A MARIA STELLA RASETTI, PER IL SUO RIFIUTO DI CONCEDERE 18 SEDIE PER LE “LETTURE IN GIARDINO” – VIA SPARTITOIO-PAGANINI

Il giardino di via Spartitoio-via Paganini

 

Tutti o quasi hanno ormai capito che il problema non sono le sedie; ma il rifiuto delle sedie evidenzia una banalità pericolosa.

Affermando di ritenere inopportuno concederle a iniziative piccole di scarsa risonanza e di riservarle a “eventi generali”, la dirigente della cultura del Comune di Pistoia rivela una sua politica di indirizzo culturale che legittima solo iniziative su larga scala, di massa o quanto meno sponsorizzate da Istituzioni o Enti strutturati, dunque in qualche modo centralizzate.

Un indirizzo di scelte culturali dall’alto che penalizza anche con malcelato disprezzo un operare autonomo germinato dal territorio. Mentre per la crescita culturale della città sarebbe proprio necessario un proliferare di attività culturali a dimensioni minute, nate dal libero e gratuito impegno dei cittadini, che scorressero capillarmente dal centro alla periferia, a rieducarci e a riabituarci al vivere e al pensare insieme. Ma ve ne fossero! Attività dal basso, a tessere comunità e a presidiare i luoghi. Nel nostro caso, letture libere, spontanee, di volta in volta scelte da chi viene al giardino, si siede, ascolta gli altri e, se ne ha voglia, legge.

Per questo il programma della dirigente Rasetti relativo al rifiuto di sedie per tutte le iniziative di questo tipo (“Non possiamo diventare l’ufficio sedie”) mette in luce una volontà di centralizzazione: il contrario di incoraggiamento per un possibile sviluppo della vivacità e delle potenzialità cittadine. È un problema di banalità pericolosa.

E se il problema non sono le sedie, chi le nega sa di creare ostacolo e difficoltà.

P.S. Un chiarimento: l’estate scorsa le 18 sedie comunali erano un aiuto, altri 22 posti erano assicurati da una panchina e da sedie portate da casa.

Lia Tosi


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