QUIRINALE: UN ALBERO, I MONTANARI E UN COMMISSARIO DEL POPOLO SOPRA LE RIGHE

Emiliano Bracali, Graziella Cimeli, Flavio Ceccarelli e Laura Burattini al Quirinale per rappresentare la Montagna
Emiliano Bracali, Graziella Cimeli, Flavio Ceccarelli e Laura Burattini al Quirinale per rappresentare la Montagna

PISTOIA-MONTAGNA. La rappresentanza dei Comitati della Montagna, vigili a che il “loro dei montanari” albero andasse nella direzione giusta, e cioè al Quirinale, non tanto all’uomo Napolitano (attuale Presidente della Repubblica, ma ex Ministro del Pci per i rapporti con il Komintern, allora nostri nemici, e quindi ben al corrente dei flussi di rubli che arrivavano nelle casse dei compagni che si dichiaravano verginelle ai tempi di tangentopoli…) quanto al luogo che esso (il Quirinale) dovrebbe rappresentare, ha fatto, soddisfatta, ritorno a casa.

Contenti e soddisfatti, quegli uomini e quelle donne impegnate, quantomeno per l’accoglienza ricevuta e per avere verificato che l’albero fosse “quello”, il loro albero, quello della Montagna Pistoiese. Tanto più che qualcuno di loro, i “magnifici quattro” (Graziella Cimeli, Laura Burattini, Emiliano Bracali e Flavio Ceccarelli), vista l’eterogeneità del gruppo istituzionale che faceva corona all’evento (ed il comportamento, deprecabile, di un singolo), aveva avuto il malevolo sospetto che anche l’albero fosse stato… taroccato.

Chi ci ha raccontato analiticamente gli eventi romani, ci ha garantito che quello era l’albero giusto; quello che stava anche nelle foto di cui ai nostri precedenti articoli pubblicati, che tanto sdegno e ira avevano generato ai vertici della Provincia e nel Sindaco Danti, solo perché quell’abete era stato fatto attendere qualche ora, prima della sua partenza per Roma, da un gruppetto di eversori che, invece di molotov, catene e trastulli vari, pacificamente avevano dimostrato contro la decadenza della Montagna con pericolosissimi foglietti di carta.

La cronaca dell’incontro è favorevolmente rivolta al buon garbo e alla gentilezza del personale del Quirinale, che qualcuno vorrebbe interpretare come benevolenza e non come atto dovuto. Quei Signori, infatti, hanno fatto solo il proprio dovere di “dipendenti” della Comunità, né più, né meno.

Un albero che chiede aiuto per la Montagna Pistoiese
Un albero che chiede aiuto per la Montagna Pistoiese

Non altrettanto sembra abbia fatto un dipendente della Provincia di Pistoia, che intendeva conoscere – e in maniera, pare, imperiosa, le motivazioni della presenza di uno dei partecipanti alla cerimonia, scambiando il suo ruolo di “comandato” della Provincia con quello di Commissario del Popolo e dei Работники (Ravòtniki, lavoratori).

Sig. Dott. Merendi, si ricordi che la sua gita a Roma su un pulmino della Vannucci Piante e suv di scorta, gratuita naturalmente, non la autorizzava a trasferire, nei sacri palazzi di Roma, l’ignoranza (in senso etimologico) dimostrata verso la Montagna, i suoi problemi, i suoi cittadini.

Pensavamo che la Provincia evitasse di mandare i suoi morituri dipendenti in gita e li indirizzasse, piuttosto, verso quelle iniziative di protesta che, giornalmente, si svolgono, a ragione, in tutte le province toscane.

Evidentemente lei, Sig. Merendi, è sicuro di mantenere il posto e di non finire fra i prossimi esodati, anche – forse – per l’età della pensione che s’avanza.

Su altri particolari torneremo prossimamente.

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