PISTOIA. [p.f.] Con l’inizio dell’estate fioriscono i saggi. Per tutti i neofiti, appassionati di teatro, che si sono cimentati nella recitazione, è il momento del redde rationem: affrontare il palcoscenico è un’emozione e anche una prova di carattere e quindi un grande merda a tutti gli allievi di Monica Menchi (ed anche a lei che soffre e gioisce con loro) – a chi fa teatro, per chi non lo sapesse, non si possono fare auguri tradizionali… Se qualcuno non lo sa, l’origine di questo singolare augurio affonda le sue origini nell’epoca in cui ci si recava a teatro in carrozza: tanta merda (di cavallo) tanto pubblico!
L’altro Figlio è una commedia di Luigi Pirandello tratta dall’omonima novella del 1902. Ancora una volta l’autore tratta un tema a lui molto caro: quello della maternità.
Il sottofondo storico della commedia è rappresentato dal fenomeno dell’emigrazione meridionale e siciliana nei primi anni del 900. La storia si svolge a Farnia, un piccolo paese di casupole cretose, tutte a terreno, staccate l’una dall’altra. Lo si potrebbe definire un monumento alla povertà italiana degli inizi del 900.
Le donne, ogni giorno, assistono impotenti alla partenza dei loro uomini. La vecchia Mariagrazia ormai ridotta in povertà, soffre perché non riceve notizie dei due figli emigrati in America e ormai dimentichi, per ricchezza raggiunta, della loro stessa madre.
Scrive loro ogni giorno, tramite Ninfarosa, di essere disposta, per invogliarli a tornare, a donar loro lo stesso casale di poco valore dove lei abita; ma i figli neppure rispondono. Eppure a Farnia, lei ha un altro figlio gran lavoratore e disposto a prenderla in casa con sé. Ma la donna si ostina, fin dalla sua nascita a non considerarlo suo…
Monica Menchi
L’altro figlio, di Luigi Pirandello. Martedì 16 giugno, ore 21. Teatro Nazionale di Quarrata. Info: 338-7290938.
