a filippi! disse il fantasma di cesare. È POSSIBILE CHE IL COMUNE DI QUARRATA PRESENTI SINTOMI DI BUROCRAT-COVID20 E CHE NECESSITI NON SOLO DI UNA MARCIA, MA DI UN VERO E PROPRIO SCREENING DI LEGALITÀ?

Non va sanato solo il Quirinale del Mattarella non-presidente perché il suo chef è positivo. Qui, e ormai, o si sana l’Italia vaccinando la burocrazia cialtrona e deviata, che impesta tutto e tutti, o si muore

Credo che il Comune di Quarrata abbia non pochi problemi di corruzione più o meno strisciante, più o meno occulta e occultata. Ma più o meno da curare e sanare. Non sarebbe male guardarci seriamente dentro

 

O, MA SE QUESTA L’È DEMOCRAZIA

’GLI È MEGLIO DA QUARRATA SCAPPÀ’ VIA!

 


 

È chiaro o c’è bisogno di uno schizzo da geometrO?

 

IL 14 NOVEMBRE 1974, Pier Paolo Pasolini scriveva, sul Corriere della Sera, Cos’è questo golpe? Io so.

Diceva di conoscere (ma aggiungeva: non ne ho le prove) i nomi dei responsabili del “golpe”, della strage di Milano, di quelle di Brescia e di Bologna.

Leggete e istruitevi, o PaDroni di sinistra, difensori della democrazia dei nostri testicoli, che non sapete neppure – come i vostri ministri; come Di Maio; che Matera non è in Puglia.

In questo mio intervento, non affermerò, come PPP, di conoscere e di sapere, ma di non avere le prove: mi limiterò, invece, in base al principio insindacabile e incomprimibile della libertà di pensiero e di opinione e della loro libera espressione (art. 21 Cost., ignoto ai comunisti), a dire che credo che il Comune di Quarrata abbia non pochi problemi oscuri di scorrettezza più o meno strisciante, più o meno occulta e occultata. Ma più o meno da curare e sanare.

Non va sanato solo il Quirinale del Mattarella non-presidente perché il suo chef è positivo. Qui, e ormai, o si sana l’Italia vaccinando la burocrazia cialtrona e deviata, che impesta tutto e tutti, o si muore. Del che, a me, personalmente, poco importa, dato che ho già pronto il biglietto di sola andata nel nulla. Ci manca solo la data e l’ora.

A chi sente che gli si stanno rizzando i capelli, mentre preciso che non sto accusando nessuno, do un consiglio molto ponderato e sereno; molto più intelligente di ciò che pensa chi crede di essere eterno, impunito e impunibile: prendete una sedia, o sciocchi decisori della vita altrui; mettetevi comodamente a sedere e attendete che gli eventi abbiano il loro corso, che si sviluppino naturalmente da sé.

Respice finem, sembra abbia detto Solone, il legislatore ateniese, a Creso, re della Lidia, che si gonfiava come il rospo d’Arezzo, tronfio di essere ricco e felice. In altre parole: aspetta di vedere come finisce, prima di ganzeggiare, o polvere che deve tornare comunque polvere e non sai nemmen quando!

Delle cose si loda la fine e non il principio. Lo Zio Hitler lo imparò a sue spese…

Per la mia esperienza di pubblica amministrazione (che è fin troppa), sono troppi, a Quarrata, gli scricchiolii della struttura burocratica che annunciano che l’amministrazione (?) cittadina è a rischio sismico; e che sarebbe necessario passare al setaccio anche solo gli ultimi 10 anni dell’attività politico-amministrativa di color bianco-rosso come la bandiera-orgoglio di Marco Mazzanti (a mio parere vessillo della retorica inutile e inconcludente).

Oggi i lettori di questo quotidiano sono invitati a leggere questa lettera che è giunta alla sede della nostra cooperativa, in via Bonellina. Sedetevi, prendete una birra fresca come Homer e ciucciate.

Dopo 53 anni di giornali e stampa, sono portato a credere che espressioni di questo tipo non escono fuori, alla luce del sole, se non c’è, in sottofondo, nella popolazione ridotta a sudditanza schiacciata, un profondo disagio causato da un sostanziale caos e non rispetto delle forme e delle norme legali e democratiche.

Di quelle, che si impongono al suddito con la forza della sopraffazione; e che si saltano allegramente nelle stanze dei burocrati burloni che si grattano i… cordoni!

Buona lettura a tutti!

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Alla Redazione di LINEA LIBERA
presso «Linee Stampalibera Società Cooperativa r.l.»
Via Bonellina, 18/A –
51100 Pistoia

Relativamente al filone LECCETO, oltre che al geom. ÷÷÷÷÷ e all’ing. ÷÷÷÷÷ guarderei anche in direzione degli ÷÷÷÷÷ ÷÷÷÷÷ e ÷÷÷÷÷ ÷÷÷÷÷ e dei loro “rapporti privilegiati” con il Comune di Quarrata.

Non vi sarà certamente sfuggito che i recenti lavori ai ÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷ sono stati seguiti dal loro studio, così come la ristrutturazione della ÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷ è stata anch’essa da loro curata. In entrambi i casi abbiamo assistito ad una bella reclame sui media locali con tanto di foto che immortalavano sia il ÷÷÷÷÷ che il Primo Cittadino che, nel secondo caso, non mancava certo di ringraziare l’imprenditore cinese per il dono delle mascherine.

Resistenti sì: ma più facilmente alla legalità e alla corretta amministrazione…

Credo non pensiate che i cinesi siano dei benefattori: sono gente pratica e sbrigativa che vuole andare direttamente al sodo senza perdere troppo tempo e raggiungere subito l’obbiettivo.

Ed allora chi meglio dello ÷÷÷÷÷? A loro il Comune non può dire, e non ha mai detto, di no.

Provate ad informarvi quante pratiche edilizie hanno presentato e quante ne sono state respinte. I loro “vassalli” dell’UTC si guardavano bene da fare rilievi o richiedere modifiche che non fossero state da loro preventivamente e pienamente condivise: guai!!! Sarebbe stata lesa maestà!

Eppoi sapevano di essere garantiti che in quella “roba” nessuno, e sottolineo nessuno, avrebbe mai messo “le mani”. Orbene queste cose sono note da tempo e non solo ai professionisti quarratini, ma nessuno parla o si lamenta: è più conveniente tacere.

Tutt’al più quelli più giovani dicono: “Sai com’è…, ho da lavorare. Se mi metto contro il Comune e contro certi personaggi mi tocca a cambiare mestiere”.

Meno male che la Giunta è iscritta all’ANPI e la bandiera della città sventola in Piazza Risorgimento!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

Il cavadenti non scherza…

 

L’espressione popolare “Ci rivedremo a Filippi” è usata per significare che prima o poi si arriverà alla resa dei conti.
Indica anche presagio di avverso destino e deriva dalle Vite parallele di Plutarco (Vita di Bruto, 36).
Successivamente è stata ripresa nel IV atto del Giulio Cesare di William Shakespeare.


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