
PISTOIA. Si sono prese tutto il loro tempo, in modo femminile; ora però, al debutto, giovedì sera al Bolognini, manca davvero poco, pochissimo e per questo le protagoniste di Maledetto nei secoli l’amore, Renata Palminiello in cabina di regìa e Valentina Sperlì, da sola sul palco, non si possono più permettere il lusso di restare sospese, di tinteggiare, ma devono dare il colpo di grazia, fendere le acque, navigare.
Le abbiamo incontrate poco fa, alla libreria Lo Spazio, di via dell’Ospizio, a Pistoia, dove in compagnia di Saverio Barsanti, direttore artistico dell’Atp, che promuove la rappresentazione, hanno provato a raccontare quello che è successo loro negli ultimi due anni, da quando, una volta divorato il racconto di D’Amicis, a cui si ispira la rappresentazione, appunto, hanno deciso di portarlo in scena.
Una storia d’amore su più livelli, mai consumato, ma sognato, rifiutato, illuso, condiviso, fuggito, da lui, professore pugliese che decide di andare ad insegnare a Roma e lei, sua cugina, che resta nelle terrà natìa, a fare la cartomante, per convincere i suoi clienti e se stessa che l’amore, girala come vuoi, non esiste. I ricordi adolescenziali di questa passione respinta, rimandata, ma covata e tenuta al caldo, anche di soppiatto, si ritrovano improvvisamente a fare i conti con il loro passato; non è una casualità, ma la ferma volontà dell’insegnante di declinare alla cugina amata il proprio testamento biologico.
Sono pronte, certo, Renata e Valentina, ma l’oceano di emozioni che trovano riparo nell’amicizia che le lega da quando si sono conosciute sul palcoscenico, nel 1984, dirette da Gabriele Lavia, in questa rappresentazione sono tutte riesplose, riproponendosi con la forza e la gioia e il primato di non essere dimenticate. La tentazione di sviscerare quello che sarà lo spettacolo, al Bolognini, tra 48 ore, alle 21, replicato la sera successiva alla stessa ora, è grande, per entrambe; ma è così difficile riassumere un condensato tanto emotivo, scenografico e musicale, che tutte e due hanno delegato alla nevrotica roteazione delle mani le loro rispettive eccitazioni.
Lo spettacolo, che debutta in prima nazionale giovedì, sarà poi replicato ad ottobre per due settimane, sempre al Bolognini. Lo faranno quando avranno probabilmente capito quali ingredienti aggiungere o togliere dalla prima volta e come, eventualmente, ridosarli, per far giungere sul tavolo la pietanza drogata al punto goiusto. Per questo, la regista, ha espressamente chiesto a chi ha seguito la conferenza stampa di presentazione, di dire a chi verrà a vederlo, lo spettacolo, di fermarsi, una volta terminato, a parlarne: vogliono capire se l’amicizia del loro amore trasportata in scena a raccontarne un altro di tutt’altra stoffa abbia saputo incarnare l’amore universale, quello maledetto nei secoli, ma senza il quale, probabilmente, non sapremmo come sopravvivere.