PISTOIA. “Usciti dal Limbo, Dante e Virgilio entrano nel II cerchio, meno ampio del precedente ma contenente molto più dolore. Sulla soglia trovano Minosse, che ringhia con aspetto animalesco: è il giudice infernale, che ascolta le confessioni delle anime dannate e indica loro in quale Cerchio siano destinate, attorcigliando intorno al corpo la lunghissima coda tante volte quanti sono i Cerchi che il dannato deve discendere”. Questo il punto di partenza da cui il prof. Roberto Fedi, martedì 13 gennaio ore 21:15 corso Gramsci 37, darà inizio alla sua lettura, narrazione, analisi del celeberrimo canto dantesco.
Il punto di partenza è proprio Minosse, in quanto il giudice in definitiva non giudica, in quanto è il dannato che confessando i propri delitti autonomamente determina la propria punizione. Il panorama che il sommo Vate si trova di fronte è terribile ed angosciante. “Superato Minosse, Dante si ritrova in un luogo buio, dove soffia incessante una terribile bufera che trascina i dannati e li sbatte da un lato all’altro del cerchio. Quando questi spiriti giungono davanti a una «rovina», emettono grida e lamenti e bestemmiano Dio. Dante capisce immediatamente che si tratta dei lussuriosi, i quali volano per l’aria formando una larga schiera simile agli stornelli quando volano in cielo”.
In tutto questo tuttavia c’è qualcosa che lo colpisce ancora di più proprio per il suo apparire del tutto avulso, estraneo ed incoerente con le altre presenze che incontra. “Dante nota che due di queste anime volano accoppiate e manifesta il desiderio di parlare con loro. Virgilio acconsente e invita Dante a chiamarle, cosa che il poeta fa con un appello carico di passione. I due spiriti si staccano dalla schiera di anime e volano verso di lui, come due colombe che vanno verso il nido: sono un uomo e una donna, e quest’ultima si rivolge a Dante ringraziandolo per la pietà che dimostra verso di loro. Poi si presenta, dicendo di essere nata a Ravenna e di essere stata legata in vita da un amore indissolubile con l’uomo che ancora le sta accanto nella morte; furono entrambi assassinati e la Caina, la zona del IX cerchio dove sono puniti i traditori dei parenti, attende il loro uccisore”.
Paolo e Francesca si innamorano leggendo un libro, si tratta del racconto di un’altra storia d’amore famosissima e cioè quella fra Lancillotto del Lago e la regina Ginevra. Dante infatti nel canto mette in guardia nei confronti della pericolosità della letteratura amorosa.
Il 13 gennaio alle 21.15 in corso Gramsci 37 a Pistoia, il prof. Roberto Fedi dell’Università per Stranieri di Perugia, analizzerà questo canto dantesco e magari interrogherà gli intervenuti anche su un tema come “A voi è mai capitato di innamoravi grazie a un libro? Insomma, è mai capitato che un libro abbia messo il suo zampino in una vostra storia d’amore?… Anche per voi galeotto fu ’l libro?”.
[culturidea]