CAVALLERIA MEDIEVALE E TEMPLARI, TRA REALTÀ E MITO

Giampiero Giampieri
Giampiero Giampieri

PISTOIA. Martedì 17 marzo alle 21.20 alla Fondazione Luigi Tronci corso Gramsci 37 il prof. Giampiero Giampieri, letterato, storico, autore di molti testi sull’argomento tratterà l’avvincente tema del rapporto tra la realtà della Cavalleria Medioevale, il mito dei Templari e degli altri ordini ospitalieri, la nascita e la diffusione del Romanzo Cavalleresco.

Giampieri partirà dal preambolo circa l’origine della poesia cavalleresca che fu il rinnovamento di ordine sociale avvenuto in Francia, contraddistinto dal sorgere di una nobiltà feudale dalle rovine di un impero, dall’istituzione di un rapporto diretto tra monarca e feudatario, introduzione del cristianesimo nel contesto politico e dal fiorire dell’amore cortese e ritualistico.

Alle origini, lo scopo di questa poesia fu quello di intrattenere e sotto questo aspetto si può collegare alla lirica nata presso le corti provenzali. I primi esempi di poesia cavalleresca derivarono dalla tradizione classica latina, come nel caso del Roman de Thèbes, oppure dalla tradizione greco-bizantina, quali il Cligès. La letteratura cavalleresca si sviluppò in Francia prevalentemente a partire da due grandi tematiche: quella guerresca per il ciclo carolingio e quella amorosa per il ciclo bretone.

La prima è formata dalle canzoni delle gesta, res gestae, dei paladini di Carlo Magno ed ha come opera principale la Chanson de Roland. La seconda è più romanzesca ed avventurosa (res fictae) e celebra le imprese di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Questa tradizione tuttavia trovò una feconda e forte ispirazione nel fenomeno della Cavalleria in genere, quanto più pedissequamente nell’esperienza degli stessi cavalieri nelle “Crociate” per liberare i luoghi santi della fede.

Chanson de Roland
Chanson de Roland

La stessa parola europenses viene usata per la prima volta a proposito dei cavalieri, provenienti da tutta Europa, che andavano in battaglia sotto il vessillo della croce e per la riconquista di Gerusalemme. In Francia l’esempio più significativo è La Chanson de Roland, scritta intorno alla prima crociata.

Essa celebra le gesta di Orlando, il famoso paladino di Carlo Magno, e la morte dell’eroe a Roncisvalle, dopo una spedizione fallimentare dei Franchi per liberare la Spagna dai musulmani. I nemici in realtà sono dei montanari baschi, che diventano saraceni in chiave propagandistica, proprio perché c’è bisogno di una mobilitazione ideologica contro i musulmani, alla vigilia della spedizione per liberare il Santo Sepolcro.

Orlando diverrà comunque un personaggio ricorrente in molte opere successive, tanto da essere a volte rappresentato in chiave caricaturale (come dal toscano Pulci nel Morgante). Questo ciclo carolingio, detto anche chansons de geste, fu il più conosciuto in Italia. Germania, Spagna, Gran Bretagna ebbero i propri cicli, ma la nazione che fece proprio questo genere fu l’Italia e di questo argomenterà il prof. Giampiero Giampieri martedì 17 marzo alla Fondazione Tronci.

[culturidea]

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