PISTOIA. A qualcuno, venerdì 17, doveva pur toccare. I bluesman di Pistoia e dintorni, però, ad iniziare dal residente artistico più rappresentativo, Nick Becattini, sulla scaramanzia hanno altre fissazioni e questa numerica legata al calendario non li sfiora.
Perché domani, venerdì 17 luglio, infatti, il palco di piazza del Duomo ricorderà, come meglio non si potrebbe, uno dei musicisti più influenti della storia del blues, B.B. King, di casa a Pistoia, visto e considerato che dalla prima edizione, quella del 1980 (nel pieno della sua carriera), fino a quando non ci ha lasciato (pochi mesi fa), in piazza si è presentato con la sua Lucille per ben dieci volte: la prima, nel secondo dei rituali tre giorni del festival, quel sabato15 luglio 1980; l’ultima, nel 2012, alla tenerissima età di 87 anni, prosciugato dalla vecchiaia e da vari inevitabili acciacchi, ma con la solita, inconfondibile, inimitabile voglia di essere ancora lì, tra la gente, a raccontare cosa fecero e dovettero fare, anche i suoi nonni, per alzare la testa dalle piantagioni di cotone e rivendicare i loro diritti. Come suonare.
Ad onorare una delle chitarre più belle e uniche della storia della musica tutta, quella di B.B. King, ci penseranno un sacco di musicisti, un plotone d’esecuzione acustica guidato da quell’indigeno ex enfant prodige che dopo trent’anni di esibizioni si attesta, da svariati anni, come uno dei chitarristi più influenti a livello europeo, quel Nick Becattini che, con la sua band e con un’infinità di incursioni, chiuderà la serata specialissima del Festival, l’unica gratuita della lunghissima rassegna e l’unica, senza covare distinguo culturali, sonori e di genere, ad origine esemplarmente controllata.
Con la sei corde pistoiese, poi, altri due giovanotti di casa, altri due talenti: la batteria di Enrico Cecconi e il baso di Daniele Nesi, che si avvarranno di vari altri strumentisti al seguito, toscani doc, se non proprio pistoiesi, come l’aglianese Cris Pacini al sax e alle migliaia di strumenti a fiato che potrebbe suonare contemporaneamente, anche nel bel mezzo di un dipinto e Maurizio Spampani al piano e all’organo Hammond, oltre due coriste, con compravate propietà soliste, più vicine al mare, come la livornese Donatella Pellegrini e la lucchese Cristina Salotti, due terzi delle Nickettes (manca Indra Brocchi) che sempre su quel palco, qualche edizione fa, ebbero l’onore di esserci.
Ma la serata sarà lunga, composta, illustre e ricca di altri professionisti, che inizieranno a staffettare in piazza dopo l’ouverture affidata alle band che hanno convinto la giuria delle preselezioni del Festival ad avere l’onere di aprire la serata.
Ci sarà – da una parte dovevamo iniziare, no –, ad esempio, l’armonica di Mimmo Mollica, la band metropolitana Bud Spencer blues explosion, una coppia, straordinaria, già capitata al Festival qualche tempo fa, Angela Esmeralda e Sebastiano Lillo, la Di Maggio bros, sanissimo e divertentissimo rock a billy, ma anche Giangi Sainato, la Shame blues band, Dodo Harmonica e Fabrizio Canale, i Fantomatik e The Cyborg, Andrea Giannoni e Enrico Gastardelli, Paolo Bonfanti, Angelo Leadbelly Rossi e i mostri sacri come Vince Vallicelli e Pippo Guarnera e sicuramente qualche altro strumentista che, a palinsesto fatto, avrà fatto di tutto per esserci, domani sera, venerdì 17 luglio, in questa splendida reunion musicale, la prima riservata agli artisti di casa e paraggi che la Tafuro society si è messa all’anima di impalcare.
E poi, in questa interminabile edizione, quella di domani è davvero l’unica serata dove il marchio specifico Blues ha un senso. D’appartenenza.