PISTOIA. 700 persone sono morte nel canale di Sicilia, a 120 miglia dalle coste di Lampedusa, nella notte del 19 aprile mentre fuggivano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla povertà.
Uomini, donne e bambini, stipati su una barca lunga meno di 30 metri, hanno cercato di raggiungere le porte della civilissima e tanto sognata Europa, di un’Europa che volta le spalle alla sofferenza e ai pericoli a cui vanno incontro salendo su imbarcazioni insicure, affrontando un viaggio tra la vita e la morte.
1.600 sono i migranti annegati in quel tratto di mare da gennaio ad oggi.
Quante persone dovranno ancora morire nel Mediterraneo prima che l’Unione Europea decida finalmente di mettere in campo una seria politica migratoria e di costruire, quindi, una politica comune che affronti queste “tragedie del mare” in modo sistematico?
Occorre, a parer nostro, prendere atto che Triton è un’operazione del tutto insufficiente ad affrontare l’enorme flusso migratorio che sta attraversando il Mediterraneo. Per questo motivo, pensiamo sia necessario che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea aprano gli occhi e trovino le risorse per mettere a punto un meccanismo di soccorso e accoglienza adeguato ad un fenomeno come quello in atto.
Fino a quando il vuoto lasciato dalla fine dell’operazione Mare Nostrum, infatti, attraverso la quale sono state salvate più di 150.000 persone, non sarà colmato, continueranno a morire in massa nel Mediterraneo.
Come molte organizzazioni internazionali hanno affermato con forza nelle ultime ore, anche noi ribadiamo che l’Europa deve proteggere le vite e i diritti lungo i suoi confini, per questo l’Italia deve chiedere agli stati membri dell’Unione Europea che le persone vengano prima delle frontiere.
L’Europa non può continuare ad assistere alla morte di centinaia di persone innocenti senza fare nulla.
Servono canali di accesso al nostro continente legali e sicuri. Servono politiche per garantire la protezione e la tutela dei diritti umani di rifugiati, migranti e richiedenti asilo, che attraversano il Mediterraneo per sopravvivere.
È un dovere di tutti, ma innanzitutto della politica europea, ricordare che la sofferenza di una parte del mondo è affare di tutti.
Per questo, chiediamo al Governo italiano e ai nostri parlamentari di farsi interpreti della necessità di ripristinare Mare Nostrum e di attivare operazioni simili livello europeo che abbiano come obiettivo quello di assicurare viaggi legali e salvare vite in mare.
Migliaia di donne, bambini e uomini in fuga da guerre e fame non possono diventare solo numeri con cui aggiornare la macabra lista dei migranti che muoiono nel Mediterraneo giorno dopo giorno.
Ci appelliamo quindi al Governo italiano affinché chieda con forza che sia messa in campo un’operazione che abbia le stesse caratteristiche di Mare Nostrum, e non sia quindi un semplice controllo di frontiere, ma diventi veramente un presidio umanitario del Mediterraneo, che possa salvaguardare la vita delle persone attraverso un’azione di ricerca e salvataggio, quale è stata Mare Nostrum.
L’Europa non può più tacere, per questo Mare Nostrum deve essere ripristinato e diventare un programma europeo. Adesso, prima della prossima strage.
Segreteria provinciale Gd