MENTRE IL PRATO STRAVINCE…

L’Allegra Compagnia
L’Allegra Compagnia

PISTOIA-POGGIO A CAIANO. Vero, verissimo e l’abbiamo scritto e detto più volte: il tifoso si vede nel momento del bisogno, non quando le cose girano a mille. Mai dimenticarsene. Ma ieri, tra il derby calcistico col Prato e uno spettacolo di beneficenza, abbiamo scelto il secondo, non vergognandoci neppure un po’: e c’è andata bene.

Mentre la Pistoiese illudeva e poi tradiva le attese, soprattutto sotto il profilo del gioco, “L’Allegra Compagnia di Poggio a Caiano”, gruppo amatoriale di teatro nato 25 anni fa per realizzare spettacoli dedicati ai bambini nelle scuole, riusciva a far ridere con intelligenza, senza volgarità (anche se per scadere nella volgarità, sarebbe bastato un attimo) portando in scena, al Teatro Ambra di Poggio a Caiano “Penultimo tango a Compiobbi”, tre atti al peperoncino dell’indimenticabile – per chi come noi lo visse da bimbo col suo “Pazza piazza” – Gianfranco D’Onofrio.

La commedia, tre atti in vernacolo per la regia di Massimo Mammoli e Massimo Spinelli, ha fatto registrare tre serate da tutto esaurito o quasi, con incasso devoluto all’Associazione Tumori Toscana, per l’assistenza gratuita a domicilio ai malati, alla Fondazione Sandro Pitigliani, per l’acquisto di materiali e attrezzature per la ricerca sul cancro, e al Circolo Ambra, con l’obiettivo di sostenere un luogo di aggregazione sociale del territorio.

Così dopo aver spento il cellulare ed evitato che le ombre arancioni oscurassero la nostra mente, abbiamo provato a non pensare, a rilassarci con una delle mille parodie del celebre “Ultimo tango a Parigi”, il film-cult di Bernardo Bertolucci con protagonisti Marlon Brando e la scandalosa Maria Schneider, rapita in Cielo a soli 58 anni da angeli asessuati, ma furbetti.

Le risate, spontanee, non sono mancate, segno che, a differenza dei calciatori della Pistoiese, gli attori de “L’Allegra Compagnia” hanno da tempo fatto gruppo. Due famiglie condividono lo stesso tetto, divise da una sbarra della dogana che ricorda tanto i muri eretti in questi anni nelle varie città italiane per dimenticare (volgarmente) il problema-immigrati dall’estero.

Nel periodo estivo le mogli sono spinte a trascorrere le vacanze al mare, mentre i mariti, rimasti in città, vanno in cerca di avventure. Tra situazioni paradossali, surreali e grottesche ecco emergere la bella Elena Mammoli, Melania una delle signore, sguardo severo da attrice divertita e consumata, il sor Pompilio, Rodolfo Venturini, mimica da Oscar, Giovanna Fanfani (Calliope, signora “bruttina”, ma affascinante – la sua recitazione conquista) e tutti gli altri, da Paolo Cesari (Libero, il giuggiolone) a Orietta Gamberi (Suburnia, geniale), lo stesso Massimo Mammoli, Paola Pelatti, Massimo Spinelli, Marzia Guazzini e Francesco Agnolucci, da sentiti battimani.

Il tutto supportato dalle scenografie di Fausto Cipriani, Mauro Mazzoni e Massimo Pelatti, dalla suggeritrice Lucetta Frati, dal trucco e parrucco (Piera Pacini e Anna Sabatino), dalla trovarobe (Bruna Golfi), da luci e suoni (Luciano Meoni). La sensazione, forte netta, è che ieri Prato abbia vinto soprattutto lì.

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