
QUARRATA. Qualcuno, tra gli spettatori del Prato dei ciclamini della Magia di Quarrata, ieri sera, venerdì 26 giugno, nella prima delle due serate della prima edizione del Quarrata Folk Festival, sulle ultime note della Fanfara di Tirana, ha deciso di rompere gli indugi e si è messo a ballare.
Non è questo che ci ha lasciato un po’ interdetti – era il minimo sindacale che si potesse fare, nel parco dell’Unesco –, quanto l’assenza, decisamente ingiustificata, della numerosissima comunità albanese che non ha dato il giusto peso, disertandolo, al Festival quarratino.
Davvero strano perché violoncellisti del calibro di Redi Hasa, tanto per scendere nei dettagli, se ne vedono pochi in giro, ma non solo di là dall’Adriatico. Ieri, nell’occasione, il funambolico strumentista, con un senso di velata ironia parecchio inglese, ha letteralmente deliziato i presenti con un repertorio sonoro straordinario, sciagattando il violoncello e trasformandolo, di brano in brano e spesso anche all’interno dello stesso motivo, in una chitarra, in un violino, in una percussione e in un basso, base sonora indispensabile e funzionale alla che gli sedeva accanto, quella leccese di Maria Mazzotta, che invece di pensare a come respingere l’arrivo dei fratelli albanesi, ha preferito lasciarsi contaminare, fondendo il suo slang artistico salentino, già ricco di contenuti, con quello magico e misterioso della prima porta orientale.
La prima delle due giornate del Festival Folk, artisticamente diretto da Riccardo Tesi, sotto l’organizzazione di Claudio Carboni e grazie all’ideazione dei primi due con l’aggiunta di Claudia Cappellini, pezzo storico, quest’ultima, del Comune di Quarrata e delle sue interpretazioni artistiche, era già iniziato nel tardo pomeriggio, quando alle 19, nelle Scuderie, la Fattoria Betti e i fratelli Lunardi con i loro vini e degustazioni varie hanno accompagnato la presentazione di Greatest Hits, il disco dei Two-Fol Quartet, qualche assaggio musicale che ha preceduto l’apertura del ristorante nella zona della Tinaia.
Mangiato e bevuto, il pubblico si è trasferito nel parco, dove, al termine delle esibizioni che vi abbiamo velocemente riassunto, la serata, umidissima, si è chiusa con Carlo Maver.

Oggi, sabato 27 giugno, seconda e ultima giornata del Festival, molto più lunga di quella dell’esordio. Si apre alle 16:30, con la visita guidata nel bosco incantato, viaggio musicale costellato da stazioni sonore animate da Nicolò e Simone Bottasso, Massimiliano Larocca, Emanuele Lepera, Michele Marini, Elias Nardi, Nazarini Piri-Niri.
Nella stessa ora, l’organizzazione provvederà anche ad animare la visita guidata al complesso monumentale della Villa medicea La Magia con La dimora principesca, due percorsi paralleli che si ritroveranno alle 19 alle Scuderie, dove Maurizio Geri presenterà, degustando con i presenti il nettare della Fattoria Betti e dei fratelli Lunardi, il libro La chitarra jazz manouche, strumento del quale ne è uno dei più accreditati testimoni.
Dalle 21:30 in poi, si ritornerà nel prato dei ciclamini, dove la serata musicale, allestita grazie alla volontà del Comune di Quarrata, con l’associazione culturale Viavai e con il patrocinio di Consiag, Estra, Conad, Vannucci piante e Toscana energia, si articolerà in due fasi: la prima affidata al Duo Bottasso, che anticiperanno il concerto asturiano di Hevia.
Buona serata e portatevi una maglia: ad un cert’ora, l’aria si fa frizzante.