PISTOIA. D’ora in avanti, dopo aver sputato l’anima, perle di sudore e la rabbia che la perseguita, Arianna Antinori avrà finalmente il tempo, dopo uno dei suoi concerti, di riposarsi un attimo, senza pensare di vendere i suoi Cd, reclamizzare la sua produzione e fare chiacchiere con chi vuole dimostrale l’affetto.
Alla reincarnazione, autentica, di Janis Joplin, infatti, la vita ha riservato un piacevolissimo inconveniente di percorso.
“Finalmente ho un editore – racconta Arianna Antinori da uno dei tavolini del circolo Arci di Santomato, dove stasera, la voce romana che vive a Vicenza e uno dei suoi gruppi al seguito, i Turtle Blues, daranno vita ad una delle tante serate del Santomato live –, la Klasse Uno Edizioni, di Castelfranco Veneto. Dopo avermi conosciuto e scritturato, hanno deciso di riprodurmi il mio Cd, Ariannantinori, che presentai l’anno scorso proprio qui, a Santomato. Il bello è quello che succederà d’ora in poi, perché questa edizione è molto attiva, dal Festival Show all’Arena di Verona passando per mille altri pertugi commerciali. Ho una carica addosso che non potete immaginare. Ma basterà avere un po’ di pazienza e aspettare che tra qualche ora si inizi a suonare: ve ne renderete conto”.
L’incontro fatale merita essere raccontato, perché nasce da un’amicizia, anzi, due. Si chiamano Silvia Parolin, che gestisce il Luca’s Bar, a Stroppari e Alessandro Doro. Silvia invita Arianna a condurre una serata delle sue nel suo locale di Tezze sul Brenta, a suon di rock psichedelico. Tra il pubblico, oltre va tutti i rockettari, c’è Alessandro, che la mette in contatto con il gotha della Klasse Uno. Il resto sono contatti ravvicinati del tipo musicale, firme, accordi, previsioni, progetti.
“Non sto nella pelle – aggiunge Arianna Antinori –. Ho trascorso una vita ad autoprodurmi, a reclamizzare il mio prodotto, credendo ciecamente a tutto quello che facevo. Sono riuscita a vendere 1.500 copie del mio Cd: l’ho fato da sola, al termine di ogni concerto, a Santomato come in tutti gli altri locali dove sono andata a suonare. Nemmeno il tempo di scollegare il microfono, staccare il jack e asciugarmi il sudore della fronte, che ero già in fondo alla sala a firmare autografi, vendere gadgets, firmare il Cd, sorridere e ringraziare tutti quelli che, puntualmente, mi hanno dato la forza di continuare a credere. Non ho mai smesso. Non l’avrei mai fatto, perché la musica è la mia vita”.
Ma quello che verrà non sarà soltanto una virtuale pianificazione del successo di Arianna Antinori. Che continua a ruggire, sorridendo, ovunque si trovi, senza mai perdere il controllo della situazione: una contabile delle note, una musicista che quantifica i tempi, non solo quelli del pentagramma, che centellina gli sforzi, gli spostamenti, gli affetti, perché la vita è quando si spengono le luci di sala e si accendono quelle del palcoscenico; perché la vita è quando, come stasera, a Santomato, Giovanni De Roit alla chitarra, Andrea Bevilacqua al basso, Alessandro Lupatin alla batteria e Davide Repele alla seconda chitarra le chiederanno di iniziare a graffiare. E lei, Arianna Antinori, senza farsi pregare, lo farà, perché è la cosa che, nella vita, le riesce fare meglio.