenza Domiciliare e Ospedaliera).

Tra questi, quelli più conosciuti: Prof. Mario Cresti, dott. Sergio Bardelli, Di Marcoantonio P. Antonio, dott. Paolo Caselli, Leandra Ballati, monsignor Giordano Frosini, Luisa Giulietta Pocchioli Vol Caritas, Giselda Pastacaldi, vol Caritas Wilma Vannucci vol Caritas.

 

Avo, volontari ospedalieri
Avo, volontari ospedalieri

I delegati si resero conto, quasi subito, che operare sul territorio era molto difficile che non in ospedale e preso atto che in quel tempo stava esercitando e promuovendo volontariato territoriale il parroco di San Pantaleo don Bertini è allora che fu deciso di rivolgersi solo nell’ambito ospedaliero.

Si può raccontare che nel dicembre del 1978 venne promulgata la legge n° 833 sull’Istituzione del servizio sanitario nazionale e per la prima volta una precisa normativa sancì la presenza del volontariato all’interno delle strutture pubbliche sanitarie. Questo legittimò il servizio dell’Avo e aprì all’associazione un’ampia scelta di interventi che andavano ben oltre la semplice assistenza ai degenti. La legge, offriva all’Avo con i suoi volontari, la possibilità di concorrere a tutte le fasi di programmazione dell’attività delle strutture sanitarie e socio-assistenziali.

Il Prof. Mario Cresti, primario della chirurgia del Ceppo, memore dei trascorsi del prof. Erminio Longhini, (1975) primario medico dell’ospedale di Sesto San Giovanni, il quale dette avvio all’Avo nel proprio Ospedale per poi divulgarlo a livello nazionale, riunì all’Ospedale del Ceppo di Pistoia un gruppo di persone, dove anch’io ebbi una parte importante, e dal 1981 l’AVO iniziò il suo cammino ed è stata sempre presente nell’ascoltare e compiere i gesti più semplici nel bisogno della persona ricoverata.

Per questo sono molto arrabbiata per il succedersi degli eventi e mi batterò per esprimere la mia opinione e condividere con altri la questione.

  • Non è sempre facile dire la verità, specialmente quando si deve essere brevi (Sigmund Freud).

Tanto dovevo

Isa Vannucchi

Vedi: http://www.avopistoia.altervista.org/index.html

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