a onor del vero • 21. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Da un furto aggravato di chiavi di un’auto mai rubata né toccata, a una procura della repubblica che agisce secondo princìpi più diversamente colorati di una bandiera arcobaleno. Un trionfo di indagini all’inseguimento del punteruolo rosso delle palme. E una stampa cortigiana che s’accuccia su posizioni schizofreniche seguendo un ufficio che sembra non aver chiaro in quale direzione debba muoversi


A Pistoia la legge è davvero uguale per tutti?

 

CC. Arrivarono ieri mattina poco dopo le 6…

 

1. Adbundandum in adbundandis, esclamava Totò nella famosa lettera milanese alla malafemmina. E così pare abbia fatto la procura di Pistoia (duo De Gaudio-Serranti) nel procedere all’arresto di Lara Turelli e Claudia Vilucchi, della polizia municipale di Agliana. 

2. Una ventina i capi d’imputazione (si parla di 17 o giù di lì) che spuntano una mattina dopo un’intensa attività di sorveglianza e spionaggio telefonico: lo chiamo così e credo di non sbagliare. 

3. Una tizia si presenta in caserma a Quarrata da Salvatore Maricchiolo – da quello che ho capito e salvo errori – e denuncia che le hanno rubato le chiavi dell’auto dall’armadietto del comando-vigili di Agliana. E allora? Hanno rubato la macchina? No. Hanno portato via oggetti dalla macchina? No.
Ma il luogotenente quarratino rizza le orecchie sùbito: fiuta qualcosa di grosso e fa partire l’ambaradàn.
 

4. Il sergente Garcia in Zorro credo che sarebbe stato più cauto. Forse i marescialli di altri tempi (Fenudi del dopoguerra e Rosolino Battaglia degli anni sessantottardi) sarebbero stati più sanamente logici. Si sarebbero chiesti (e avrebbero chiesto) alla furteggiata-denunciante: è sparita l’auto? Manca qualcosa in auto?
E dinanzi alla risposta negativa, la conclusione sarebbe stata di assoluto buonsenso: «Ringrazi il cielo e vada in pace con dio».
 

5. Ma qui la cosa è diversa. Parte, dicevo, l’ambaradàn. E si scatena il finimondo. Salta fuori di tutto e di più. Fra questo di tutto e di più ci sono anche accuse di falso, di traffici loschi d’ufficio.  

Il luogotenenente Salvatore Maricchiolo

6. E allora, da ottimo scassaminchia quale credo di essere, chiedo, a Maricchiolo (e alla procura): io, Edoardo Bianchini, ho mandato decine di indicazioni di possibili falsi, favoreggiamenti, operazioni anomale del Comune di Quarrata, ma nessuno si è mosso a verificarne contenuti e portata. Tutto lettera morta. 

7. Una sola storiella di chiave rubata (che somiglia molto alla Secchia Rapita, poema ridanciano di Alessandro Tassoni) e… àpriti cielo e spalàncati terra. Indagini incrociate Quarrata-Montale e due arresti.

8. Evidentemente, come afferma il procuratore capo Tommaso Coletta, i cittadini si dividono in due categorie: la «gente comune» e la «gente non comune».
Per quella comune, stile la vigilA cui rubano (?) la chiave, tutta la procura si muove; per quella non comune, stile me, si muove ancora tutta la procura, ma per mandarla per 104 giorni ai domiciliari.
Tutto è regolare, a Quarrata, e la Gip Patrizia Martucci mi colpisce afflittivamente perché non credo, obbedisco e combatto per le sue «autorità costituite».
 

9. E non è finita qui. Escono fuori puttanate di tutti i tipi. Gente che scopa e gente che non scopa. Intrugli di sesso sul posto di lavoro (ma non è accaduto anche a Creazzo e a mille altri, pure magistrati ineccepibili, che per premio hanno avuto, magari, solo un trasferimento? O che dire della ferrea Boccassini…?), seghe e gazzose, e – oltre a ciò – esposti anonimi contro la vigilA derubata delle chiavi. E la panna montata aumenta di volume.
Tira più un pelo di topa che un carro di buoi in salita…
 

10. E qui nuova prova provata di procura pistoiese arcobaleno. Quando a inviare un esposto anonimo in procura, contro Lara Turelli, è stato il fu-comandante Andrea Alessandro Nesti, in aula stessa il giudice ha perdonato e assolto costui, deposto dal Consiglio di Stato per una vicenda che odora di pozzonero da lontano un miglio e tuttora si espande sul comando vigili di Agliana. 

11. Con la storia di Nesti assolto in aula, siamo dinanzi all’indulgenza della procura e del tribunale pistoiese, ma abbiamo anche una sua aperta confessione; abbiamo la certezza che lui, almeno in quel caso, ha scritto e inviato un anonimo. Questo, però, non rileva: lui è forse più gente comune di altri? Con gli anonimi dell’inchiesta Turelli-Vilucchi, la scelta cade inesorabilmente su almeno una delle arrestate.
La legge, a Pistoia, è uguale per tutti? Permettetemi di rispondere con una chiara espressione sicula: è uguale per tutti una minchia altro che articolo 3 della Costituzione!
 

A Pistoia sembra proprio di no…

12. Su un’altra lettera anonima, inviata alla segretaria generale Paola Aveta, anche contro di me, nessun sequestro dei computer, nessuna mossa da parte della provvida procura pistoiese. La storia era stata affidata anche alla sostituta Gambassi, ma ve la racconto un’altra volta e capirete come si lavora per l’affermazione della legalità. 

13. In questo caso si scatena la stalkingheria della lotta fra streghe da sabba che si litigano il soglio di Satana e la sua stella a 5 punte. Dei tre vigili fatti scappare da Agliana ai tempi dell’ottimo fu-comandante nessuno ricorda più niente. Eppure due di loro hanno anche avuto ragione dei maltrattamenti subìti da parte del cosiddetto ottimo comandante (secondo Fragai); e hanno vinto cause dinanzi al giudice del lavoro. È o no, quella della procura di Pistoia, un’ottica pretesca del «salvo chi voglio e condanno chi mi pare»? 

14. E, dulcis in fundo, la ciliegina (ovviamente rossa e matura) sulla torta. Violazione del segreto d’ufficio. E quando certi Pm, nonostante gli ordini di servizio del dottor Coletta lo vietino, raccontano a Massimo Donati del Tirreno particolari del tribunale del riesame che solo io potevo sapere, e il Tirreno li pubblica, cosa accade? Coletta interviene, forse?

15. Dalla procura di Pistoia, cari lettori, esce di tutto ed è sempre uscito di tutto: e senza conseguenze. Anche per il solo fatto che, molto democraticamente, la procura lavora non in autodichìa, ma in assoluto arbitrio autoreferenziale. 

16. Come e perché, dottoressa Patrizia Martucci, io dovrei rispettare le sue stimatissime «autorità costituite»?
Di cosa stiamo parlando con questa inchiesta sulle vigilE aglianesi, se non di una vera e propria caccia alle streghe? E che dire dei giornalisti di Pistoia che scrivono tutto senza porsi e porre domande che vadano più in là di due dita dal loro sensibilissimo naso?
Perché non ci raccontano di quando uno dei Pm disse loro che, se avessero scritto di «quel preciso processo», non avrebbero mai più avuto una notizia di nera in vita loro?
 

17. Io sono un povero ragazzo, ormai vecchio, figlio di falegname, ma, gentile signor Coletta, queste cose nella mia casa onorata si chiamano semplicemente «ricatti mafiosi». 

Il tribunale di Pistoia è un grosso problema. Per non dire un vero e proprio macello: bisognoso di un intervento chirurgico altamente invasivo a fini di necessaria sanificazione.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Potranno esserci aggiustamenti nell’arco della giornata


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