PISTOIA. Alice Giampaoli ha consegnato giovedì 19 marzo, presso la sede del Partito Democratico, le firme degli iscritti a sostegno della sua proposta di candidatura a consigliere regionale alle prossime elezioni, ad oggi fissate per il 31 maggio prossimo.
La commissione di garanzia si riunirà oggi, sabato 21, per verificare i requisiti e Alice è soddisfatta: “Siamo riusciti a coinvolgere iscritti e iscritte nel numero massimo previsto dal regolamento: anche se i termini son stati prolungati, non aveva senso attendere” dice.
“Il lavoro è stato collettivo e ringrazio tutti i firmatari per la fiducia. Dobbiamo costruire una lista forte e crediamo che il nostro approccio possa dare un contributo di sostanza”.
È la disillusione il primo elemento da arginare secondo Giampaoli: “Anche sul nostro territorio, da sempre capace di esprimere coinvolgimento politico e sociale, si sta facendo largo una silenziosa indifferenza. Va prodotta un’inversione di tendenza e ritengo che tutti gli aspiranti candidati debbano lavorare per questo”.
Come? Alice ha le idee chiare: “Trasparenza, coesione e senso di comunità. Il progresso si compie solo con la politica delle idee e delle persone. Questo vuol dire rappresentare il nostro territorio in Regione”.
[comunicato]
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ALLA NINÌ TIRABUSCIÒ
LA MOSSA della Giampaoli merita due parole. Non per il fatto in sé, perché la ex-consigliera comunale di Pistoia è libera di fare quello che vuole, ma solo per sottolineare che Linee Future dà, con queste poche righe di comunicato, una notizia già anticipata qualche tempo fa (vedi). Lo stesso si deve dire per la candidatura di Sabrina Innocenti di San Marcello (vedi).
Altre due parole vanno però spese per il Pd e sul Pd.
L’accordo-tandem, fatto all’ombra di un filo d’erba già da diverso tempo, è evidente che non è piaciuto: e non a pochi. Per questo ci sono state le autocandidature, una delle quali è proprio quella della Giampaoli.
Ed è inutile negare che la terna arbitrale (Fratoni-Niccolai-Baldi), scelta dal Pd (i segreti, nei partiti, sono come le corna in famiglia: le sanno tutti fuorché chi ce le ha in capo), ha fatto più casino di quanto ci se ne aspettasse nelle stanze dei bottoni.
Certo il partito farà poi come vuole, perché ha la forza e la volontà di farlo: ormai i suoi cromosomi veterosovietici si sono incrociati (e opportunamente rinforzati) con quelli della balena bianca del capitano Achab. Ma ciò non è piaciuto agli iscritti e alla gente. Ficcàtevelo in testa.
Suscita perciò il riso quello che afferma la Giampaoli, che cioè occorrono «Trasparenza, coesione e senso di comunità».
Il Pd non può assolutamente essere democratico per due espliciti motivi:
- 1. perché è un refluo del Pci
- 2. perché è un figlio della Dc.
Non per nulla Linee Future ama definirlo Partito Democristiano…
Buone elezioni a tutti e buon divertimento!
e.b.