“FITNESS IN DIALISI”, I POTERI TERAPEUTICI DELL’ATTIVITÀ FISICA

Paziente in dialisi
Paziente in dialisi

PISTOIA-PESCIA-SAN MARCELLO. “Ho potuto constatare che alcuni anziani che non riuscivano ad alimentarsi da soli, dopo gli esercizi, tenevano nuovamente in mano le posate e si sentivano molto gratificati. Altri che erano arrivati in reparto con la barella, dopo alcune settimane, sono tornati a camminare e anche su me stesso ho visto risultati sorprendenti: sono dimagrito 23 chili, prima ne pesavo 144, e l’attività fisica combinata alla riabilitazione respiratoria hanno cambiato la mia vita facendomi prendere meno farmaci e acquisire maggiore autonomia motoria, con una qualità complessiva della vita migliore rispetto al passato”.

È la testimonianza di Carlo Alberto Garavaldi, rappresentante regionale di Aned – associazione nazionale dializzati e trapiantati – uno dei numerosi pazienti che nei reparti di dialisi degli ospedali della Ausl 3, ha potuto beneficiare del programma di attività fisica adattata promosso dalla unità operativa aziendale di nefrologia e dialisi, diretta dal dottor Alessandro Capitani e realizzato con la collaborazione degli operatori del dipartimento di riabilitazione di cui è direttore il dottor Franco Giuntoli.

Il progetto, che prevede l’esecuzione di esercizi fisici, sia durante la dialisi che in palestra, è attivato attraverso la collaborazione tra nefrologi, fisiatri, fisioterapisti, cardiologi, dietisti, pneumologi, infermieri e i medici dello sport. In pratica i pazienti, dopo un accurato test, seguiti dai professionisti svolgono dei semplici esercizi di ginnastica, con continuità, anche se sono allettati.

“Nella mia esperienza di malattia ho verificato che i vantaggi sono molti – aggiunge Garavaldi – soprattutto negli anziani: le ricadute sono positive anche sul piano psicologico e per questo auspico che il progetto si estenda, quanto più possibile, in modo strutturato, a tutti i centri della Toscana”.

Per una quindicina di anni è stata un’esperienza a carattere sperimentale ma, ora, dopo le evidenze sui pazienti, prima fra tutti, la riduzione della disabilità, il fitness in dialisi nella Ausl 3 diventerà parte integrante del percorso terapeutico del paziente con insufficienza renale cronica.

“Abbiamo completato il ribaltamento del paradigma delle tre elle, ossia riposo al caldo (letto, lana) e dieta con molte proteine (latte) che è stata la base del trattamento per oltre trenta anni nella cura dei pazienti con le malattie renali, con una terapia che si basa sulla mobilità e sull’attività fisica , uno dei principi fondamentali per la salute di chiunque – spiega il dottor Capitanini – che ha prodotto diverse pubblicazioni sul progetto, sia su riviste nazionali che internazionali, linee guida che stanno conducendo la nefrologia della Ausl 3 a gestire lo sviluppo del fitness in dialisi in molti centri nazionali.

Per quanto riguarda la Ausl 3 l’attività, per il momento, si è sviluppata all’interno del presidio ospedaliero di Pescia, dov’è iniziata: progressivamente si estenderà anche ai centri di Pistoia e San Marcello. Il dottor Capitanini ritiene che, in prospettiva, ne potranno usufruire anche i dializzati che verranno a trascorrere le loro vacanze nel territorio pistoiese, così la Asul 3 diventerebbe un punto di riferimento in Toscana anche per i turisti stranieri.

[ponticelli – usl 3]

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