’a cazzimma. SARCOFAGO È SEMPRE SARCOFAGO, SI SVEGLIA LA CITTÀ CON LE CAMPANE…

Giustiziate Linea Libera! E sùbito il presidente del tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi, ha fatto il suo dovere scrivendo: «ritenuta la legittimazione di parte richiedente (Coletta-Contesini-Curreli) ad attivare la procedura di cui trattasi, atteso che, ai sensi dell’art. 73 R.D. 30 gennaio 1941, n. 12 (ordinamento giudiziario), il pubblico ministero veglia sulla osservanza delle leggi, potendo intervenire «in ogni altra causa in cui ravvisa un pubblico interesse»…


«Ferrer, fermatosi quel momento sul predellino, diede un’occhiata in giro, salutò con un inchino la moltitudine, come da un pulpito, e messa la mano sinistra al petto, gridò: “pane e giustizia;” e franco, diritto, togato, scese in terra, tra l’acclamazioni che andavano alle stelle» [A. Manzoni, P.S., XIII]


TROPPE OMBRE SUL “PORTO DELLE NEBBIE”


 

Così La Nazione

 

Niente da obiettare: ma sarà bene che la compagnia di Tommaso Coletta, a questo punto, ravvisi il pubblico interesse anche qui, negli avvenimenti di Vicofaro; piaccia o no al dominus delle nostre vite sempre pronto a intervenire a favore della sua «gente comune».

Se dunque è “legalmente” utile far tanto “lunga e palloccolosa” la storia della registrazione o meno di Linea Libera a tutela della corretta informazione, tanto più lo sarà la vicenda esecrabile, di una forma di irremissibile ribellione civico-civile di un sacerdote che, ad ogni regola che gli si para dinanzi, risponde con la solita frase: disobbedisco e accolgo. Lì non ci sono disegni criminosi – come scriverebbe l’inaffidabile Curreli che non fa mai indagini – ma il superiore bene di infarcire il territorio italiano di clandestini di cui non conosciamo neppure il nome.

E come corrono, tutti i giornalisti pistoiesi ordinati dell’ordine di Bartoli e Marchini, a raccogliere e accogliere le notizie date per conferenza stampa dal don e dal suo agguerrito staff legale!

Gli informatori ufficiali, quelli cari alla procura perché basta un suo alt per imporre loro di pubblicare o meno le storie che non si devono sapere (ripenso e mi riferisco sempre alla solita squallida persecuzione contro il luogotenente Sandro Mancini, che obbediva alla legge più che al Dell’Anno e al Grieco), sono tutti lì come i cuccioli della Carica dei centouno mentre guardano la televisione.

Ora il dottor Coletta, finalmente, si trova nella stessa posizione di Ercole al bivio. Dovrà scegliere fra la Virtù e il Piacere. Potrà mostrare nei fatti (e non solo a parole come al Canto al Balì dal Bardellòpulos) che la sua prossimità sociale (come quella di certi suoi sostituti che guidano e sorreggono anche le azioni di don Biancalani con la Terra Aperta) non annulla e non scavalca al galoppo i preziosissimi intangibili indiscutibili suoi fondamenti di terzietà e imparzialità.

Si amministra la giustizia o si ostacolano i diritti del cittadino…?

Dinanzi a un don accogliente che dal 2016 sta generando problemi di ogni tipo – di natura penale, civile e amministrativa – agli italiani regolari residenti a Vicofaro, vorrà essere indulgente come si dice che sia stato con la sorella del suo ex capo fiorentino Luca Turco? Vorrà fare finta di non essere a conoscenza di ciò che è il suo pane quotidiano nella nobile terra delle muffe di Sarcofago City?

Vorrà sostenere che il don sta facendo opere di bene e, quindi, è scriminabile e imperseguibile come Alessandro Galardini, l’assessore di Montale che dette il suo crisma alle forze dell’ordine affermando che «e’ son tutti fascisti», mentre – sempre Coletta – fece rinviare a giudizio lo scomodo luogotenente Mancini che si era giustamente risentito di sì rozza sensibilità di amministratore pubblico?

Così Il Tirreno

E non si limitò a questo, il Pm Coletta. Per “valorizzare” – come scrive lui personalmente di persona – la legge dell’accesso, la 241/90; a Mancini, che chiedeva di vedere la decisione grazie a cui Galardini non era stato perseguito per vilipendio alle forze armate, negò un diritto a un cittadino italiano. Anzi: un «cittadino privato» come scrive di suo pugno proprio Tom Col in certe sue saccenti – quanto illogiche – risposte a difesa di se stesso e del proprio operato (vedi anche la nota finale).

Insomma, questo Pm che interpreta a suo piacimento le leggi dello stato, creerà anche nel caso di Vicofaro, un altro dei suoi mirabili esempi di giolittismo giudiziario dando carne e sangue al detto che «le leggi per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano»?

Sono questi, forse, per Coletta e i suoi uomini, la disciplina e l’onore che la Costituzione prevede come unici binari non “deragliabili” dell’azione di chi lavora nel pubblico e, come tale, viene stipendiato dalla collettività dei cittadini e non dei privati cittadini come incautamente scrive in certe sue – a mio avviso – strampalate osservazioni?

Ci faccia vedere, questo Pm arrivato trionfalisticamente a Pistoia con la promessa di aiutare la «gente comune», che anche gli abitanti di Vicofaro, quelli regolari, sono «gente comune» e degna di rispetto e di aiuto.

L’uso di strumenti istituzionali per interessi propri è consentito dalla legge, sostituto Curreli?

Che essi contano – come tali – molto più del sostituto Claudio Curreli che rinvia a giudizio senza obbedire al dettato dell’art. 358 cpp; che lavora in incompatibilità a favore dell’immigrazione irregolare grazie a Terra Aperta; che rappresenta l’Agesci-Scout come legale rappresentante e non dovrebbe; che opera ogni giorno, senza poterlo fare, nello stesso tribunale in cui giudica e agisce sua moglie, Nicoletta Maria Curci, e in materie affini; che usa gli strumenti informatici istituzionali (la sua mail claudio.curreli@giustizia.it e il server giustizia.it) per interessi suoi personali e pertanto, in ipotesi, in maniera illecita.

Un magistrato che è legale rappresentante di un’associazione ben targata è o no garantitamente terzo e imparziale? E perché nessuno della procura, a partire da Coletta, fiata su questa situazione? Chi giudica ha più diritti di chi deve essere giudicato?

Ci dimostri, il Pm, che il male di Sarcofago City non è solo Linea Libera (quotidiano spregiato, ma, nonostante tutto, in piena regola e rispetto delle norme di legge), ma anche il suo stesso ambiente di lavoro, la cui affidabilità può essere – a mio parere – solo il risultato di un inatteso miracolo e non certo frutto di metodo.

In questa città la gente perde tutto in un attimo e si applicano ferreamente le leggi: rovinando le vite di intere famiglie cui si risponde che, se non hanno da mangiare possono rivolgersi ai servizi sociali e alla Caritas (penso al Vivaio Ferretti, ma non solo).

In questa città si finisce agli arresti domiciliari per una presunta chiavA arrubbata; per l’inesistente reato di stalking giornalistico; né più né meno di quello che accade a degli stupidi idioti che macellano una famiglia solo per il gusto di fare gli youtuber.

Esiste sempre il bivio. Ora, con il problema di Vicofaro, tocca al Pm Coletta. Noi di Linea Libera il nostro bivio lo viviamo ogni giorno, sotto il tiro di chi non vuole che parliamo e ci spara alle spalle

In questa città si nega il diritto di difesa, proprio da parte della procura che valorizza la legge 241, ma con insipide vanterie che chiamate logica. In questa città si permette il sequestro di una anziana signora passata, come un pacco di Amazon, da corriere a corriere, da magazzino a magazzino, da ospedale a Rsa e cose simili, in un servizio sanitario che sa tanto di impresa di logistica-merci.

Se questa città è quello che è, l’analisi storica dei fatti che vi accadono mostra soltanto una cosa: che i cani da guardia dell’informazione sono stati, per anni, solo dei barboncini da compagnia condizionati dal padrone. Per cui lo sfacelo morale, civile e politico che stiamo vivendo altro non è che il risultato di un progressivo aggiotaggio illecito del potere che ha portato i tutori della legge a vivere alle spalle del popolo facendone solo del puro “macinato sociale”.

Chi vuole negare questa mia più che legittima opinione supportata da fatti eloquenti come i protezionismi e le persecuzioni politico sociali di Sarcofago City, si faccia pure avanti, ma le situazioni parlano da sé.

 

Ecco perché Qui si parrà la tua nobilitate, ecc.mo Pm Tommaso Coletta.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Per il significato di «cazzimma» vedere qui il Vocabolario Treccani on line


Linda Gambassi, sostituta Pm della procura di Pistoia

PROCURA DEI DINIEGHI
E DELLE SECRETAZIONI

 

Un lettore scrive:

Bene l’articolo su Genova di ieri sera, ma si è dimenticato un quarto episodio di DINIEGO alla consultazione del fascicolo di archiviazione, quello dell’INCENERITORE, con intervento di Legambiente e Comitato Antinceneritore. Era terra della sostituta Linda Gambassi.

Si trova qui: https://www.linealibera.it/inceneritore-procura-secretazioni-vietato-ai-cittadini-far-sapere-quante-buona-larchiviazione-con-le-pere-altrimenti-chi-lha-perde-il-potere/


UN’ITALIA DA “MUSICHIERE”


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