PISTOIA-ROMA. Il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, nel rispondere a una interrogazione di Marisa Nicchi, deputata di Sel (vedi Padule di Fucecchio, interrogazione Sel e risposta del ministro), non ha affatto sostenuto che nel Padule di Fucecchio non vi sarebbe alcuna necessità di ampliare la superficie protetta, bensì che la richiesta formulata dalla Regione Toscana di modificare il perimetro delle Zps (Zona di Protezione Speciale) del Padule di Fucecchio e dell’Isola del Giglio non può essere accolta dal Ministero perché giunta fuori tempo massimo.
La Commissione Europea, infatti, ha chiuso i termini per tali modifiche per passare alla fase successiva di applicazione delle Direttive Europee “Habitat” e “Uccelli” che definiscono la strategia europea per la conservazione della biodiversità.
La richiesta della Regione peraltro non riguardava modifiche relative alla perimetrazione delle aree protette in senso stretto, cioè delle riserve naturali, ma un adeguamento dei confini della Zps con i confini delle aree contigue della riserve naturali (simili, ma non del tutto coincidenti), ai fini di una semplificazione.
La materia è oggettivamente un po’ complessa e ciò giustifica il fatto che la risposta all’interrogazione possa essere stata equivocata. Più grave è il fatto che gli stessi tecnici del Ministero che hanno scritto la risposta per conto del Ministro non abbiano affatto risposto all’interrogazione, che poneva due questioni diverse: la necessità di ampliare la superficie delle aree protette (indicata anche dalla Regione Toscana nella propria pianificazione in materia) e la necessità di salvaguardare l’esperienza del Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio. Di questi aspetti nella risposta del Ministero non vi è traccia!
Sulla prima questione, senza voler innescare polemiche poco costruttive, ci limitiamo a rilevare che gli spazi effettivamente destinati ad attività di conservazione della flora e della fauna e visitabili da parte del pubblico, in quanto demaniali, sono del tutto insufficienti rispetto al valore ambientale del Padule di Fucecchio ed alle potenzialità di sviluppo del turismo naturalistico, che rappresenta un settore in crescita della nostra economia.
Questo non significa precludere la possibilità di esercitare anche altre legittime attività, come la caccia, ma semplicemente trovare un assetto più equilibrato e scientificamente corretto della destinazione d’uso del Padule, che a nostro avviso passa anche attraverso l’ampliamento delle riserve naturali esistenti.
Sul Centro di Ricerca, che nella risposta del Ministero non è nemmeno stato citato, crediamo sia necessario uno sforzo da parte di tutti, a partire dalla Regione Toscana e dalle Istituzioni locali, fino alle realtà associative e politiche del territorio, affinché siano superate inutili conflittualità e siano reperite le modeste risorse necessarie ad assicurarne la sopravvivenza.
Questa esperienza, infatti ha rappresentato a nostro modesto parere un esempio di gestione corretta di un bene pubblico di grande valore per la comunità dell’intera Valdinievole, portando avanti da oltre 20 anni attività che vanno dall’educazione ambientale, alla conservazione delle attività tradizionali e della memoria storica; dalla gestione della riserva naturale, alla ricerca scientifica.
Negli ultimi anni, in assenza di risorse, è anche grazie all’attività del Centro di Documentazione e dei molti volontari che con esso collaborano, che è stato comunque possibile garantire una dignitosa manutenzione ordinaria della riserva naturale pistoiese ed un buon servizio di accoglienza dei numerosi visitatori.
[sel pistoia]