PISTOIA. L’architetto Suppressa, dopo gli interventi pro-Sindaco conseguenti alla sua riflessione su “Leggere la città” (vedi), chiarisce:
A seguito del mio intervento sulla terza edizione di “leggere la città”, il cerchio magico intorno al Sindaco (Belliti, Quilici, Ferretti, Ruganti…) è entrato in fibrillazione con una serie di interventi sulla rete.
Da una parte chi si pone in modo dialogico, della serie parliamone, dall’altra come il buon Ruganti, rispolvera una tecnica, anch’essa di retroguardia: denigrare chi esce dagli schemi e osa criticare e spostare l’attenzione dal contenuto sollevato su altre questioni che non hanno attinenza diretta.
Se Ruganti vuole fornire un contributo reale e non intorbidire le acque dovrebbe rispondere sui singoli punti da me formulati. Proverò a riformulare ancora più chiaramente i punti essenziali:
- – Leggere la città è un avamposto di dialoghi sull’uomo oppure un’occasione di riflessione capace di incidere sulla programmazione urbanistica e per attivare processi virtuosi in tema di qualità architettonica?
- – Perché ad aprire una rassegna che dovrebbe esplorare il nuovo che avanza si chiama una figura che incarna una visione oramai datata come Salzano? Solo questo presenta il panorama architettonico e urbanistico italiano?
- – Come mai l’amministrazione non ha portato avanti il progetto vincitore del concorso dell’ex campo di volo o uno dei tanti progetti che hanno partecipato e si è avventurata in una soluzione banale che è già visto uno stop da parte della commissione del paesaggio?
- – E cosa dire dell’esito e della gestione del concorso di Piazza dello Spirito Santo?
- – Liberare le piazze: San Bartolomeo e altre piazzette presentano degli arredi di una tristezza sconfinata mentre altre piazze come quella del Carmine è invasa da auto e cartelli stradali. Ci sono piazze di serie A e di serie B?
- – Chi non vuole le piste ciclabili. Dopo quelle indecenti del viale Adua ecco un nuovo esempio discutibile su il viale Arcadia. Fino ad oggi si sono registrate più critiche che consensi. Non basta fare scelte di natura politica occorre dare un volto di qualità alle realizzazioni; oltre al tracciato anche i materiali e le soluzioni tecniche utilizzate sono discutibili. Anche in questo caso manca la qualità della progettazione. L’amministrazione che non vuole ricorrere ad incarichi esterni è in grado di assicurare progetti di qualità?
- – L’ex Ceppo è questione che non appassiona la città poiché i percorsi partecipativi devono essere attivati prima di firmare le convenzioni. In altre realtà prima si sono preoccupati di creare il consenso sui nuovi assetti poi hanno bandito concorsi internazionali. Non appena le attività sanitarie sono state trasferite sono iniziati i lavori di recupero con il progetto vincitore del concorso. Nell’ex Ceppo si continua a palleggiare le funzioni senza progetti seri e la relativa valutazione dei costi: ora gli uffici comunali, poi quelli giudiziari. Intanto il tempo passa e l’intera zona è sempre più depressa.
Alessandro Suppressa
caro Suppressa, tra colleghi ci chiediamo spesso: in base a quali ragioni un professionista come Calatrava, che pure non ha visto realizzare un proprio progetto commissionato dal comune, non ha iniziato un simile e comprensibile interventismo, sparando sulla qualità architettonica, sulle scelte tecniche o ancora sulla necessità di incarichi esterni da parte dell’amministrazione?
Sa, prima di arrivare ai livelli di Salzano, discutibile comunque a piacimento, abbiamo tutti tanta strada…
Credo che l’intervento in cui si allude in questa precisazione sia del consigliere Ruganti. Eccolo: “Mi rendo conto che chi ha per anni caldeggiato – e continua tuttora a caldeggiare – l’ipotesi di realizzazione di un parcheggio privato interrato all’interno della città storica, sotto il giardino sul retro di una delle più belle e antiche chiese della città, sia particolarmente irritato da tutto questo parlare de #lospaziopubblico.
Mi chiedo quale sia davvero la posizione di “retroguardia” sulla città. Quella che investe sul servizio di trasporto pubblico, sulla pedonalizzazione delle piazze, sulla mobilità ciclabile e pedonale, su un progetto di rigenerazione del Ceppo che affida finalmente al pubblico le opere pubbliche e non le appalta – parcellizzandole – al privato, Che investe nel verde, sostituendo i giardini ai parcheggi (come nel giardino cordiale o nel futuro progetto di piazza della Resistenza)? Oppure quella che crede ancora che il futuro sia di alcuni e non di tutti e che si possa rincorrerlo soltanto svendendo il nostro spazio pubblico ai privati?”