L’ex comandante dei vigili di Quarrata, che ai suoi tempi si occupava anche di abusi edilizi, non riesce a capire che può fare lo “spiritosino” quanto crede, ma resta comunque nella storia per ciò che ha costruito durante il fin troppo lungo corso della sua discutibile carriera
CHI NON STA ZITTO E LINGUA SUA NON MORDE
FINISCE SPESSO A BAGNO IN ZUPPE LORDE . . .
DOPO la presa in giro di Silvio Buono accompagnato dalla presenza del suo scazzottatore Maurizio Ciottoli (vedete qua), il geometra Oliviero Billi, ex-vigile degli abusi edilizi a Quarrata e poi comandante succeduto alla buonanima di Luciano Menichini; un Billi ex leghista e ora aglio-civico locale, non ha potuto fare a meno di regalarci una delle sue battutine sciape, cioè sciocche e senza sale.
A lui piace far vedere che c’è, come al tifoso che ha toccato il culo della cronista empolana, facendo scoppiare la guerra mondiale dei giornalisti politicamente corretti che danno più peso a una toccata di mela che a 104 giorni di arresti domiciliari inflitti a me, per inchieste di vero giornalismo, quando ero (che peccato, però esserlo stato!) loro collega, ma sempre, graziaddìo, anarcoide e disallineato dalla loro vena acritica Pd.
«Il fotomontaggio è mal riuscito», ha scritto il Billi. Lui, invece, era la perfezione fatta persona, sia quando faceva il vigile dei porcai edilizi, sia quando fece il saggio e potente Kublai Kahn della polizia municipale di Quarrata, che lasciò poi in mano a un suo grande allievo il quale, come Giotto, superò il maestro Cimabue, Marco Bai.
Billi Sceriffo
dell’Edilizia fai-da-te
Quand’era vigile dei troiai edilizi quarratini, Billi fece costruire abusivamente una bella casa in legno al posto di una tettoia sfasciata, perché, disse, gli abusivi (Mara Alberti, Gionni Dainelli, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni) gli avevano mostrato una foto aerea del 1948 in cui si vedeva qualcosa al suolo (foto 1).
Peccato che dalle mappe d’impianto del catasto di Pistoia, risalenti al 1954, quelle che fanno fede di tutto e in tutto, e che la procura della repubblica di Pistoia rinnega da vera No Map (tipo No Vax); peccato che di tale tettoia capannereccia non vi sia traccia alcuna, mentre, al contrario, c’è piena traccia e legittima traccia del gabinetto del Dvce sui terreni Lapini-Pegoraro, il manufatto che l’ufficio tecnico del Mazzanti (lo sostenevano Iuri Gelli e i suoi rottweiler, in primis il geometra Emanuele Gori) definiva apoditticamente una costruzione abusiva (foto 2).
Alle persone di cui sopra (Mara Alberti, Gionni Dainelli, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni) fu consentito (leggete bene la foto 1) di alzare una casa di legno ex novo, e senza richiesta di permesso o licenza, laddove nel 1954 la cosa rappresentata nella foto aerea mostrata a Billi era già andata giù e scomparsa da un bel po’.
Al contrario il solito ufficio tecnico quarratino, all’epoca sotto l’illuminata direzione del geometra Franco Fabbri, piantò gli occhi di Argo contro la richiesta di ricostruire davvero su una precedente costruzione allora ancora tutta in piedi. A forza di noie e angherie varie, richieste e pretese d’ogni pelo, i severissimi geometri dell’edilizia quarratina costrinsero una persona che abita in via di Galligana agli Olmi, ad ammattire e a seguire una complicata procedura di riadattamento delle mura in due o tre fasi.
E se qualcuno, anche della procura della repubblica, mi fa girare le palle, lo racconto con dovizia di particolari e documenti alla mano, non con le farlocche querele (a questo punto una trentina e passa) del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia che, quanto a costruire in abusivo, si è abbondantemente sprecato in ogni direzione.
E lo ha fatto dalla chiusura delle strade e delle piazzole vicinali/interpoderali, all’innalzamaneto di pollai e altro, visibilissimi dalla pubblica via, ma, a detta dell’ingegner Iuri Gelli, assolutamente non rilevabili a occhio nudo: meno, insomma, del virus maledetto che ci sta tenendo tutti in galera. I verbali delle dichiarazioni del Gelli del 6 luglio 2021 – o procura e Marco Mazzanti – sono di libera consultazione.
Notate che la casa di legno ex novo senza licenza né permesso, non era neppure alla distanza regolamentare dagli edifici Lapini-Pegoraro: ma il geometra Billi non sapeva neppure misurare i metri – come non sa misurare le parole quando apre la bocca o pesta sui tasti di facebook.
Guardatevela bene quella casa di legno, perché sopra c’è un’altra bella storia da manuale, ponzata a capocchia da Iuri Gelli, dai suoi rottweiler e dall’avvocato-rottweiler dei costruttori abusivi Mara Alberti, Gionni Dainelli, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni.
Billi Sceriffo di tutte le guardie
del Regno di Okkiònia
Basta la storia del vigile Mario che se ne andava a scopare con l’auto della polizia municipale in quel di Prato e dintorni e in orario d’ufficio: storia di pubblico dominio a Quarrata, se non erro. E storia opportunamente tombata (ma, data la materia, forse meglio trombata…) sia dal generale Billi che – vedete cosa vuol dire sindaco inutile – anche dalla super-rinutile sindaca Sabrina Sergio Gori. Fu tutto abbuiato, come si dice.
Tirando le somme provvisorie
Che Comune è quello di Quarrata, signori PM e sostituti della procura di Pistoia? Signori vigili urbani anche del Bai? Signori carabinieri del luogotenente Salvatore Maricchiolo che, con ben due eroi dell’obbligatorietà dell’azione penale (i signori Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti), sono stati un anno intero ad ascoltare le telefonate della gente per scoprire chi è che ha rubato la chiave dell’auto della vigilA aglianese Traversi?
Ma sullo stesso livello potremmo mettere anche la storia della mensa dei poveri della parrocchia di cui si occupò, all’epoca, l’attuale portavoce del sindaco Mazzanti, Marta Quilici, con pezzi assai brillanti sul Tirreno.
Il Comune di Quarrata, sia per queste storielle da Boccaccio 70 che da Cento giorni a Palermo, è degno di essere difeso e coperto anche quando, come nel caso del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, smaccatamente privilegia e favorisce alcuni unti del signore e bastona chi è in regola?
La domanda la giro da qui, pubblicamente, a tutta la procura del dottor Coletta e a tutto il tribunale di Pistoia, a iniziare dal signor Claudio Curreli che – voglio ricordarlo anche al presidente della sezione penale, Stefano Billet – lavora indisturbato come sostituto e si occupa anche di fallimenti e magari, chissà, con fascicoli che sono passati di mano (vogliamo controllare per favore?) a sua moglie, la giudice delle esecuzioni signora Nicoletta Curci.
Se smettessi di scrivere – cosa che cercano di costringermi a fare ad ogni costo – non sarei, cari lettori di Linea Libera, un vero e proprio imbecille patentato che rinuncia a svolgere il mestiere dell’informazione come i cronisti di Pistoia e non solo?
Sono queste le autorità costituite di cui parla signora Patrizia Martucci? Ma l’eccidio di Kindu non fu un’operazione paradossalmente più chiara rispetto a tutta questa marmaglia di manipolatori degli sconci e della dis-amministrazione italiana?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Achtung!
A tutti gli avvocati che mi fanno querela in nome e per conto di isterici stupidi che credono nelle querele-bavaglio; e che continueranno, in aula, a chiedermi come faccio a dirigere Linea Libera senza essere iscritto all’albo, dico semplicemente come disse il mio Maestro di Letteratura Greca all’università di Firenze.
Il compianto Prof. Adelmo Barigazzi, a una giovine che di greco ne sapeva quanto il mio gatto Carlino, dopoché, alla domanda perché lei ha scelto di fare greco?, la sventurata rispose perché mi piace, esclamò: scusi, come fa a dire che le piace una cosa che non conosce?
Avvocati così, tornassero (direbbe D’Alema) a scuola. Ma ripartendo dalle elementari…