TEATRO LABORATORIO DELLA TOSCANA, UNA PALESTRA DI TALENTI

Gli 11 allievi del teatro laboratorio della toscana
Gli 11 allievi del teatro laboratorio della toscana

PISTOIA. È l’estate del 1789, il 14 luglio, per l’esattezza. A Parigi, gli insorti riescono a conquistare la Bastiglia, catturano Luigi XVI e si impadroniscono della città. Contemporaneamente, in uno dei sobborghi più malfamati della città, in una bettola dal nome Il pappagallo verde, un’ex compagnia teatrale a corto di scritture, continua a recitare il proprio copione, svelando così cos’è, in verità, il teatro.

Queste le premesse storiografiche e enciclopediche. Al resto, ci ha pensato Federico Tiezzi, il regista scenografo attore fiorentino che ieri sera, al Piccolo Mauro Bolognini, ha ambientato, con i suoi undici giovanissimi talenti del Teatro Laboratorio della Toscana, Il pappagallo verde appunto, rilettura, ampia, variegata, stravolta e riconsegnata all’autore intatta e impreziosita dell’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler, tradotto in scena anche e soprattutto grazie alla drammaturgia di Fabrizio Sinisi e alle lezioni corali di Francesca Della Monica.

Con tempi tecnici mirabolanti, continue sovrapposizioni di piani sequenza e semantici, intrecci nei quali l’intera compagnia – senza teste di ariete e comprimari, ma tutti insieme, indistintamente – affascina la platea, sfoggiando più e più requisiti scenici. Prima dell’esibizione, che fa il paio con Gli uccelli di Aristofane, mandata in scena la settimana scorsa al Green Village Vannucci piante, Federico Tiezzi ha introdotto il pubblico alla rappresentazione, assicurando i presenti che si sarebbe trattato di qualcosa di estremamente divertente.

In realtà, a ridere sono stati in pochissimo, ma questo è un dettaglio, altamente ininfluente in virtù di quello al quale si è assistito l’ora successiva. Perché tutti, ma proprio tutti, hanno applaudito, con fragore e convinzione, la performance individuale e collettiva degli attori, una giovanissima palestra di recitazione dalla quale usciranno, ne siamo profondamente convinti, uno stuolo di professionisti. Perché il teatro di Federico Tiezzi non è un palcoscenico che si riempie di aspiranti attori, ma un luogo, spesso, di profondo dolore e rigore e disciplina e rinunce.

Solo dopo essere passati più e più volte attraverso le forche della perfezione, si arriva, forse, da quelle parti. Un luogo che è il frutto di una serie di esperienze che si sono date appuntamento editoriale nel libro Teatro Laboratorio della Toscana, distribuito, dal Direttore artistico dell’Atp Saverio Barsanti, a pochi intimi prima della rappresentazione; una raccolta alla quale alla collaborato, ognuno dal proprio punto di vista, tutti quelli che con Tiezzi, prima o dopo, ma spesso durante, hanno a che fare.

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