MASSIMO MORGIA, MILLE RUOLI, PASSIONE E ENTUSIASMO PER LA PISTOIESE

Massimo Morgia
Massimo Morgia

PISTOIA. L’allenatore-educatore. Arrivato a Pistoia nel febbraio del 2013, chiamato a rilevare sulla panchina della Pistoiese il giovane Leonardo Gabbanini, Massimo Morgia, romano trapiantato a Lucca classe 1951, si è “impossessato” della società arancione.

Puntualizziamo: non ha rubato nulla, è andato a coprire i vuoti che ha trovato, dapprima riorganizzando il settore tecnico, coach a tutto tondo come ama definirsi (allenatore di testa e corpo), e poi facendo campagna acquisti, essendo negli anni diventato pure direttore sportivo.

Portata la prima squadra ai playoff, poi sfumati, la scorsa stagione, quest’anno sta guidando una Pistoiese “monstre”, sinora al comando della classifica del girone E della serie D dalla prima giornata, con numeri impressionanti all’attivo. Ma a noi delle pur mirabili cifre, interessano più i mille ruoli che sta svolgendo, con passione infinita per il gioco del pallone: coach per prima squadra e settore giovanile, tecnico di Gambadori e compagni, educatore dei più piccoli del vivaio, nelle scuole calcio e negli istituti scolastici di Pistoia e provincia, filosofo a scuola ma anche nelle mille iniziative a cui partecipa, manager in contatto costante con la dirigenza e le dirigenze avversarie, uomo immagine per propagandare il calcio nelle nostre zone, scrittore (idem come sopra). Fondamentalmente, una persona perbene, anti-personaggio, ma che lavorando 24 ore su 24 alla causa arancione personaggio, suo malgrado, lo sta diventando (la rosea, la Gazzetta dello Sport, l’ha già celebrato).

Ha introdotto una ventata di novità nell’ambiente sportivo, ha trovato terreno fertile in chi crede e tenta di fare cultura sportiva (ha aderito con entusiasmo al gruppo del social network Facebook, “Quelli che sono nati con i servizi della DS di Beppe Viola”, del sottoscritto), è stato osteggiato da chi, meschinamente, cura il proprio orticello da decenni.

Ha lottato come una belva, si è saputo proporre nei salotti che contano: in sostanza ha mostrato la faccia da duro, ma anche tanta umanità, miscelando diplomazia e savoir-faire a istinto (più di una volta è stato allontanato dalla sua area tecnica dai direttori di gara). Ah già, buona ultima dialoga con i tifosi dal vivo e su un mezzo virtuale quale Facebook, che ha imparato a conoscere e apprezzare proprio in questi ultimi mesi.

Bravo chi l’ha ingaggiato: ora sarebbe un delitto perderlo. Come si dice? Uomo avvisato…

gianlucabarni@linealibera.it

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