a onor del vero • 39. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Secondo l’uomo della strada, è consentito, sotto il profilo comportamentale e deontologico, che un avvocato possa agire con tanta supponente disinvoltura, indirizzando mail a magistrati poco prima della mezzanotte di un sabato 8 agosto, e con una sbrodolata logorroica di fregnacce… ?



 

GIUSTIZIA DI PISTOIA IN CORTO CIRCUITO

Considerazioni a margine della terzietà e della imparzialità della Procura

 


 

La procura può dire quello che vuole, ma poiché il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi ha chiuso tre strade vicinali-interpoderali che per legge e regolamento devono restare aperte e liberamente transitabili, e poiché lo ha fatto con il permesso dell’ufficio tecnico del Comune, come si vuole chiamare tutto questo se non «favore»?

 

1. SABATO 8 agosto 2020 a Firenze il sole sorse alle 6:12 e tramontò alle 20:28; la giornata durò 14 ore e 16 minuti. Più o meno deve essere successa la stessa cosa a Pistoia; ancor più in particolare, a Quarrata, area collina del Montalbano, zona di Lecceto, via di Lecceto per tutti i numeri civici, pari e dispari, sulla sinistra e sulla destra.

2. Nel primo pomeriggio di quel giorno uscì un mio articolo su Linea Libera – 8 agosto 2020, ore 13:45:46 – quarrata, gioie & dolori. lecceto: padre perdona loro perché non sanno né leggere né scrivere né capire né rispondere (però sanno riscuotere e parecchio). 10.

3. Tuttavia, nonostante il periodo feriale agostano; nonostante il sabato (giorno in cui tutti gli studi legali sono ermeticamente chiusi – e specie d’agosto); è evidente, dal tenore dello stralcio della lettera stessa sopra riprodotta, che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu noto al Tribunale di Pistoia, peggio di San Lorenzo sui carboni, deve aver sagagnato i maroni della sua avvocatA a tal punto che Ella, scriverebbe Vittorione Feltri, dovette lavorare tutto il pomeriggio e fino a notte inoltrata per segnalare l’evento funesto, seppure in maniera del tutto irrituale (cosa non gradita affatto dal sostituto Luigi Boccia), a tutta la procura pistoiese.

4. Leggete bene il vignettone qua sopra e vedrete che l’avvocatA (ne taccio il nome per pietas, cioè per religioso rispetto umano: ma meriterebbe di essere messa alla gogna in quanto personaggio con professione pubblica e pertanto degno di fare cronaca per le sue scorrettezze quanto a irritualità procedurale…); che l’avvocata, dicevo, scrisse a tutta la procura pistoiese, impiegati e sostituti.

5. Precisamente investì dell’attentato alla vita del Perrozzi: la signora Annalisa Mangia; la signora Concetta Cascella; l’ufficio penale della procura medesima e il protocollo Pec della procura come sopra.
I sostituti procuratori investiti del crimen lesae maiestatis (attentato al Perrozzi e alla Costituzione) erano due: Claudio Curreli e Linda Gambassi, uno schema che si ripete anche per la famosa chiave della vigilA Traversi di Agliana, fascicolo affidato alle cure del luogotenente Salvatore Maricchiolo, con titolarità dell’indagine affidata al duo Leonardo De Gaudio-Luisa Serranti.

6. L’avvocata agì – lo potete leggere direttamente – quale difensore del sig. Romolo Perrozzi spedendo la – secondo lei e il suo cliente – notitia criminis alle ore 23:47. Chiaro?
Tutto questo era opportuno? Era ammissibile, rituale e congruo? Era equamente rispettoso sia delle persone e delle funzioni dei magistrati (sabato 8 agosto 2020, ore 23:47), che della persona, della figura, della personalità di un giornalista senza macchia con 50 anni di lavoro sulle spalle?
O era più semplicemente come il famoso camminare di un elefante all’interno di un negozio di cristalli?

Romolo Perrozzi non è solo: anche l’Agriturismo degli Arancini ha chiuso una vicinale (via di Bindino) con una bella siepe che sbarra la strada. Il sostituto Giuseppe Grieco e il tribunale di Pistoia ne devono prendere atto anche se può dispiacergli. Il territorio quarratino e l’area protetta del Montalbano sono stati deturpati e stuprati dappertutto: fatevene una ragione

7. Ora io mi chiedo, da povero quisque de populo (= semplice cittadino), indegno di cotanti geni del diritto e degli abusi:
secondo l’uomo della strada, è consentito, sotto il profilo comportamentale e deontologico, che un avvocato possa agire con tanta supponente disinvoltura, indirizzando mail a magistrati poco prima della mezzanotte di un sabato 8 agosto, e con una sbrodolata logorroica di fregnacce (le fregnacce sono anche una pasta tipica di Pescina, terra natìa e di Ignazio Silone e del Perrozzi stesso) che potevano ben essere comunicate – senza nulla togliere alla loro efficacia e al loro insulso e calunnioso vuoto accusatorio – anche il successivo lunedì 10 agosto delle stelle cadenti?
O, in questo modo di muoversi, è evidentemente ravvisabile una certa qual confidenza, con le persone investite del caso; e una familiarità che un normale avvocato qualsiasi non si sognerebbe neppure di pensare?
Eccesso di zelo o, con permesso, di stupidità?

8. Parlo per chi ha fatto il militare e può capire (cioè oggi quasi nessuno, però):
♠ un povero caporalino di giornata potrebbe mai mettersi a rapporto dal generale di corpo d’armata, saltando tutta la fila gerarchica che c’è fra lui e il cappellone?
♠ O se lo fa, magari di notte e suonandogli il campanello di casa, svegliandogli perfino il bassotto della signora moglie, finisce dritto in cella di rigore per un mese?
♠ Cosa mi risponderebbe il tenente Chiti che, di picchetto, solo per essere uscito senza cappello, dovette farsi una settimana di cella per le fisime del suo discutibile colonnello forse stile-Buttiglione?

9. Non sfugga ai lettori – né tantomeno al Pm Tommaso Coletta – che già nei quindici giorni precedenti all’8 agosto, il ragionier non-dottor Perrozzi aveva presentato ben 5 atti di denuncia-querela (il primo il 24 luglio 2020, alla stazione CC del luogotenente Salvatore Maricchiolo) contro chi sta scrivendo: cioè una denuncia ogni tre giorni.
Evidentemente questa massa di accuse in 5 querelone degne della saga di Harry Potter (o, forse, meglio, della “sagra delle fregnacce di Pescina”…) era ben poca cosa dinanzi alla estrema pericolosità di un articolo di giornale che si limitava a mostrare documenti pubblici su cui, in séguito, né i CC di Maricchiolo né Curreli né la signora Gambassi né altri hanno mai voluto svolgere le dovute indagini come dio comanda, violando, evidentemente, la sostanza e lo spirito dell’art. 358 del codice di procedura penale.

10. Che dire, dunque, di una “giustizia” che si comporta in questo modo? Che garantisce, senza dubbio, assolutamente, le dovute terzietà e imparzialità: o che, al contrario, permette a qualcuno di riempire di “fregnacce” le caselle postali, personali e Pec, della procura medesima?

E nella zona di Seccaiola/Il Calesse/Il Barchieri quante vicinali interpoderali ha chiuso con i cancelli Leonardo Basseti? E ancora stiamo a discutere di cosa? Di negare i diritti storici dei cittadini della repubblica? Ma allora le «autorità costituite» cosa fanno? Difendono la legalità o i privilegi di pochi unti del signore?

11. Torno, pertanto, a una domanda che ho già fatto – ovviamente senza risposta, perché questa è la magistratura italiana – al dottor Coletta:
♠ il sostituto Claudio Curreli conosceva e conosce, direttamente o indirettamente, il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, in quanto Ctu del tribunale di Pistoia?
E a questa domanda ne appulcro (verbo dantesco) un’altra:
♠ è sinonimo e garanzia di terzietà e imparzialità il fatto che in appena 3 mesi e mezzo la procura confezioni e cucini un “minestrone” (è una metafora) di una quarantina di querele, con rinvii a giudizio, adozioni di provvedimenti limitanti i diritti umani e le libertà del giornalista, mentre il “tempo medio di cottura” (per rimanere nella metafora culinaria) di una minestra/querela è, minimo, 12/18 mesi e, il più delle volte, si spenge con una magnanima richiesta di archiviazione del pubblico ministero?

«Io non crèto…», ripeteva sempre il senatore Razzi nella famosa sàtira di Crozza.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

NOTÆ PHILOLOGICÆ

 

Sia per la definizione di «non-dottor» indirizzato al ragionier Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia; che per il richiamo alle «fregnacce», si legga con scrupolosa, filologica attenzione: elogio della follia. Erasmo aveva ragione: storia di un processo costruito a tavolino per impedire il diritto di parola e imporre l’ideologia del silenzio.

 


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