ELIO PECORA INCONTRA EDITH BRUCK ALLA FUIS

Edith Bruck
Edith Bruck

ROMA. Un’iniziativa culturale che si svolge nella sede romana della Federazione unitaria italiana scrittori (Fuis, piazza Augusto Imperatore 4): Percorsi d’autore, incontri-conversazioni con poeti, romanzieri e saggisti a cura di Elio Pecora.

Domani, martedì 5 maggio alle 17:30 la scrittrice Edith Bruck sarà ospite della Fuis con il libro Il sogno rapito, ed. Garzanti.

Ogni martedì, per due incontri al mese, il noto poeta, scrittore e saggista Elio Pecora incontra e conversa con un autore: tema dell’incontro è non solo l’ultimo libro di ciascun autore, ma l’intero percorso artistico e culturale in cui un’opera letteraria si compie e si manifesta. Gli incontri sono iniziati il 4 novembre 2014 e si svolgono ogni martedì alle 17.30 presso la sede della Fuis, in piazza Augusto Imperatore, 4 a Roma (prossimità dell’Ara Pacis).

Ingresso libero. L’evento può essere seguito in diretta streaming sul sito www.fuis.it.

Il prossimo appuntamento del mese di maggio di Percorsi d’Autore: martedì 19 maggio alle 17:30, Luigi Fontanella con il libro di poesia L’adolescenza e la notte, ed. Passigli Poesia.

L’autore

Edith Bruck è nata in una numerosa e poverissima famiglia ebrea che viveva in un piccolo villaggio ungherese, Tiszabercel (Tiszakarád), ai confini dell’Ucraina. Dopo l’internamento da bambina in diversi campi di concentramento nazisti (Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen), come racconta nelle sue memorie, persi i genitori a dodici anni, si sposa tre volte prima dei vent’anni. Vive viaggiando in diversi paesi europei, fa la ballerina, l’assistente di sartoria, la modella, la cuoca, la direttrice di un salone di bellezza. Si stabilisce per alcuni anni in Israele; dal 1954 è in Italia dove conosce Montale, Ungaretti, Luzi, e stringe amicizia con Primo Levi che la sollecita a ricordare la Shoah.

A Roma inizia un lungo sodalizio con il poeta e regista Nelo Risi (che tra l’altro ha tratto il film Andremo in città, con Geraldine Chaplin e Nino Castelnuovo, dal romanzo omonimo di lei) e inizia a scrivere adottando la lingua italiana. Collabora con alcuni giornali fra cui “Il Tempo”, “Il Corriere della Sera”, “Il Messaggero”, intervenendo in varie occasioni sui temi dell’identità ebraica e della politica di Israele.

Si cimenta nella regia con il film Improvviso nel 1979 (storia dell’educazione di un adolescente all’interno di una famiglia cattolica), e più tardi con un film per la televisione Un altare per la madre tratto dal romanzo omonimo di Ferdinando Camon. Collabora nel 1984 alla sceneggiatura del film Fotografando Patrizia di Salvatore Samperi, gira alcuni documentari di viaggio.

Ha tradotto in italiano opere di Gyula Illyés, Ruth Feldman, Attila Jòzsef, Miklòs Radnòti. Nella sua narrativa, spesso autobiografica, la passione, il dissidio e la perdita diventano causa di improvvise trasformazioni della persona.

È autrice di poesie e di romanzi, fra I quali: Le sacre nozze 91986), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993), Lettera da Francoforte (2004). Per Quanta stella c’è nel cielo ha ricevuto il Premio Viareggio.

Da Il sogno rapito, ed.Garzanti

“… Ci manca anche l’inganno di chi ci ha amato molto, ed è parte di noi fino a farci diventare complici inconsce anche delle loro bugie, ingannandoci a nostra volta per autodifesa finché non crolla ciò che abbiamo costruito insieme, o costruito da sole a nostra misura negando che possa essere diverso, rimanendo incredule perfino di fronte a un’altra donna e a una bambina… E d’improvviso il vuoto che mi contorna in casa prende voce e racconta le sue bugie che ci hanno tenute insieme fino alla frase vera che ci ha separati: noi due, non noi quattro; quel noi che lui non capisce e al quale lei resiste appartiene al mio credo più profondo, e non posso dividerlo con nessuno…”.

[parroccini]

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