a onor del vero • 44. L’ITAGLIA SPIEGATA IN VIGNETTONI

Qualche riflessione ancora sulla storia del medico Federico Calvani, già condannato ed entrato perfino nel mondo delle barzellette come il furbacchione di turno, stupido “libertino” e “no vax”. E meno male che il procuratore Coletta aborriva i processi mediatici…!


 

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PISTOIA, LA SUA STORIA FA COSÌ:

FASCISTI SOTTO IL DUCE E OGGI PD.

E CHI “CORRER” NON SA, NON CREDA AFFATTO

DI NON DOVER FINIR CIBO DA GATTO!

 


 

Si rinvia la gente a giudizio. Bertinelli due anni fa. Poi nel frattempo cosa matura? L’idea che si è sbagliato e lo stesso pubblico ministero chiede le assoluzioni? E finisce tutto a tarallucci e vino? Perché, in molte procure – come quella di Pistoia –, le cose non si studiano a dovere prima di farle partire per poi mandarle a finire in ridicolo?

 

1. Immaginate solo il mio stupore, stamattina, quando, sullo stato di WhatsApp di un amico, ho trovato la vignetta del gatto e del Green Pass che vedete qua sopra.
Bisogna essere o lobotomizzati o politicamente corretti per non capire che dietro la vignetta – carina, simpatica, umoristica quanto volete – c’è solo tutta la tristezza di uno stato di diritto mandato a monte da chi se ne è impadronito e se lo tiene ostaggio e sotto minaccia.
 

2. Fino da ieri il dottor Federico Calvani è colpevole ancor prima di essere stato giudicato tale (e definitivamente) secondo legge ed Europa. Non ha diritto, evidentemente, a una sospensione di giudizio.
E se volete analizzare la storia precisa della sentenza di colpevolezza mediatica bell’e sfornata – quella che, a detta di Tommaso Coletta, non ci sarebbe mai dovuta essere nella sua procura –, ne trovate le radici nel piacere del procuratore capo di Pistoia di pubblicizzare situazioni suggestive che di per sé predispongono al giudizio dei sanculotti. Ed è inevitabile.
 

3. Subito dietro alla procura vengono – senza mezzi termini – i servi sciocchi della società delle sante «autorità costituite»: gli amministratori/politici.
Rileggete con attenzione gli interventi – infelicissimi, per non dire vergognosi – del sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che mi pare sia anche avvocato; e del sindaco di San Marcello-Piteglio, Luca Marmo, che parla, a proposito del medico, di un comportamento morale «libertino» con un totale senso spregiativo. 

4. Non parlo della procura che, notoriamente, verso le parole e la lingua italiana, mostra la sensibilità e la finezza di chi non ha mai letto più di dieci righe per volta o altrimenti non potrebbe fare certe figure; o di chi chiede all’Accademia della Crusca (meglio della Semola filo-catto-com) di accogliere nel dizionario italiano lo splendente aggettivo «petaloso», oggetto di sperticata ammirazione di docenti e maestrine della Cgil.
Chi è abituato a leggere testi da una vita – e non pur solo in una lingua e non pur solo in lingue moderne –, non lo si può aggirare e raggirare facendogli credere di avere svolto indagini a livello di Fbi e Kgb, quando poi – dalla semplice lettura di certi capi d’imputazione, si capisce da lontano un miglio che siamo dinanzi a nient’altro che a fumo compresso fino a liquefazione come il Gpl.
 

5. Messo da parte il fatto che, se il medico ha compiuto quello che gli si addebita, deve pagare per quello che ha combinato, partiamo da più lontano: dal terrore della pandemia che i governi mai eletti (indecenti, ma osannati da tutti, con Mattarella non-presidente in prima linea) hanno inoculato nella gente.
Pensate solo, per un istante, alla madre che ha segnalato il figlio alle «autorità costituite» care alla Gip Patrizia Martucci. E ripercorrete gli anni buissimi del comunismo nei paesi del socialismo reale, quando alla spia di quartiere si univa quella di condominio e poi quella di famiglia.
Orrido: e inorridite!
 

6. Non sto giudicando la madre, perché le do il beneficio d’inventario: potrebbe averlo fatto per la sicurezza del figlio, in virtù di un distorto amore materno che non intende lasciare autonomia di volontà alla propria creatura.
Sto dicendo che anche lei è vittima di una non-politica marcia che ha ammazzato questo paese lasciandolo in mano ai PM, perché dire giudici è troppo far d’ogni erba un fascio.
Quella dei magistrati, è chiaro e provato, è una categoria pericolosa: ma, fra loro, i veri mamba neri sono di certo le procure, che si sono sfilate dal controllo della legge e che agiscono a seconda dei casi e delle persone attuali, a discrezione – o meglio a libero arbitrio. E magari arrestano tutti, tanto poi si corregge e si rimette a posto e… paga come sempre Pantalone.
Non lo dico io. Lo dicono Luca Palamara, Sabino Cassese, Carlo Nordio…

Ce ne hanno messo, il sostituto De Gaudio e il Gip, a sciogliere il nodo gordiano del Carbonizzo di Fognano e consacrare don Ferdinando, alcalde di Montale, sull’altare dei beati! E, come al solito, Ferdinà ha riferito senza commento, senza fare intervenire l’opposizione e senza uno straccio di documento. Perché non pubblica le carte, che così soddisfa una cosa che non ama affatto: la trasparenza e la pubblicità degli atti della sua amministrazione? O preferisce querelarci ancora perché tutti i Pd sono perfetti e lui, essendo Pd, per la proprietà transitiva, è più perfetto degli altri?

7. Ecco un paio di esempi, di quelli inoppugnabili che fanno stizzire gli uomini delle stanze alte di piazza del Duomo:
– Ferdinando Betti libero dal peccato sul Carbonizzo di Fognano
– Samuele Bertinelli libero dal peccato e sicuro da ogni turbamento a Pistoia
– Marco Mazzanti, messo sotto per voto di scambio, sanificato, qualche anno fa, prima della campagna elettorale
– una trentina di segnalazioni di nomi di vincitori di concorso interno dell’Asl Toscana-Centro, prese in carico dal PM Paolo Canessa e poi mandate, come al solito, all’archivio-cestino. Eppure si dicevano i nomi dei vincitori ancor prima dello svolgimento degli esami. Cosa avevamo? La palla di vetro del Mago Otelma?
Gente gentile che ci legge: le prove che abbiamo sono documentali e non pie opinioni come quelle di certi sostituti con difficoltà di lettura e concentrazione. 

8. Vi pare lecito che questi signori, che non rispondono alla legge alla quale sono però soggetti, possano permettersi di creare migliaia di casi-Tortora ché tanto poi proscioglieranno a seconda dei casi e delle persone attuali?
Lo sapete quanti politici pistoiesi ho visto condannare in 55 anni di giornale grazie alla solerzia della procura di Vanni Fucci e di Cino?
Non ci crederete – e potrà anche essere colpa della mia memoria –, ma ne ho visti 1 e 1 soltanto, Mario Biscioni, sindaco di Pescia, eletto il 7 giugno del 1970, tolto però di mezzo l’8 febbraio del 1972, in quanto ortopedico ospedaliero, ma senza laurea.
Altri, che accompagnavano a cercar funghi nei boschi della Dynamo il capo della procura, Renzo Dell’Anno, politici della Comunità Montana, sono stati graziati? Pare proprio di sì.
Ma che razza di “giustizieri” sono toccati a noi, popoli non piddini del Pistoiese?
 

9. La verità storica desumibile da 75 anni di analisi di repubblica a Pistoia nel settore giudiziario, è quella, più o meno, fin qui tracciata.
L’insegnamento, uno solo, traetelo da voi, lettori, ammesso che l’ammasso cerebrale creato sotto vuoto pneumatico dalla sinistra e dai suoi protettori, vi abbia lasciato in vita almeno un solo, misero, secondo neurone.
 

10. È sufficiente che vi poniate qualche domanda. Quante serie indagini ci sono state per:
– l’inquinamento ambientale da fitofarmaci?
– l’inquinamento dei pozzi per percolati di discariche?
– l’inquinamento da danni dovuti a polveri sottili? 

11. Su un altro versante è il caso di sbellicarsi dalle risate: la storia – assurdissima – della Comunità Montana.
Si partì con un ammanco di oltre 10/12 milioni di euro (con enormi conflitti d’interesse nel periziatore Eller, che lavorò per i sindaci montani e, in contemporanea, per la procura di Pistoia) e siamo arrivati a una cifra di poche decine di migliaia di euro e un solo condannato. Il resto, ciccia e tutti santi.
Ma i giornalisti, pistoiesi e no, lo hanno mai detto o anche solo accennato? Io non credo…
 

2022 Abbi pietà di noi! 

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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