SUCCEDE SEMPRE TUTTO NELLA DODICESIMA NOTTE

Il cast della Dodicesima notte
Il cast della Dodicesima notte

PISTOIA. Intreccio shakespeariano – banalità consentita – quello che anima La dodicesima notte, lo spettacolo portato in scena, ieri sera, al Manzoni di Pistoia dal regista Carlo Cecchi e la sua numerosa e variegata compagnia.

Così come lo è nei tempi, con una premessa che occupa tutta la prima parte, utile a delineare l’intreccio di contrattempi e refusi che nella seconda, conclusiva e beffarda, assumono tutto il nonsense dell’opera, tenuta flebilmente in piedi da un solenne e ritmico viavai scenografico, su uno sfondo inesistente, reso teatrale solo da una pedana circolare mobile che impone il girotondo a tutti i commedianti.

Dal naufragio si sono salvati entrambi, fratello e sorella, a loro vicendevole insaputa, tanto che ognuno dei due è convinto che l’altro sia stato risucchiato dai flutti marini. Ed entrambi, invece, si ritroveranno vivi, in Illiria, scoperchiando, con la sola ostinazione di volersi credere sopravvissuti, tutta una serie contorta e tragicomica di giochi e sotterfugi, sulla scena della commedia umana, salvata dall’amore di un uomo per una donna che è un uomo e dalla tenacia di un uomo perdutamente innamorato di un altro uomo che in virtù di una strepitosa somiglianza finirà per essere sposo della dama oggetto del desiderio.

Ma non è della trama che vogliamo parlarvi, soprattutto in virtù e nel rispetto degli spettatori che popoleranno la sala del Manzoni stasera (alle 21), nella prima replica e domenica (alle 16), nella seconda.

Sono i giochi di coorte, dei buffoni telecomandati, dei satiri impertinenti, delle infide domestiche, degli amori prestabiliti, del turbinìo umano costante e imprevedibile che non da tregua, della forza della composizione teatrale che ondeggia nel chiarore dell’imbrunire, suggerendo quasi un assopirsi incontrollato per poi esplodere in artificiosi fuochi pirotecnici.

Carlo Cecchi
Carlo Cecchi

Dietro la consolle, con un incedere rallentato dalle molte primavere e strategicamente funzionale alla supersonica velocità del testo, Carlo Cecchi, il regista, che ha messo insieme un nugolo di professionisti attribuendo loro le virtù dei loro vizi, confidando anche e soprattutto nella loro composizione fisica e morfologica e affidando loro gag televisive e smorfie da avanspettacolo. Senza scostarsi di un solo millimetro dall’elasticità del testo, che racconta, come un libro scritto di giorno e cancellato la notte, cosa sia capace di mettere in piedi l’irragionevolezza esistenziale, animata, accesa e guidata dalle passioni, nobili e meschine, che sono quelle che guidano il mondo alla sua trionfale rovina.

Oggi, a partire dalle 17,30, nel Saloncino del teatro Manzoni, il Presidente dell’Associazione teatrale pistoiese Rodolfo Sacchettini modererà il nutrito cast artistico nel piacevole e rituale incontro pomeridiano con il pubblico, cercando di incunearsi tra le pieghe della carnevalesca follia del testo e in quella, assai più pratica, della sua trasformazione teatrale.

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