QUARRATA-PISTOIA. I comitati della piana quarratina, a giorni alterni, riescono a porre con chiarezza i problemi e le soluzioni alle ricorrenti emergenze idrauliche che causano, ormai da anni, delle vere e proprie alluvioni.
Ne troviamo conferma in due articoli qui pubblicati, il primo ieri (vedi) ed il secondo, che ha ricevuto piccate contestazioni dal presidente Fipsa Stefano Fantacci, qualche giorno fa (vedi qui)
I problemi ovviamente sono relativi alle cosiddette acque basse, quelle dei fossi minori; problemi causati dalla distruzione dei reticoli di fossette campestri. Il rischio alluvione aumenta, e non serve sapere né leggere né scrivere per saperlo, quando i campi vengono spianati col trattore, colonizzati da attività vivaistiche non rispettose, o direttamente cementificati. In pratica tutte le cattive prassi di cui la Piana è stata oggetto e promotrice negli ultimi decenni.
Succede però che gli stessi comitati si facciano illudere e vincere da slogan e soluzioni progettuali inconcludenti per la giusta causa che tutti i pistoiesi della provincia – indipendentemente se di città, della piana o di montagna – condividono: la messa in sicurezza dalle alluvioni. Ovviamente ai comitati ammicca in maniera interessata il Pd, un partito che ha fatto – da quando è nato e sicuramente ancora prima con i suoi antenati –, della facile demagogia, mirata a creduloni con le fette di salame sugli occhi, la propria formidabile strategia elettorale. E tuttora è così.
La previsione delle casse d’espansione ai Laghi Primavera, per cui si dovrebbero dissipare circa 15 milioni di euro di soldi pubblici, è senza tema di smentita (che finora infatti nessuno ha visto) la soluzione sbagliata per un problema serio e reale, che andrebbe invece affrontato con responsabilità.
Si auspica che una qualche forma di ragionevolezza istituzionale possa finalmente convincere gli enti interessati alla pianificazione del territorio, a ricercare soluzioni rapide e autenticamente utili, come ad esempio le casse d’espansione a Bottegone.
Le leggi nazionali sul rischio idrogeologico consentirebbero di marciare velocemente senza tentennamenti, e il contratto di fiume sull’Ombrone, come sa bene il presidente del Consorzio Medio Valderno, Marco Bottino, potrebbe subito dare i frutti di un ambizioso e nuovo modello di governance.
Segnaliamo questa pagina del Ministero dell’Ambiente, che raccoglie un centinaio di osservazioni di merito alle casse d’espansione: si evince chiaramente, almeno per chi sia interessato ad approfondire laicamente i motivi postati per il manufatto in questione, che i disagi, documentati anche da specialisti di geotecnica, sarebbero assai superiori ai benefici, più che trascurabili, che tanti continuano invece irragionevolmente a millantare e a sostenere.
Infine si rilegga quest’osservazione di Enrico Guastini: “Relazione generale, pagina 5 di 37: «…i fenomeni di esondazione per portate duecentennali che si verificano allo stato attuale in corrispondenza delle aree interessate dalla realizzazione del nuovo Ospedale…». Traduzione: le casse ai Laghi Primavera non sono progettate per avere effetti sulle alluvioni annuali nella piana, ma per mettere in sicurezza l’ospedale da eventi rari.
Nella relazione idraulica si può leggere (prospetto riassuntivo pag. 54) che le riduzioni del tirante idrico previste sono tra i 7 e i 30 cm; a scanso di equivoci, più frequente è l’evento, minore è l’effetto della cassa (7 cm per tempo di ritorno di 2 anni).
A pagina 3 della relazione tecnica di Lorenzo Cecchi de’ Rossi si legge: «la cassa di espansione inizierà ad invasarsi […] con portate associate al tempo di ritorno di circa 2 anni».
Chi va sott’acqua 3-4 volte l’anno non si deve preoccupare delle piene duecentennali, ma di quelle stagionali: eventi per cui la cassa suddetta non entra in funzione (e se inizia a invasare, toglie solo qualche decina di mm alla piena)”.
Abbiamo cioè la conferma, da un’inequivocabile espressione dei progettisti, che le «casse della discordia» non sono assolutamente previste per mitigare il rischio idraulico della piana, ma quello dell’ospedale/gommone del San Jacopo: un fatto grave, non a caso taciuto dalla stampa organica e rispetto al quale i comitati della Piana dovrebbero essere i primi ad insorgere. Ma forse l’illusione di avere facilmente la soluzione in mano, va bene a tutti: almeno fino a quando non ci saranno i problemi veri.
Per intanto, signori, spendiamo 15 milioni di € – tanto per buttare un po’ di lardo ai cani!