a onor del vero • 36. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Il sindaco Mazzanti brinda con acqua pura del fontanello del Barba. Peccato che a quell’acqua, di cui si vanta promotore, si contrappongano un assessore all’edilizia che aveva costruito capannoni abusivi dietro casa propria; un’assessorA alla legalità che, pur essendo avvocatA, non sa nemmeno dove tale divinità abiti; una struttura tecnico-amministrativa composta anche da falsari, favoreggiatori e falsi testimoni; una maggioranza che avalla innumerevoli vergogne sostenuta anche da qualche consigliere esterno che fa finta di non vedere; un’opposizione morbida ed elastica come la mozzarella su quella specie di pizza in cui Quarrata è stata trasformata da trent’anni di malgoverno di sinistra democratica


Il Tirreno, 3 dicembre 2021

 

SEPPÙR CON TANTI SCONCI ’UN VIENE NULLA

SARÀ CHE LA PROCURA SI TRASTULLA

E PROTEGGE L’OKKIÓNE DI QUARRATA

SOLO PER ASFALTARE ’STA TESTATA?

 


 

A Pistoia sembra che sia proprio così

 

Un anno e mezzo di pubblicazione di documenti ufficiali, tutti veri anche nella loro incontestabile marcia falsità, non è bastato a far capire alla Procura della Repubblica di Pistoia di aver completamente disatteso e negato l’obbligo di esercitare l’azione penale nella giusta direzione dei colpevoli e non degli innocenti che chiedevano giustizia e legalità, sempre inascoltati da decenni.

Le indagini – di cui il sostituto Claudio Curreli parla nell’architettura sghemba del suo castello di carte evidentemente disorganiche e disorganizzate – o non sono mai state svolte o, quando lo sono state, sono uscite confezionate con evidente tendenza al depistaggio, all’ambiguità e alle nebbie di forti sospetti d’ipotesi di abuso d’ufficio.

I risultati sono una vera e propria “catastrofe della giustizia pistoiese” sospesa nella caligine di un tribunale che è umanamente logico pensare più o meno fuori controllo.

È consentito osservare e analizzare semplicemente gli eventi di 18 mesi di segnalazioni sempre opportunamente ignorate, rifiutate, respinte, censurate, spregiate; e farsi un’idea che qualcosa proprio non va? O i sudditi pistoiesi hanno solo il dovere di cucirsi la bocca in nome delle «autorità costituite» e dei loro intangibili, unici diritti assoluti?

Per capirci: perché non ci viene spiegato una volta per tutte e con chiarezza definitiva, cos’è in verità un vero «disegno criminoso»?

Onestamente ci sfugge. Nati liberi e laureati sotto la reazionaria e fascista riforma Gentile, noi, quasi trapassati, godiamo ancora di tanta lucidità razionale e di uno spirito critico che, giustamente, ci impone anche di vedere come operano gli «untouchables» di cui, con le nostre tasse, siamo i veri datori di lavoro.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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