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MONSUMMANO. “Nel 2013 vincono l’appalto per la custodia dei servizi museali del musei civici di Monsummano Terme per 36 mesi e assumono, da cambio di appalto, un lavoratore con contratto a tempo determinato, contrariamente a quanto recita il contratto nazionale di lavoro.
Si parla della società cooperativa “Le Macchine Celibi” di Bologna – afferma Umberto Marchi della Filcams Cgil di Pistoia – e che sembra non voglia sentirne di ritornare sui propri passi reinserendo in servizio lo sfortunato lavoratore”.
“Venerdì scorso – continua il sindacalista – è venuto nel nostro ufficio di Montecatini Terme il lavoratore che ha saputo che il 6 agosto era il suo ultimo giorno di lavoro.
Guardando le carte si è notato che la società è subentrata in cambio di appalto, essendosi aggiudicata la gara per la custodia dei musei, assumendo con contratto a tempo determinato il nostro assistito. Il lavoratore ha quindi ritenuto utile scrivere immediatamente alla società chiedendo di richiamarlo immediatamente a lavoro in quanto la società aveva sbagliato la procedura. La risposta è stata che non c’è stato alcun cambio di appalto.
Da verifiche abbiamo appurato che la società opera sul territorio di Monsummano Terme, di Montecatini Terme e Firenze, ma sembra, visto le risposte, non abbia alcuna intenzione di reintegrare il lavoratore che tra due anni circa dovrebbe andare in pensione.
Considerati i tempi e che il lavoratore si trova suo malgrado già senza lavoro, abbiamo chiesto incontro al sindaco del comune termale committente del servizio e siamo stati ricevuti questa mattina,11 agosto, dal vice sindaco Buccellato che, capendo la situazione, si è reso disponibile a parlare con questa società bolognese“.
“Non chiediamo molto, solo il rispetto del contratto – afferma Marchi – è inammissibile che ancora queste società più o meno grandi, che operano in appalti pubblici, possano fare quello che vogliono senza il rispetto delle norme.
Riteniamo utile, come affermato al vice sindaco, un intervento dell’amministrazione pubblica, che certamente non potrà dirimere un problema giuridico, ma certo, potrà far capire che sul loro territorio le prime cose da fare, per una società che lavora per il comune, è far rispettare le regole. Se poi questo non bastasse per far ritornare a lavoro il nostro assistito, sicuramente avrà l’ultima parola il giudice del lavoro dove ricorreremo per salvaguardare la dignità e il posto di lavoro di un cittadino che, per furbizie societarie, resta a casa a due anni dalla pensione.
[marchi – filcams cgil provincia pistoia]