PISTOIA. Davide contro Golia, si sarebbe detto in caso di vittoria. Fortuna che stavolta il gigante Milano non è stato sopraffatto dalle certezze del piccolo sfidante Pistoia, altrimenti l’orgoglio per un risultato di indubbio prestigio sarebbe stato quasi sicuramente percepito come una piccola beffa, dato che la vittoria di Cantù a Roma avrebbe comunque di per sé escluso i nostri dalla post season.
Tutto sommato, meglio così. Dice bene il bravo Ariel, dopo 30 giornate la classifica rispecchia i reali valori del campionato ed una squadra come la nostra, così discontinua ed altalenante, se da un lato merita mille applausi per aver ottenuto la salvezza con più di un mese di anticipo, dall’altro lato non ha probabilmente meritato di gustarsi quella che sarebbe stata una vera e propria ciliegina sulla torta, i quarti di finale contro Milano.
Cosa ci ha detto, più in generale, l’ultima di campionato? Prima di tutto che ho sbagliato pronostico sulla sfida della vita tra Pesaro e Caserta, con i marchigiani che si sono salvati, ci permettono di godere del tesoretto di novantamila euro riservato alla terza classificata nella speciale classifica delle squadre che utilizzano maggiormente giocatori italiani e ci fanno fondatamente sperare di avere qualcuno alle spalle anche al prossimo giro senza troppi patemi di animo. Avellino, corsara in terra lombarda, ha riportato sulla terra quelli che a Pistoia erano sembrati marziani, ovverosia Varese.
Cantù, forte del successo nella capitale, si è piazzata al settimo posto finale e, vista la griglia playoff, fa sognare tutti gli amanti della palla a spicchi una finale ad alto tasso di stelle con Milano. Difficile accada, ma sperare non costa nulla. Personalmente, nonostante almeno due dei quattro quarti di finale siano oggettivamente di difficile previsione, voglio giocare ancora una volta a fare il cartomante nel prevedere la finale forse più scontata, quella tra Milano e Venezia. L’ingaggio di Aradori fa pensare infatti che i lagunari facciano sul serio e vogliano provarci fino in fondo. Staremo a vedere, certamente sarà uno spettacolo da non perdere.
Per il resto rompete le righe è stato, con pacche sulle spalle e foto ricordo dei tifosi più appassionati con i giocatori. Unico assente al saluto del martedì il buon Gilbertone, trattenuto dal tatuatore di fiducia. Non c’è nemmeno troppo da sorprendersi, quest’anno è andata così: gli italiani sul campo hanno fatto gli americani, tanto che saranno i più rimpianti se non saranno confermati, mentre gli Usa hanno spesso ricordato il “turista fai da te – no Alpitour – ahi ahi ahi” del celebre spot, in partenza da Pistoia senza rancore ma senza nemmeno troppe lacrime di addio.
Da domani comincerà il tamtam di mercato, sarà un gioco meraviglioso per gli appassionati affamati di notizie a cui nemmeno chi scrive vorrà sottrarsi. Nel frattempo piace invece sottolineare alcuni aspetti che davvero rendono il mondo del PalaCarrara la seconda casa di tutti gli appassionati.
Il primo che mi viene in mente è il 7foryou, una realtà ormai radicata che persegue obiettivi importanti con l’opera instancabile di pochi volenterosi animati da generosità d’animo e dal ricordo di capitan Bertolazzi. Il secondo è il Gek Galanda Group, che nei giorni scorsi è nuovamente sceso in campo per una raccolta fondi in aiuto di una famiglia con un piccolo combattente alle prese con un problema di salute enorme.
La serata è stata bellissima e piena di emozioni. Credo di farmi interprete della sensibilità di molti nel sottolineare il sentito ringraziamento da parte di tutti ai ragazzi di entrambe queste due onlus, perché con il loro spirito e le loro iniziative ci rendono tutti orgogliosamente parte di una comunità con valori importanti. Come non ricordare poi l’iniziativa “Uniti nello sport”, promossa da Giacomo Galanda, che ha riunito tantissimi sportivi per una raccolta fondi in favore della Fondazione Firenze Radioterapia Oncologica.
Insomma, tanti buoni motivi per ricordare che quello del PalaCarrara è un universo che non è solo pallacanestro professionistica ma prima di tutto una grande famiglia. Tanti buoni motivi, quindi, per mettere alle spalle piccoli screzi, incomprensioni e polemiche ed aspettare la stagione che verrà con curiosità e tanta voglia di esserci ancora.