PISTOIA. Ieri è stata una giornata lunga per Enrico Rossi a Pistoia: prima l’inaugurazione della cassa di espansione della Querciola nel comune di Quarrata; poi, dopo cena, incontro del Granduca al circolo di Pd di Bonelle di Pistoia, per parlare di sanità e della sua riforma sanitaria – se riforma si può dire l’uso della mannaia sui servizi ai cittadini e l’aumento della spesa in strutture ospedaliere (inutili) con moltiplicazione delle costose dirigenze frutto dell’inventiva socio-politica del Pd.
A Bonelle (di cui vi daremo il resoconto in séguito) l’impatto Rossi-ambiente si è subito scontrato con la realtà del Crest e, in prima persona, con Eva Giuliani, l’insegnante della Valleriana di Pescia che, imbattutasi in un improvviso problema per il figlio, sperimentò, qualche anno fa, tutta la boriosa inefficienza della sanità di Rossi e con il Granduca si scontrò sia in rete che sulla stampa cartacea.
Rossi non se l’aspettava, ci hanno detto. Non si aspettava nemmeno l’intervento il cui testo pubblichiamo integralmente qui sotto.
Le elezioni regionali stanno arrivando grandi passi e il nostro beneamato padrone sta ringraziando il cielo per l’opportunità che Renzi gli ha concesso di poter ambire alla riconferma per altri cinque anni di tagli e di spèrperi.
E anche il cielo lo sta aiutando: dal vento devastante, che gli ha permesso di fare bella figura con proclami di interventi e stati di calamità come sanno fare i politici di lungo corso; alle operìcole (la Querciola) e/o operone (Laghi Primavera) pubbliche degli ultimi momenti (e la ferrovia doppia per… monta qua, tu vedi Lucca?). tutte cose che gli consentono di scendere dalle stelle e venire in una grotta al freddo e al gelo, per fingere di essere un comune mortale (ma quasi figlio di Dio).
Rossi, però, quando si vede al perso, perché ha dinanzi o un’Eva Giuliani o qualche infermiere e/o Os che non rispettano gli Dèi, s’incazza, come le formiche nel loro piccolo.
È successo – ci hanno detto – anche ieri sera (31 marzo) a Bonelle. Dove, però, i fidaty-card del partito del taglio, lo hanno poi consolato e gratificato con deliranti, insensate professioni di fede e sostegno senza senso.
C’è comunque da aspettarsi che il toscano medio – a cui la sanità è stata tagliata almeno del 40% – lo ri-voti ugualmente: perché – lo diceva bene Primo Levi parlando di ebrei nel Lager – la vittima, alla fine, prova un senso di adorazione e riconoscenza verso il proprio carnefice…
Ma ecco il testo di Eva Giuliani sulla sanità-disastro di Rossi.
Intervento del Crest all’incontro con il Presidente Enrico Rossi
al circolo di Pd di Bonelle di Pistoia il 31 marzo 2015.
Caro Presidente,
il Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana, rete di comitati civici della Toscana marginale, movimento di cittadini apartitico ed indipendente, non ha mai avuto l’onore di ricevere risposte in merito alle questioni che le sta ponendo da oltre tre anni ormai. Stiamo ancora aspettando la sua risposta ad una lettera inviata il 18 luglio 2014.
Approfitto quindi dell’occasione per ricordarle le nostre preoccupazioni.project financing
Io sono sicura che in Toscana ci sia ancora una buona sanità, tutto dipende però da dove si vive, quanti soldi si hanno e quali parametri si considerano. Sì, perché la Toscana che lei governa in sanità da 15 anni ha creato cittadini di seria A (chi vive nei capoluoghi ed ha tutti i servizi) e cittadini di serie B (chi vive in periferia, in montagna, sulle piccole isole o in zone rurali). Cittadini con minori servizi e diritti ma con uguali doveri.
Nelle classifiche dei Lea la Toscana ha superato l’Emilia, ad esempio, perché ha chiuso i punti nascita sotto 500 parti l’anno ritenuti pericolosi. È successo in Lunigiana. Non è ritenuto pericoloso lasciare una donna in gravidanza senza assistenza, perché nell’ultimo trimestre i controlli deve farli a Massa e al momento delle doglie deve percorrere un’ora di strada di curve, senza neppure un ginecologo o un’ostetrica reperibile che la possa accompagnare in caso di emergenza? Solo questo stanno chiedendo i comitati, ma nessuno li ascolta.
Lo stesso vale per l’assistenza pediatrica: nei piccoli ospedali si chiudono i reparti di pediatria, nel migliore dei casi resta il day service fino alle 8 di sera e nei notturni e nei festivi il pediatra non è neppure reperibile. Non ci sono soldi per i bimbi di Volterra, Orbetello o della montagna pistoiese. Quanti soldi? 8.000 euro l’anno per la reperibilità di un pediatra!
Lei presidente e l’assessore Marroni continuate a dirci che la Toscana è al top, che è un sistema perfettibile e che comunque, con i tagli imposti, avete salvato il sistema pubblico. Noi dei comitati pensiamo che si siano fatte delle scelte sbagliate e a pagarne le spese sono stati in primis i cittadini delle zone marginali ma in generale tutti i toscani. Sono stati costruiti 4 nuovi ospedali con un project financing che è un cappio al collo per 19 anni. Prato e Pistoia sono a 10 minuti uno dall’altro, Prato a 10 min da Firenze. C’era davvero bisogno di investire tutte queste risorse e duplicare ospedali e reparti? A Lucca la piazzola dell’elisoccorso è inagibile perché costruita vicino alle case e scoperchia i tetti!
E del resto della Toscana, quella più fragile, quella ai margini, che ne è stato? Impoverita, tagliuzzata, dimenticata perché bisogna risparmiare.
Intanto i costi dei servizi dati in appalto al gestore dei nuovi ospedali sono lievitati a dismisura. Ora le ASL pagano di più per le pulizie, il servizio mensa, la sterilizzazione strumenti e pagano anche per i posti letto non utilizzati!
Si accentra tutto, non si combattono gli sprechi o le duplicazioni di reparti a 10 minuti di distanza mentre a San Marcello, zona montana, non si può avere neanche il pronto soccorso (scritto sui Patti Territoriali) e in Valdinievole un reparto di Pediatria o una Cardiologia h24 come indicato nel Piano Sanitario!
Mancano i posti letto. L’attività chirurgica è stata sospesa nei 3 nuovi ospedali e a Pescia perché mancano i posti letto di medicina. Si è scaricato il problema sui cittadini, su chi non si è voluto vaccinare. Il problema vero non sono le poche vaccinazioni, ma il fatto che a Pistoia c’è quasi il 40% dei posti letto in meno: abbiamo 2.33 posti letto invece che 3.7 come indica il ministero.
Vogliamo parlare delle liste di attesa? Credo che chiunque conosca bene il problema.
In un incontro a dicembre l’assessore aveva promesso di rivedere territorio per territorio l’attuazione dei patti territoriali e le criticità, anche con i comitati. Noi lo stiamo ancora aspettando.
Vorremmo fargli fare un viaggio in ambulanza dall’Abetone a Pistoia sdraiato sul lettino. Siamo certi che anche senza dolori, cambierebbe il suo punto di vista e rivaluterebbe la necessità di un Pronto Soccorso a San Marcello.
L’elisoccorso non può essere considerato la panacea di tutti i mali, semplicemente perché non può volare quando c’è nebbia, vento, bufere di neve e in alcune località neanche di notte. Eppure all’isola d’Elba, che non ha una rianimazione, ci si affida solo a quello. Lo stesso in montagna pistoiese.
State giocando alla roulette russa con la vita delle persone. Noi non vogliamo pagare il conto di cattive gestioni, buchi delle ASL, corruzione, sprechi o quant’altro. Non stiamo chiedendo la luna. Vogliamo risposte dalla politica regionale e provinciale, vogliamo sicurezza!
Abbiamo chiesto a tutti i consiglieri regionali di votare degli emendamenti al piano sanitario approvato a fine legislatura a tutela delle zone disagiate. Sono stati bocciati a maggioranza. Non c’è stato un consigliere PD che abbia votato a favore! Neppure uno per sbaglio.
Tagli e risparmi mascherati da ottimizzazioni. Di investimenti in sanità nessuno ne parla. Il problema sono le risorse e la soluzione proposta dalla regione Toscana è l’accorpamento delle ASL in tre macro Aziende. Quanto si risparmierà con questa operazione? C’è uno studio, un prospetto sul risparmio stimato, sugli scenari futuri? Una valutazione sui pro e sui contro? No. Lo avete scritto voi nero su bianco. E che ne sarà delle periferie e dei margini, magari montuosi o in mezzo al mare delle tre mega ASL? Che peso avranno se già adesso non si riesce a tutelarle?
Noi un quadro riusciamo ad intravederlo: un milione e mezzo di cittadini nella ASL centro, bilanci giganti indecifrabili, accesso agli atti sempre più difficile, forte accentramento di potere con direttori lontanissimi di nomina politica che avranno come priorità quella di compiacere chi li ha messi lì, prepensionamenti senza nuove assunzioni, de-mansionamento nell’assistenza ai cittadini. A subirne le conseguenze saranno i cittadini e i lavoratori in sanità. Saremo tutti “più numero e statistica” e “meno persona”.
E intanto ci viene spiegato che si farà meglio con meno. Visti i “potenziamenti” che abbiamo subìto, come possiamo crederci?
Eva Giuliani
Vicepresidente del Crest
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