TESI GROUP. BENTORNATO VINCENZINO!

Vincenzo Esposito
Vincenzo Esposito

PISTOIA. Ci sono persone, momenti, parole, suoni ed immagini che segnano un’epoca. Oggi al palazzo ci sono due-tre generazioni di tifosi che hanno la pelle d’oca quando sentono le note iniziali di “Where the streets have no name” e, credetemi, non ci sono Guns ’n roses che tengano, il brivido di riascoltare la melodia che ha accompagnato l’uscita dal tunnel di Crippa e soci non ha eguali.

Ci sono tifosi che, durante i campionati di oggi, hanno la fortuna di poter salutare in tribuna eroi del calibro di Daviddi, Crippa, Lanza, Silvestrin e Minto per dire solo i primi che mi vengono in mente, e devono letteralmente trattenersi dalla tentazione di saltar loro addosso, tanto è l’affetto, la stima e la bellezza dei ricordi che queste persone provocano in tutti noi.

Non è questione di esser nostalgici e nemmeno di sottovalutare la bellezza del basket di oggi, il punto è che tutti queste emozioni sono i brividi del primo vero amore, quello che non si scorda mai perché ti ha fatto conoscere una passione vera, coinvolgente ed elettrizzante. Il primo amore, che bellezza. Passano anni, cambiano i protagonisti ed i compagni di viaggio, ma il primo amore ha un fascino che non ha eguali.

In quella storia, in quella grande epopea di passione biancoazzurra, chi ha amato la palla a spicchi ha avuto un debole per un ragazzo che è stato primo attore nello scudetto incredibile di Caserta, talento purissimo a giro per l’Italia e primo italiano nella storia a segnare qualche punto nella Nba. Un tiratore eccezionale, irrequieto e dallo sguardo spiritato che raccontava momenti di grande ispirazione cestistica. El Diablo, VuE, Vincenzino… insomma, Vincenzo Esposito.

Vincenzo Esposito con la maglia dei Toronto Raptors
Esposito con la maglia dei Toronto Raptors

Non ricordo se era la stagione 93-94 o quella 94-95, ricordo bene però la partita. Al Palazzo arriva la Filodoro Bologna, la cui stella indiscussa è proprio lui. Il primo tempo è stranissimo, El Diablo non gioca, quando gioca non tira, quando tira sbaglia tutto. Dagli spalti siamo tutti sorpresi, fatto sta che, alla fine del primo tempo, Pistoia è sopra con un margine più che rassicurante.

Rientrano le squadre in campo e la musica è cambiata. Esposito segna da qualsiasi posizione, anche con due mani addosso non lo ferma nessuno. Una macchina, un cecchino dai 6,25, inarrestabile. Il margine si riduce incredibilmente, al Palazzo nessuno crede a quel che vede. Finisce con Vincenzo in mutande a festeggiare sotto lo spicchio ospite la più pazzesca delle rimonte, la Fossa è in delirio e gli Untouchables sono agghiacciati ed ammutoliti.

Scopriremo nei giorni successivi che, per problemi tra il giocatore e la dirigenza fortitudina, Esposito nel primo tempo ha scioperato, mentre nel secondo tempo ha rimesso le cose in chiaro, mandando un messaggio cristallino alla proprietà. Vincenzo è così, genio e sregolatezza, un mito.

La seconda immagine è di qualche anno dopo. Al Palazzo arriva Verona, se non ricordo male ancora targata Glaxo. La partita sarebbe proibitiva, ma a metà settimana è sbarcato a Pistoia proprio lui. Ricordo ancora le parole di Carrara “È arrivato Maradona!”, probabilmente eccessive perché il dirimpettaio cestistico di uno dei calciatori più forti di tutti i tempi non può che essere, razionalmente, un Magic Johnson o un’altra stella Nba, difficilmente un cestista italiano.

Esposito campione d’Italia a Caserta
Esposito campione d’Italia a Caserta

Però sono parole che rendono bene l’idea, la corrente elettrica è una corrente davvero forte in quei giorni, ci sono gioia e consapevolezza che verranno settimane ad altissima densità di talento e divertimento. Comincia uno spettacolo probabilmente irripetibile. In verità, quell’esordio a Pistoia, lo ricordiamo tutti, non fu fortunato.

Nonostante tutto, Pistoia uscì sconfitta di misura con Verona. C’è però un’immagine clamorosa di quella partita indimenticabile. Pistoia attacca il canestro lato curva Pistoia, Vincenzo esce molto bene dai blocchi e riceve palla sulla linea da tre, fa una clamorosa finta di tiro che manda a farfalle il difensore in ritardo. Esposito si ferma, gira la testa per guardare dove va a finire l’avversario sbilanciato, poi si rigira a canestro e segna la tripla. Tre punti con smeleggiamento dell’avversario ed un boato senza precedenti dagli spalti. Bellissimo.

Insomma, Vincenzino è storia di tempi d’oro e di talento, fantasia ed irriverenza. Lo aspettiamo in sala stampa domattina per sentire cosa vorrà raccontarci, cosa ha in mente di fare. La scommessa è quella su un allenatore ancora poco esperto, senza dubbio, ma che certamente in poche settimane a Caserta ha sfiorato un mezzo miracolo, ben figurando e dimostrando anche una saggezza ed un equilibrio insospettabili per quello che, da giocatore, è stato chiamato El Diablo. Sicuramente la scelta di Iozzelli e company ha un fascino enorme, abbiamo tutti una voglia matta di vederlo all’opera.

In bocca al lupo, Vincenzino, faremo grandi cose assieme.

Print Friendly, PDF & Email