PRACCHIA. Provo un certo disagio a trascrivere la cronaca dell’assemblea che si è svolta domenica mattina nei locali della Misericordia-ex cinema di Pracchia ed avente per oggetto l’attuale sospensione del servizio ferroviario in dipendenza di uno smottamento nei pressi di Corbezzi.
Si dà il caso che da almeno tre anni mi sia capitato di assistere ad assemblee con le stesse due o trecento persone e con le medesime, chiare e concrete richieste-proposte avanzate da Legambiente e dal Comitato “Viva la Porrettana viva” in merito alla possibilità di garantire un servizio ferroviario accettabile a parità di tagli regionali. Sono richieste e proposte messe nero su bianco, ormai spiegate e ribadite in mille lingue urbi et orbi, si veda ad esempio qui1, qui2, qui3 e qui4 oppure si consulti il sito del Comitato, dove tra l’altro sono visibili, registrati, tutti gli interventi della mattinata. L’incidente geologico del 5 gennaio scorso ha solo aggravato il quadro generale.
Ha detto bene il sindaco di Granaglione, Giuseppe Nanni, quando ha affermato che si può anche riconoscere la buona fede dei politici presenti (su tutti i consiglieri regionali Venturi e Morelli e l’On. Bini, che però fino ad una anno fa era in Consiglio Regionale), ma il dato vero rimane che in questi tre-quattro anni si è fatto di tutto per danneggiare i cittadini-utenti della ferrovia.
I politici accorsi, infatti, tra cui anche la consigliera provinciale Monari ed il vicesindaco di Pistoia Tuci, hanno tutti sostanzialmente riconosciuto l’annosa situazione di criticità (chiusura uffici postali, dismissione ospedale di San Marcello e disservizio ferroviario) vissuta da chi abita e lavora in montagna, guardandosi tuttavia bene dall’assumere un impegno concreto per risolvere i problemi.
Venturi ha letto una letterina di Rfi, il gestore dell’infrastruttura, e Bini ha promesso di scrivere allo stesso soggetto per sollecitare più determinazione nella successiva fase ripristino – il cui cronoprogramma sarà presentato il 10 aprile. È stato allora che il presidente del Comitato Viva la Porrettana viva, Paolo Brunetti, ha ricordato che la chiusura di tutti i servizi montani è stata portata avanti dal presidente Rossi e dai camerieri del suo partito, che mai si sono messi di traverso e che quindi, ora, per essere credibili, dovrebbero abbandonare le chiacchiere e portare a casa dei risultati.
Dal tavolo degli organizzatori Giancarlo Capecchi, della Pro loco di Frassignoni ma soprattutto storico militante-dirigente del Pd, ha tentato goffamente di prendere le distanze dalla lettura della realtà fatta da Brunetti, offrendo anche la facoltà di replica a Bini e Venturi che in maniera piuttosto puerile hanno buttato tutto sul vittimismo e strumentalizzato le parole di Brunetti, enfatizzandole, per sviare dall’oggetto della discussione. Un trucco da politici navigati che sempre funziona. Alcune donne di Biagioni e Molino del Pallone hanno urlato, con la rabbia di chi riceve da tempo le peggiori angherie dallo Stato, che l’unica cosa inaccettabile e anti-democratica è il non avere un treno per potersi spostare.
Il Sindaco di Porretta, Gherardo Nesti, spiegando che le circostanze attuali richiedono misure urgenti, ha lasciato grande amarezza nei cittadini pistoiesi che recentemente hanno assistito allo stanziamento di non si sa quante centinaia di migliaia di euro per una micro frana in zona Arcigliano (ancora lì?) ma che adesso non vedono altrettanta urgenza per il fermo della Porrettana.
La clamorosa assenza delle organizzazioni sindacali lascia inoltre intendere che siano stati raggiunti accordi sindacali in funzione di altre vicende: del resto la politica di Rossi e dei suoi seguaci ha scelto la gomma a discapito del ferro (e a discapito degli slogan elettorali sulla green economy …) trasferendo risorse al Copit, che casualmente non è più in rosso, con il dannoso risultato di attivare inutili autobus in contemporanea dei treni (vedasi qui la foto dell’arch. Prioreschi).
Lo scenario locale vede poi la frazione di Castagno isolata ed il rischio di cessazione attività per i centri estivi montani (Porretta, Sammommè) che tradizionalmente accolgono ragazzi da tutta la piana. Un’eventuale frana sull’Autostrada del Sole sarebbe già stata rimossa ed è evidente che lasciare per un anno inattiva la linea ferroviaria può precludere alla definitiva dismissione.
Un ex macchinista, Danilo Fondi, ha ventilato la possibilità tecnica di poter far viaggiare i treni a velocità ridotta (10 km orari) nel tratto precario, considerate le infinite funzionalità del moderno materiale rotabile, ed anche questo elemento dovrebbe esser tenuto in considerazione, al netto delle roboanti tecnicismi che comunicherà Rfi.
I rappresentanti delle istituzioni emiliane hanno cercato, negli anni passati, di interloquire, inutilmente, con le rappresentanze regionali toscane, da cui dipendono gli indirizzi e le decisioni sul trasporto pubblico. Uno dei tanti aspetti che personalmente ritengo gravi ed emblematici della pochezza raggiunta dalla politica e del fallimento della democrazia rappresentativa, lo potete trovare nella sollecitudine con cui gli Onn. Bini e Fanucci si sono attivati per promuovere un tavolo col sottosegretario all’Interno (vedi). Il problema risulta la presenza di quaranta profughi siriani ospitati ed evidentemente non graditi nel Comune di Marliana (dopo proclami, convegni etc. sull’integrazione, diritti dei migranti etc. e dopo aver sempre dato di razzista a tutte le forze politiche che non inneggiavano all’accoglienza sempre e comunque).
Cari onorevoli, andateci pure dal sottosegretario, ma da quello ai trasporti e per far sbloccare la Porrettana: queste sono le vere battaglie da portare in fondo! Legatevi a qualche palazzo, se serve; e ricorrete a gesti eclatanti: non sarete certo soli.