PISTOIA. Lettera al nuovo anno (sportivo). Innanzitutto, un ringraziamento al vecchio, che non pochi successi ha dato allo sport pistoiese. In questi giorni, solitamente, tutti a parlar male dell’anno vecchio, come se ognuno di noi non si accontentasse mai e volesse, persino pretendesse sempre qualcosa in più.
Pensiamo, invece, a quanta qualità ha il nostro movimento sportivo: c’è vitalità dappertutto, spesso mortificata da politiche sportive non all’altezza dei protagonisti, della città, della provincia. Se soltanto ci fosse un briciolo di buon senso in più, in chi di dovere, la Pistoia sportiva sarebbe da esempio in Italia. E al contrario…
Caro nuovo anno, caro 2015 che cosa ti chiediamo? Niente di trascendentale. La misura, l’equilibrio: per gli addetti ai lavori, per i tifosi, per i critici. Soprattutto per i nostri amministratori. Solo non perdendo la barra, ma tenendola dritta si può crescere, migliorare, maturare.
Guai a considerare lo sport di serie B: dalla salute dello stesso, si capisce la salute di una realtà, della nostra realtà. Mettere a capo dello sport chi di sport non sa, è mortificante per tutti. È una sconfitta di tutti. Significa non avere cultura sportiva, equivale a dire la cittadinanza può fare a meno dell’esercizio fisico. Cose da pazzi, chioserebbero a Napoli.
Per il resto, caro anno nuovo, tieniti premi, onorificenze, encomi… elargiscili ai soliti noti, cui altrimenti mancherebbe l’aria da immettere in panzoni enormi, per farli stare a galla. Lascia stare gloria e onori, ma punta sugli oneri: che Pistoia, la falsa piccola Pistoia, non si vergogni mai nel sentire pronunciare il proprio nome. Dappertutto. Sarebbe la vittoria più bella.