‘GLI OMINI’ DI UNA «FAMIGLIA CAMPIONE»

La famiglia campione,  Gli Omini
La famiglia campione. Gli Omini

POPIGLIO. Con La famiglia Campione, spettacolo scritto e interpretato da Gli Omini, la giovane compagnia di Montale, dal 2014 residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese, si chiude, domenica 24 maggio, alle 21, la stagione teatrale del Mascagni di Popiglio elaborata dal direttore artistico Saverio Barsanti e promossa dai Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese, unitamente all’Associazione Teatrale Pistoiese, con il sostegno di Unicoop Montagna Pistoiese.

Il gruppo, composto da Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini e Giulia Zacchini, a partire dalla sua fondazione alla metà degli anni 2000, ha ricevuto molteplici riconoscimenti (tra i quali, il Premio Enriquez 2014 per la ricerca drammaturgica e l’impegno sociale), imponendosi come una delle voci più originali della nuova scena teatrale italiana. Alcuni anni fa è già stato ospite del Teatro Mascagni con CrisiKo, un lavoro costruito attorno alle storie, ai personaggi e alle impressioni raccolte durante la permanenza degli stessi attori sulla Montagna Pistoiese, a stretto contatto con la gente del posto.

Prodotto in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola e con il sostegno della Regione Toscana, La famiglia Campione, spettacolo molto ben recensito dalla critica di settore (caratterizzato “da un iperrealismo doloroso e spesso irresistibilmente comico”, citando le parole del critico del “Corriere della Sera, Massimo Marino) ed accolto con grande favore dal pubblico, racconta l’ora di una famiglia come tante ed ha, alle spalle, un lungo percorso fatto di indagini e laboratori, secondo la modalità di lavoro di stampo quasi ‘etnografico’, che caratterizza la creatività degli Omini e che avrà modo di concretizzarsi a breve anche in un nuovo progetto, di imminente presentazione, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese.

La famiglia Campione è un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia fiorentina – spiegano gli Omini – e più di ottanta giovani. Così i personaggi sono dieci (e ne interpretiamo, quindi, più di uno a testa) ma assumono i modi, le parole, le storie di centinaia di persone che abbiamo conosciuto per strada. Lo sguardo su un corridoio come tanti, che dà su una porta chiusa. I nonni aspettano di morire, i genitori sono troppi, i figli continuano a girare a vuoto. Ma uno di loro domani parte, abbandona il posto di combattimento. Un altro invece ha scelto un viaggio diverso, si è chiuso nel bagno, dietro quella porta. È da una settimana che non esce, e non parla. Ma mangia, state tranquilli che mangia. Dieci sono i personaggi. Tre le generazioni a confronto. Tre gli attori visibili in tutto. Così che il gioco si sveli pian piano e che ognuno sia nonno, padre e figlio di se stesso. Così il ritratto dell’oggi, delle piccole province, della gente di valle, della famiglia campione, si astrae dalla realtà, rimanendo sospesa nel tempo”.

[marchiani – teatro manzoni]

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