DOPO SANTANA, ARRIVA ANCHE STING

Sting
Sting

PISTOIA. Ci sembrava già tanta roba così, con Carlos Santana, per la terza volta. Il Festival Blues, invece, stavolta, per questa edizione numero 36, sembra davvero volerci andare giù parecchio duro visto e considerato che dopo il chitarrista messicano, atteso in piazza del Duomo il prossimo 21 luglio, tre giorni dopo, il 24 luglio, sarà il turno di Sting, ex bandleader dei Police e con una carriera solista, subito dopo lo scioglimento del leggendario trio britannico, da oscar della musica. Una montagna di Grammy, milioni di copie di dischi venduti, portentose apparizioni live, da Frank Zappa a Winton Marshalis, nei jazzclub più imponenti come negli anfiteatri più popolosi, un musicista camaleontico, capace di esordire nel mondo del punk, diventare un alfiere del rock and roll per poi traghettarsi icona del jazzrock.

La notizia, ufficiosa, aleggiava già da qualche giorno, in città. Era uscita fuori un attimo dopo l’ufficializzazione della presenza di Santana; qualcuno, nell’ambiente, diceva che fossero chiacchiere per ingigantire l’attesa e le aspettative. E invece.

Certo, di strada, lo straordinario musicista inglese, non ne dovrà fare molta, visto e considerato che la residenza, Gordon Mattew Thomas Summer, ribattezzato da Gordon Slomon prima Stinger e poi Sting, l’ha fissata a Figline Valdarno, dove possiede la villa del Palagio e la collina adiacente, di 300 ettari, nella quale lavorano 15 dipendenti. Ma al di là del piacere specifico e intrinseco – Sting è un musicista stratosferico, un magico polistrumentista, affascinato da molte culture musicali – è profondamente attento alle tematiche umanitarie e ambientali, quelle che lo hanno eletto, nel tempo, alfiere di Emergency e delle cause amazzoniche.

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