
PISTOIA. Perché la politica ha sempre pensato allo sport come a una mucca da mungere, collocando nei posti dedicati allo stesso persone che, spesso, non sanno neppure di che cosa si parla?
È questo l’interrogativo di numerosi ex grandi e piccoli sportivi, che a fine carriera si augurerebbero di essere interpellati dallo Stato e dalle amministrazioni pubbliche per poter mettere a disposizione della comunità le proprie conoscenze.
Fermiamoci un attimo a riflettere. La politica sa che lo sport è un grande bacino di voti, quindi da blandire, specie in campagna elettorale. Promesse, promesse, promesse, soltanto promesse. Perché poi conviene più star fermi che muoversi: quel che succede riguardo all’impiantistica (e non solo dalle nostre parti). E allora sono solo parole, tante parole, ma pochi, pochissimi fatti.
Per star fermi, chi meglio di coloro che di sport sanno poco o niente? Perché l’ex sportivo praticante, agonista o amatore, o chi lo sport lo segue per professione, lo conosce a fondo, non potrebbe starsene con le mani in mano. Avrebbe idee e in politica avere idee non è pericoloso: è pericolosissimo.
“Amo molto parlare di niente. È l’unico argomento di cui so tutto”, diceva Oscar Wilde. “Lasceremo questo mondo stupido e cattivo così come lo abbiamo trovato arrivandoci”, aggiungeva Voltaire.
Capìta l’antifona?