MONTALE. [a. r.] Ci spiace non poter condividere il titolo quasi entusiastico del Tirreno del 4 scorso “Scatta l’indagine sulle ceneri sepolte”.
L’azione amministrativa svolta da Provincia, Comune di Montale, Usl 3, Arpat e Regione Toscana (peraltro assente ai lavori) è tutt’altro che scattante: la denuncia è stata fatta nell’aprile del 2013, oltre venti mesi fa, e ancora oggi il “piano di caratterizzazione” è incompiuto.
Grave scoprire poi che, all’interno dell’impianto di incenerimento, nessuno sembra sapere niente: da Perruccio a Marchiani, passando per gli operai tutti storicamente informati, nessuno sa dire dove sia il perimetro della discarica interrata (!?). E questo, nonostante che sia presente un filmato originario dell’ispettore Tempestini, gli articoli di Paolo Vagnozzi, nel frattempo scomparso (corredati da eloquenti immagini) e che lo stesso ispettore del Cfs, Daniele Pieraccioni, ci abbia confermato – in un colloquio tenuto in Procura – dell’affioramento generalizzato delle ceneri: basta una zappetta e le tiri fuori.
Ma ancor più grave è che nessuno – soprattutto del Comune di Montale, padrone di casa (ignaro di tutto) – abbia dato la notizia che la discarica è estesa a Nord e ad Ovest delle aree esterne alla recinzione dell’impianto: ben oltre a quei 13mila metriquadri stimati che sarebbero graditi al Cis (cioè la parte recintata).
Purtroppo, non è così. La discarica è anche estesa verso la zona industriale di via G. Rossa e via Garibaldi, come ci ha spiegato l’impresario Modesto Gerardo che vi ha edificato il proprio magazzino. Basta cercarla, la discarica: volendola però trovare.
Inquietante la relazione del geologo Bartolini che precisa che il sottosuolo è caratterizzato da “depositi sedimentari” (non argille!): ciò renderebbe il terreno permeabile e la falda acquifera, presente a soli 4 metri di profondità, esposta all’inquinamento di probabili venefiche sostanze da sempre diluite dalle acque.
In questa ridicola pantomima, stupisce osservare che nessuno ha pensato di chiedere limi e conforti al Comitato antinceneritorista (che ha fatto la denuncia) o al sig. Tempestini, entrambi bene edotti sulla collocazione della discarica.
Nella riunione del 7 gennaio scorso, la Conferenza dei Servizi approva il piano di caratterizzazione del Cis che, elaborato dallo stesso “controllato”, risulta comunque incompleto e vede la richiesta di altri documenti integrativi: insomma ogni approvazione è sospesa “sotto riserva condizionante”, divenendo un atto parziale, mutevole e non impegnativo per i partecipanti che, così, si sollevano dalle responsabilità, anche potenzialmente rilevanti sul piano penale. Questa è ed è sempre stata la storia dell’inceneritore: pensate che cambierà?
Per il resto… il paradiso può attendere.