ELEZIONI 2015 E… 460 MILIONI BUTTATI LUNGO IL BINARIO DUE

Alcuni degli espropriandi
Alcuni degli espropriandi in assemblea

PISTOIA. “Basterebbe aggiungere qualche carrozza alle motrici dei treni che corrono nelle ore di punta: il problema, che è quello del sovraffollamento su alcune corse, si risolverebbe”.

Lo dice, con un pizzico di disappunto e tanta rassegnazione, una delle residenti nella frazione di Spazzavento, alle porte di Pistoia, alla quale, presto o tardi, ma ormai inesorabilmente, il Comune esproprierà parte del terreno della propria abitazione per consentire a Rfi (Rete ferroviaria italiana) la costruzione della seconda linea ferrata, quella che va da Pistoia a Pisa passando per Lucca.

Lo ha detto durante la riunione, quasi spontanea, tenutasi l’altra sera nella sede del Circolo Mcl di Spazzavento, dove è stato illustrato lo stato delle cose.

“Nel 2009 – ha cercato di riassumere il Masaniello del comitato virtuale delle frazioni di Spazzavento e Barile – leggemmo, pubblicato sulla Nazione, l’avviso di procedimento di esproprio per il raddoppio delle linea ferroviaria Pistoia-Lucca-Pisa. Rimanendo, immediatamente, attoniti: queste due frazioni confinanti sono, come tutti sanno, compresse tra la linea ferroviaria e la provinciale 435. L’inutile e onerosissimo raddoppio della linea andava studiato, progettato e realizzato a sud dell’attuale binario, dove ci sono campi e non a nord, dove ci sono le abitazioni. E scrivemmo immediatamente: al Sindaco (Renzo Berti), al dirigente del Comune, al dirigente responsabile dell’urbanistica, al garante delle comunicazioni e alle Ferrovie, naturalmente. In circa sei anni non abbiamo ottenuto risposte, da nessuno dei destinatari della missiva”.

La ferrovia a Spazzavento. 1
La ferrovia a Spazzavento. 1

Sull’inutilità della costruzione e sulle esorbitanze dei costi di realizzazione c’è ben poco da sindacare. A parte i treni che servono i moltissimi pendolari del lavoro e degli studi nelle ore canoniche, durante il resto della giornata, spesso, a bordo dei vagoni delle restanti 68 corse quotidiane, non c’è quasi mai nessuno e destinare 460 milioni di euro (questa la cifra per la sola tratta Pistoia-Montecatini), molti dei quali provenienti dai fondi europei, per qualcosa di superfluo e dannoso, più che prorogabile, fa venire in mente quanto denunciato, proprio stamani da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, a proposito dei soldi che non ci sono per rimborsare i pensionati defraudati dalla miope Fornero e da uno stuolo di stolti firmatari, ma che si trovano per le campagne di guerra in Afghanistan, per l’acquisto degli F35 o per le inutili opere faraoniche, come la Tav, ad esempio, o il raddoppio della Pistoia-Lucca-Pisa, tanto per restare in argomento.

“Appena leggemmo l’avviso di procedimento – continua a raccontare il capopolo spazzaventino – ci precipitammo a stilare una serie di accorgimenti e rettifiche che ci pareva superfluo, tanto erano evidenti, anche solo parlarne. In questi cinque anni non si è più parlato di nulla, poi, improvvisamente, dipenderà forse dall’approssimarsi delle elezioni regionali, il raddoppio della tratta ferroviaria Pistoia-Pisa via Lucca è tornata prepotentemente alla ribalta e nel giro di breve eccoci agli espropri”.

La ferrovia a Spazzavento. 2
La ferrovia a Spazzavento. 2

Gli espropriati sono una sessantina di nuclei familiari: a qualcuno, il raddoppio ferroviario, sacrificherà qualche metro di giardino; ad altri, il posto auto coperto, con tanto di box. Ad uno dei residenti, nonché firmatari del documento, l’esproprio ferroviario inghiottirà tra le mascelle delle ruspe 260 metri quadrati di giardino, con tanto di resede annessa al portone di ingresso.

“I due avvocati ai quali ci siamo dovuti rivolgere per cercare di ridurre al minimo il disastro di questa scellerata iniziativa – conclude il portavoce della consulta delle gente di Spazzavento e Barile – ci hanno detto che il procedimento è ormai avviato e che ci sono margini prossimi allo zero perché si ricredano: nemmeno un ricorso al Tar potrebbe avere la forza di annullarlo. L’unica cosa alla quale ci possiamo appellare è il miglior equo indennizzo, ma abbiamo il terrore che entro la fine dell’anno, salvo ribaltoni politici regionali, Rfi arrivi nelle nostre case e inizi a recintare le zone da espropriare. Poi, se ci vorranno cinque o dieci anni a realizzare questo mostro, poco importa. Al posto di qualche carrozza in più e un’implementazione delle corse negli orari critici, ci consoleremo nel sapere che sono stati spesi appena mille miliardi di vecchie lire solo per far felice qualcuno”.

Le elezioni sono alle porte…

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