SERRAVALLE. Le feste che si sono succedute, quasi a ritmo ossessivo, e che non sono ancora terminate del tutto, per onorare il 25 Aprile della Liberazione nazionale, ci spingono a focalizzare la nostra attenzione su una condizione di mancato rispetto degli sbandierati valori legalitari che certe amministrazioni di sinistra, con costanza anch’essa quasi ossessiva, sottolineano: agli altri però. E solo agli altri.
Pensate come si comporta un Comune “Remigio, alle leggi ligio” come quello di Serravalle, punta avanzata per certi temi e motivi, ma – a quanto risulta – in questo momento in un mare in tempesta (o quasi) tra orologi che non si ritrovano, ma che dovevano essere in cassaforte o comunque ben custoditi; problemi con lo sventramento del Montalbano in quel bubbone amiotrofico che è noto con la definizione di “urbanizzazione delle Rocchine”; con altri espetti connessi a impianti sportivi (campi da tennis?) attualmente sotto la lente d’ingrandimento dell’implacabile Corte dei Conti. Dice infatti, che la Finanza, a Sarravalle, ci ha fatto la strada soda o, per usare un’espressione localistica, non ha fatto altro che fare “su e giù Casale e Baco”…
E a proposito di impianti sportivi e della loro “agibilità”, ecco che una chicchina fa capolino e spunta, quasi per caso, dalle carte serravalline: a firma di un giovane Assessore, Luca Santucci – che fra l’altro recentemente non si sarebbe neppure comportato in maniera troppo educata con la consigliera Bardelli: vedi –, si viene ufficialmente a sapere che
«Di fatto, ad oggi, nessun impianto sportivo del nostro comune è provvisto del certificato di agibilità. Le motivazioni sono molteplici, prima fra tutte la “relativa vecchiaia” degli impianti stessi che sono stati realizzati in anni in cui la questione era sicuramente meno sentita. Inutile ricordarle che ottenere l’agibilità di un impianto sportivo oggigiorno significa investire enormi quantità di denaro in quanto occorre un adeguamento delle varie strutture alle normative attualmente vigenti»…
Ecco in cosa consiste – e lo dimostriamo, come dicono gli avvocati, per tabulas, cioè attraverso inoppugnabili documenti –, la sensibilità giuridico-legalitaria degli amministratori serravallini e, per connessione attraverso Santucci, della stessa Giunta Mungai. Il sillogismo aristotelico è chiaro e incontrovertibile:
- l’agibilità è obbligo di legge, ma nessun impianto sportivo serravallino ne è provvisto perché gli impianti sono stati fatti troppo addietro nel tempo
- ottenere l’agibilità ora e adeguarla ai pesanti obblighi di oggi costa troppo e Serravalle non ha quattrini
- se la Giunta potrà, si metterà in regola, ma solo quando potrà – e per ora… ciccia!
Rileggete la lettera di Santucci. Questa, in buona sostanza, la risposta di uno dei “guardiani della legalità e della corretta amministrazione” che, nell’Italia che non va (neppure nelle sante amministrazioni di sinistra democratica), fa rispettare le leggi agli altri, ma non le rispetta in prima persona, perché neppure ne avverte l’obbligo.
La storia è sempre la stessa, allora: quella del Marchese del Grillo
Se ritenete che questo sia compatibile con i valori della Costituzione repubblicana uscita dal 25 Aprile e dalla Resistenza, signori elettori, continuate serenamente su questa strada.
Ma non lamentatevi quando il Comune di Serravalle vi “spaccherà le noci” per rilasciarvi un certificato di agibilità della casa in cui volete vivere e che vi siete costruiti con il sudore della fronte.
Ricordatevi che voi non siete il Comune: loro sì.
Scarica: Serravalle-Risposta Santucci
Caro Edoardo . Certo questa Italia non si può salvare…